IL SETTANTENNE SCOMPARSO IL 22 GIUGNO NON SI TROVA. I FAMILIARI: “SE E’ STATO INVESTITO O UCCISO, DITECI ALMENO DOV’E’, COSI’ CI DAREMO PACE…”

giovedì 17th, luglio 2014 / 15:32
IL SETTANTENNE SCOMPARSO IL 22 GIUGNO NON SI TROVA. I FAMILIARI: “SE E’ STATO INVESTITO O UCCISO, DITECI ALMENO DOV’E’, COSI’ CI DAREMO PACE…”
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CHIANCIANO TERME – Sempre più flebili le speranze di ritrovare sano e salvo o almeno in vita Gianfranco Carrino, il settantenne scomparso senza lasciare traccia lo scorso 22 giugno, dopo essersi allontanato da casa per la consueta passeggiata giornaliera, in maglietta e calzoncini. Da allora, nonostante le ricerche effettuate con tutti i mezzi, compresi elicottero e aereo e cani “molecolari”, dalle forze dell’ordine e da centinaia di volontari, nessun elemento, nessuna traccia, nessun segnale.

Dopo più di 3 settimane l’ipotesi che il settantenne chiancianese stia vagando senza meta, magari senza memoria, per la Valdichiana sta perdendo sempre più consistenza. A questo punto le ipotesi sono due: o l’uomo si è allontanato volontariamente in treno o con qualche “passaggio” in auto, oppure giace senza vita in qualche anfratto in cui ha cercato rifugio o è stato gettato.

I familiari hanno diffuso ieri l’ennesimo accorato ed estremo appello: “se qualcuno lo ha investito o ucciso per qualunque motivo ci dica almeno dove si trova, così, almeno ci daremo pace…” Non si può escludere infatti che Gianfranco Carrino possa essere stato investito da un’auto e che il corpo, per paura delle conseguenze, sia stato poi occultato.

E’ un’ipotesi tragica e inquietante, ma non del tutto improbabile. Resta in piedi anche la possibilità che l’ex mobiliere amante della bici e del podismo abbia  voluto far perdere coscientemente le proprie tracce, allontanandosi definitivamente dalla zona.

Il fatto che le ricerche palmo a palmo non abbiano dato alcun esito, lascia aperta questa possibilità, anche se lo stesso Carrino non aveva mai manifestato – almeno così pare – propositi di fuga o segni di disagio esistenziale, se non quelli legati ad una condizione fisica non più ottimale per un uomo che è stato un atleta e un appassionato ciclista.

Fatto sta che dal 22 giugno sono passati 25 giorni. Un lasso di tempo troppo lungo per sperare in una soluzione positiva del caso. Ma la speranza, si sa, è sempre l’ultima a morire.

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