“LA BOMBA”: MOIANO 50 ANNI DOPO. L’ATTENTATO ALLA CASA DEL POPOLO, IL GOLPE, LE BR… NUOVO READING TEATRALE DI PRIMAPAGINA

“LA BOMBA”: MOIANO 50 ANNI DOPO. L’ATTENTATO ALLA CASA DEL POPOLO, IL GOLPE, LE BR…  NUOVO READING TEATRALE DI PRIMAPAGINA
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APPUNTAMENTO VENERDI’ 29 NOVEMBRE ORE 21,15 ALLA CASA DEL POPOLO. INGRESSO LIBERO

Nei giorni scorsi, dopo gli scontri a Bologna e Torino tra militanti di estrema destra ed estrema sinistra e tra questi e le forze dell’ordine, molti commentatori e anche molti giornali hanno parlato di clima da anni ’70 evocando i fantasmi degli anni di piombo, degli opposti estremismi, della politica che cedeva il passo alla “compagna P38” e questo solo perché qualcuno tra i manifestanti ha fatto il cenno della pistola con le tre dita della mano e perché qualche poliziotto è finito al pronto soccorso a farsi medicare. La violenza non andava bene allora e non va bene adesso. E non è mai una soluzione. Ma dai fatti di questi ultimi giorni agli anni ’70 ce ne corre. Non siamo nemmeno nei paraggi. Né per la quantità, né per la qualità degli episodi di “rivolta”.

Cosa furono gli anni di piombo, gli anni della “strategia della tensione”, poi della P38 e del terrorismo rosso e nero lo racconteremo Venerdì 29 novembre, in un nuovo reading prodotto da Primapagina. Dove? direttamente lì, in uno dei luoghi del delitto. Per la precisione alla Casa del Popolo di Moiano, luogo simbolo della sinistra umbra che il 23 aprile del 1974 fu oggetto di un attentato fascista con una bomba che solo per un caso – e per fortuna – non fece morti e feriti. Una bomba che per quantità di tritolo era il doppio di quella che fece 8 morti in Piazza della Loggia a Brescia un mese dopo.

Venerdì 29, alla Casa del Popolo di Moiano, racconteremo quel fatto che proiettò non solo Moiano, ma tutto il territorio circostante dentro le cronache televisive, ne pieno del vortice sanguinoso di quel periodo. Lo faremo attraverso il ricordo di chi quella mattina, a 18 anni, non andò a scuola, ma a Moiano a vedere cosa era successo. E racconteremo anche tutto ciò che ne seguì: gli arresti, gli altri attentati, le manifestazioni, i morti nelle piazze, sui treni, i tentativi di golpe, lo scontro generazionale dentro le famiglie e quello politico tra chi aveva paura di fare la stessa fine del Cile e chi vedeva invece nel compromesso storico di Berlinguer un cedimento alle logiche borghesi e moderate. Racconteremo lo sconcerto per la scoperta di una cellula BR sempre lì, nei pressi di Moiano, e per la notizia che quella cellula faceva da contorno alle riunioni della Direzione strategica delle BR durante il sequestro Moro…

Proveremo a raccontare dei “teoremi” che fecero vittime innocenti, persone che si trovarono sbattute come mostri in prima pagina (staccato) e per 20 anni e passa hanno vissuto con l’etichetta di “presunto terrorista e spia”. Lo faremo con la voce narrante – ormai collaudata – di Alessandro Lanzani e la chitarra graffiante di Igor Abbas a sottolineare le atmosfere di quegli anni per molti versi cupi, ma dal punto di vista musicale assolutamente irripetibili: Jimi Hendrix, Creedence, Who, Deep Purple, Pink Floyd, Led Zeppelin… Non si è più ascoltato niente di meglio, dopo.

La sera prima della bomba alla casa del popolo di Moiano, noi studentelli liceali eravamo riuniti in religioso silenzio ad ascoltare “The dark side of the moon” uscito da non molto e a discutere su come i Pink Floyd stavano rivoluzionando il vecchio rock portandolo su pianeti inesplorati…

L’evento di venerdì 29 a Moiano (ore 21,15) si intitola “LA BOMBA. Quando eravamo bianchi, rossi e neri” . Di fatto è una rievocazione, a 50 anni dalla bomba del ’74. E’ organizzato e promosso da primapagina insieme al Circolo Arci di Moiano e alla Fondazione Pietro Conti Umbria che gestisce le case del popolo nella regione. E’ a ingresso libero.

Come giornale siamo felici di proporre il nostro reading proprio laddove il fatto avvenne mezzo secolo fa. La serata è dedicata a chi in quegli anni duri ci rimise la pelle. Ed è però indirizzata a chi c’era (perché la memoria è importante) e anche a chi non c’era perché più giovane e quindi arrivato dopo.

In quegli anni questo territorio, apparentemente periferico e tranquillo, lontano dai grandi centri e dalla linea del fronte, non si fece mancare niente, ma proprio niente. Chi ha scritto e racconterà la storia di quell’attentato e di ciò che ne seguì, all’epoca c’era, aveva 18-20 anni… Ci piacerebbe che i 18-20enni, ma anche i 30-40enni di oggi venissero ad ascoltarla. Perché situazioni come quelle possono riprensentarsi. Anche quando e dove meno te le aspetti. Nessuno si aspettava una bomba a Moiano il 23 aprile del ’74… E quella stessa notte in Italia ne scoppiarono quattro.

Ci piacerebbe che venissero ad ascoltarla anche i sindaci, gli assessori, i consiglieri comunali, i dirigenti di partito, i sindacalisti, le persone attive nella società civile di tutto il comprensorio a cavallo tra Umbria e Toscana. Molti sono giovani, sono arrivati dopo. All’epoca non erano ancora nati. Ma sapere da dove veniamo tutti quanti e cosa ci portiamo appresso può essere utile a comprendere e ad affrontare meglio i problemi dell’oggi.

 

Nelle foto: l’epigrafe della Casa del Popolo di Moiano mandata in frantumi dalla bomba del ’74; la locandina dell’evento del 29 novembre; una immagine dei danni causati dall’esplosione.

 

 

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