VALDICHIANA: FURTI IN APPARTAMENTO IN LEGGERO AUMENTO. COME AVVENGONO E COSA FARE PER RIDURRE I RISCHI

sabato 01st, febbraio 2014 / 17:29
VALDICHIANA: FURTI IN APPARTAMENTO IN LEGGERO AUMENTO. COME AVVENGONO E COSA FARE PER RIDURRE I RISCHI
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Il mese di gennaio ha registrato due furti in appartamento a Moiano (Città della Pieve), in Piazza Berlinguer. In entrambi i casi, gli inquilini non erano in casa. A parlarne in giro si scopre però che sono diversi gli inquilini o i proprietari di abitazioni che, ultimamente, hanno subito l’indesiderata visita e che la zona è piuttosto vasta, comprendendo la Valdichiana senese, aretina e l’area del Trasimeno.

A dispetto del leggero aumento, il fenomeno non è tuttavia da considerarsi allarmistico. I carabinieri confermano che il numero dei furti in appartamento rientra nella norma. Magra consolazione per chi ci è capitato, ma se l’esperienza insegna, conoscere le modalità può aiutare a ridurre il rischio. La casistica è ancora in embrione ma ci sono abbastanza dati per riscontrare alcune caratteristiche comuni. Vediamo quali.

Orario: nel periodo invernale, i furti avvengono soprattutto nel tardo pomeriggio, tra le 17.00 e le 20.00 circa, momento in cui le probabilità che non ci sia nessuno in casa sono altissime. Con il ripristino dell’ora legale e l’aumento delle ore di luce, i ladruncoli si adeguano, spostando a tarda sera o notte la fascia papabile. Perché prediligono le ore in cui non c’è nessuno in casa è presto detto.

Per quanto non siano classificabili come ladri professionisti, di quelli cioè che “studiano” vittime e abitudini  per fare il colpo grosso, si tratta comunque di gente che sembra aver capito la differenza tra furto e rapina e si guarda bene dal trovarsi coinvolta nella seconda per evitare di incorrere in pene più severe. Per capire meglio, si parla di rapina quando c’è minaccia o violenza sulle persone.

Modalità: i furti senza scasso (assenza di forzatura a porte o finestre) si rilevano soprattutto in appartamenti di  persone in pensione o, in generale, che hanno superato i sessanta anni di età. In questi casi, infatti, i malviventi non di rado trovano la chiave inserita nella porta d’ingresso (magari lasciata perché più tardi passerà un familiare a prendere qualcosa), una porta non chiusa a chiave e con la maniglia esterna, la porta-finestra sul cortile aperta o qualche finestra semplicemente accostata. Se si tratta di un primo o secondo piano, le grondaie, come da tradizione, sono le “scale” più frequentate. La tendenza a lasciare libere le vie di accesso è stata riscontrata dai carabinieri nel corso di alcuni incontri con la cittadinanza in materia di sicurezza che si sono tenuti ( e si tengono) in tutta l’aria del Trasimeno. Una maggiore accortezza nel chiudere porte e finestre, lasciando le chiavi ad un vicino o ad una persona di fiducia potrebbe già essere un deterrente.

Per i furti con scasso, i malviventi pare dispongano di un’attrezzatura rudimentale che consiste principalmente in piccoli  trapani a mano, con la manovella, per non fare rumore. Vanno per lo più a tentativi con la predilezione per case buie e silenziose. Va da sé che lasciare qualche luce (e magari anche la radio o la tv) accesa, può confondere le idee.

I ladri: tra i 25 e i 40 anni di età, per lo più stranieri, vengono da fuori , anche da Roma, ma conoscono bene la zona. Cercano la facilità di azione e movimento e sono agevolati dalla conformazione del territorio, ricco di sterrati di campagna e strade prive di illuminazione. Si muovono in auto rubate, spesso poi abbandonate dopo o durante un eventuale inseguimento.

Area di azione: si orientano su zone con vie di entrata, ma soprattutto di uscita, facilmente accessibili. Il quadro geografico comprende quindi luoghi vicini a stazioni ferroviarie o caselli stradali, Chiusi  Castiglione del Lago, Cortona, Terontola, Passignano per fare alcuni esempi.

Insomma, il territorio è vasto per cui la collaborazione dei cittadini è preziosa. Una sorta di monitoraggio collettivo che si concretizza nella segnalazione alle forze dell’ordine, tramite il 112, di notizie o informazioni su persone o auto sospette. I carabinieri confermano che la salvaguardia dell’identità di chi chiama è assoluta e che, negli ultimi due anni, la collaborazione dei cittadini è aumentata visto il numero crescente di segnalazioni avvenute.

Del resto, il sistema di monitoraggio di quartiere ( o comunità) è ben rodato in grandi metropoli come Londra (Gran Bretagna), per esempio, dove gli abitanti si organizzano in gruppi di vigilanza del vicinato, segnalando persone e movimenti sospetti alle forze dell’ordine. Se camminate per le strade di Londra e notate sulle finestre adesivi con la scritta “neighborhood watch”  (attiva la vigilanza del vicinato), siete proprio lì, in un quartiere …all’erta.

Elda Cannarsa

Immagine: idealista.it
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