IL SETTANTENNE SCOMPARSO IL 22 GIUGNO NON SI TROVA. I FAMILIARI: “SE E’ STATO INVESTITO O UCCISO, DITECI ALMENO DOV’E’, COSI’ CI DAREMO PACE…”

CHIANCIANO TERME – Sempre più flebili le speranze di ritrovare sano e salvo o almeno in vita Gianfranco Carrino, il settantenne scomparso senza lasciare traccia lo scorso 22 giugno, dopo essersi allontanato da casa per la consueta passeggiata giornaliera, in maglietta e calzoncini. Da allora, nonostante le ricerche effettuate con tutti i mezzi, compresi elicottero e aereo e cani “molecolari”, dalle forze dell’ordine e da centinaia di volontari, nessun elemento, nessuna traccia, nessun segnale.
Dopo più di 3 settimane l’ipotesi che il settantenne chiancianese stia vagando senza meta, magari senza memoria, per la Valdichiana sta perdendo sempre più consistenza. A questo punto le ipotesi sono due: o l’uomo si è allontanato volontariamente in treno o con qualche “passaggio” in auto, oppure giace senza vita in qualche anfratto in cui ha cercato rifugio o è stato gettato.
I familiari hanno diffuso ieri l’ennesimo accorato ed estremo appello: “se qualcuno lo ha investito o ucciso per qualunque motivo ci dica almeno dove si trova, così, almeno ci daremo pace…” Non si può escludere infatti che Gianfranco Carrino possa essere stato investito da un’auto e che il corpo, per paura delle conseguenze, sia stato poi occultato.
E’ un’ipotesi tragica e inquietante, ma non del tutto improbabile. Resta in piedi anche la possibilità che l’ex mobiliere amante della bici e del podismo abbia voluto far perdere coscientemente le proprie tracce, allontanandosi definitivamente dalla zona.
Il fatto che le ricerche palmo a palmo non abbiano dato alcun esito, lascia aperta questa possibilità, anche se lo stesso Carrino non aveva mai manifestato – almeno così pare – propositi di fuga o segni di disagio esistenziale, se non quelli legati ad una condizione fisica non più ottimale per un uomo che è stato un atleta e un appassionato ciclista.
Fatto sta che dal 22 giugno sono passati 25 giorni. Un lasso di tempo troppo lungo per sperare in una soluzione positiva del caso. Ma la speranza, si sa, è sempre l’ultima a morire.
Oggi, un nostro lettore, ci ha inviato un messaggio in cui sostiene una tesi macabra circa la scomparsa di Gianfranco Carrino ed è la seconda dello stesso tenore. Per questo la riportiamo: la tesi è che l’uomo possa essersi sentito male e sia morto in campagna e poi il suo corpo sia stato divorato dai cinghiali che sono onnivori e voraci… Ci sembra francamente poco probabile: l’uomo era andato a correre, probabilmente correva su una strada non in mezzo ai campi o nei boschi… Qualche traccia sarebbe rimasta visibile (del sangue, brandelli dei vestiti, gli occhiali e i cinghiali forse non mangiano anche gli occhiali…). Ci sono precedenti simili? In zona non se ne ricordano a memoria d’uomo… Ecco, diciamo che per questi motivi appare una possibilità, ma piuttosto remota…