ANCORA UNA MORTE SOSPETTA TRA GLI EX VIOLA: ADDIO AL GIGANTE GALDIOLO, ULTIMO DI UNA LUNGA SERIE

lunedì 10th, settembre 2018 / 19:19
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ANCORA UNA MORTE SOSPETTA TRA GLI EX VIOLA: ADDIO AL GIGANTE GALDIOLO, ULTIMO DI UNA LUNGA SERIE
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Ancora uno. Lo stillicidio e la maledizione continua. Due giorni fa è morto Giancarlo Galdiolo. Un altro giocatore della Fiorentina anni ’70. Ed è  l’ultimo di una lunga serie. Anche lui stroncato prematuramente da una malattia terribile, strana, invalidante e degenerativa durata qualche anno. Galdiolo era un gigante, fisicamente parlando, un ragazzone “razza Piave” arrivato dal Veneto a Firenze un anno dopo la conquista del secondo scudetto. Era una montagna umana, giocava terzino destro, con il numero 2 sulla maglia. Per gli avversari saltarlo era un’impresa, per la stazza, ma anche perché non era scarso. Era il terzino della Fiorentina che vide esplodere Giancarlo Antognoni. Era un difensore, si sganciava poco in avanti, anche se di testa era forte, all’epoca erano pochi i terzini “fluidificanti” con licenza di attaccare e segnare. Lui di gol ne ha fatti solo 3 in viola, su 229 partite giocate. Gli andò meglio nella Samp, sempre 3 gol, ma in sole 39 gare. Uno ogni 13…

Dicevamo l’ultimo di una lunga serie di morti sospette. E prima del tempo. Galdiolo aveva 69 anni. Anche altri due terzini di quel periodo sono scomparsi prematuramente: Giuseppe Longoni deceduto nel 2006 a 64 anni, per una vasculopatia invalidante, ed Eraldo Mancin, il n.3 dello scudetto nel ’68-69, che l’anno dopo passò al Cagliari, in cambio di Longoni e vinse ancora il titolo, con Gigi Riva, Cera, Domenghini e Boninsegna… Mancin,è morto nel 2017 a 71 anni per una malattia genetica al fegato… E’ stato uno dei pochissimi giocatori (solo 6) ad aver vinto due scudetti consecutivi con due squadre diverse e anche il primo terzino a realizzare una tripletta nella stessa partita, con la maglia del Cagliari.

E siamo a tre.  Prima di loro, nel 2003 morì Nello Saltutti, l’ala sinistra che Antognoni, umbro come lui, mandava in gol con i suoi proverbiali lanci di 40 metri… Aveva 57 anni, a stroncarlo fu un infarto. Era cardiopatico da anni, ne aveva già avuto un altro. «Nessuno mi toglie dalla testa che certe pratiche nel calcio mi hanno portato ad avere problemi di cuore», ripeteva da anni, «per questo combatto il doping e dico che va affrontato in una lotta senza sconti». Bruno Beatrice, il mediano viola dal ’73 al ’76 morì nel 1987 di leucemia. “Beatrice prendeva di tutto” disse Saltutti al Procuratore che indagava sui sospetti di doping nel calcio. Una vicenda che vide finire sotto inchiesta anche l’allenatore viola Carletto Mazzone, che si schernì dicendo “e mica ero un medico, io!”Caso chiuso per prescrizione nel 2009. Ma qualche medico in giro c’era. E soprattutto giravano molte “medicine”…  Il Micoren, per esempio. Un “analettico respiratorio”per curare asma e pressione bassa, che veniva dato ai calciatori per “spezzare il fiato”  ovvero per iniziare la partita al 100% della propria capacità polmonare. Sostanza considerata all’epoca innocua e perfettamente legale, ma in seguito bandita in tutto il mondo a causa dei possibili rischi per la salute degli atleti.

L’elenco continua: Ugo Ferrante, la roccia della difesa della Fiorentina del secondo scudetto, un altro marcantonio come Galdiolo, che giocava da libero, se ne è andato a 59 anni, nel 2004, per un tumore alle tonsille. Nel 2009 morì il portiere di riserva Massimo Mattolini, a 56 anni, anche lui per una malattia che fu messa in relazione agli altri casi degli ex viola.

Non è ancora finita, perché nel 2011 scompare Giorgio Mariani, centravanti di riserva della Fiorentina Yè-Yè campione d’Italia 1968-69, che poi passò al Verona, al Napoli, all’Inter. Stessa storia, malattia grave, lunga e invalidante.

Altri viola, anche in tempi più recenti sono morti in circostanze che fanno pensare alla medesima maledizione. Stefano Borgonovo, il bomber che faceva coppia con Roberto Baggio è morto nel 2013, a 49 anni, dopo lo strazio della Sla che lo aveva reso un vegetale pensante… Enrico Cucchi, in viola per una sola stagione, quella del 1988-89, è scomparso a soli 31 anni nel 1996, per un “melanoma” assassino. Infine Stefano Salvatori, anche lui in viola nella stessa stagione soltanto,  morto nel 2017 in Australia, dove faceva l’allenatore di squadre giovanili. Borgonovo, Cucchi e Salvatori, tre giovani in viola alla fine degli anni 80. In una stagione maledetta.  L’allenatore era lo svedese Sven Goran Ericksson. In quella squadra c’erano Carobbi, Di Chiara, Hysen, Battistini…

Da segnalare che un giocatore viola è stato il primo ad ammalarsi di Sclerosi Laterale Amiotrofica in Italia. Si tratta di Armando Segato, uno degli eroi del primo scudetto, nella stagione 1955-56. Tra le morti “sospette” anche quella di Sergio Castelletti, avvenuta per “mesotelioma pleurico” nel 2004. Castelletti aveva 67 anni ed era stato un altro mitico terzino viola dal 1958 al 1966. Con Enzo Robotti formò una coppia tra le più affiatata e forti della serie A, arrivando pure a vestire la maglia azzurra. Giocò anche nella Lazio e nella Ternana. Ma il decesso di Castelletti entrò anche nell’inchiesta per l’amianto della Eternit a Casale Monferrato, suo paese d’origine, dove aveva trascorso gli anni giovanili. Possibile che si sia verificata per motivi sì ambientali, ma diversi da quelle di altri ex Fiorentina.

Due giocatori del decennio 1970-1980, tra i più talentuosi, ma anche sfortunati, come Giancarlo Antognoni e Mimmo Caso hanno avuto problemi di salute: una cardiopatia il primo, un tumore al fegato, fortunatamente guarito, il secondo.

Ecco scorrendo questo elenco, da tifoso viola, a me vengono i brividi. Non credo che sia una sequela di casualità. O un tragico accanimento del destino. E non credo che non ci siano colpevoli.

Marco Lorenzoni

 

 

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