METROBUS E PERUGIA-CHIUSI, DUE NODI DA SCIOGLIERE. SULLO SFONDO LE REGIONALI DI DICEMBRE IN UMBRIA
COMITATI, PD, VITTORIA FERDINANDI PREMONO SULLA QUESTIONE INFRASTRUTTURE E MOBILITA’
La Giunta Regionale umbra apre il confronto dibattito sulla proposta del nuovo Piano regionale dei trasporti (Prt) pre-adottata il 3 luglio scorso.”E che – sottolinea una nota dell’Ente – con una visione di sistema, definisce obiettivi, strategie e linee di intervento per il potenziamento e la qualificazione della rete delle infrastrutture e dei trasporti nel decennio 2024-2034, proseguendo nell’impegno prioritario di porre fine all’isolamento dell’Umbria e dotarla dell’indispensabile assetto infrastrutturale e trasportistico a supporto dello sviluppo economico e sociale“.
Un tema quello del trasporto di cose e persone vastissimo, che in passato al contrario di quanto è avvenuto in tutto il resto d’Europa, è stato fortemente condizionato dagli interessi delle multinazionali dell’automobile. Infatti siamo l’unico Paese europeo dove l’80% del trasporto di cose e persone avviene su gomma e dove negli ultmi 50-60 anni sono stati letteralmemnte smantellati 7.000 km di ferrovie, per lo più trasversali rispetto alle tre direttitci longitudinali (tirrenica, adriatica e Milano-Reggio Calabria). Tutto ciò, come dicevamo, per favorire gli interessi dell’industria automobilistica.
L’Umbria, cuore geografico d’Italia, è rimasta stritolata da questa politica, rimanendo al tempo stesso isolata rispetto ai grandi flussi e alle grandi direttrici, potendo contare solo sul tratto Attigliano-Città della Pieve (stazione dismessa), stazione di Castiglione del Lago in funzione solo per i treni regionali e sulla Ferrovia Centrale Umbra (Terni-Sansepolcro) che è comunque una linea secondaria.
Di Perugia e Umbria isolate si parla dalla fine dell’800. Così come della necessità di rompere e uscire da tale isolamento. Secondo la Giunta regionale Tesei-Melasecche da un lato la famigerata stazione volante Mediaetruria per l’aggancio all’alta velocità nei pressi di Cortona e il BRT o Metrobus per il collegamento rapido fra il capoluogo e la periferia Ovest fino a Tavernelle, insieme alle grandi arterie per l’Adriatico, dovrebbero dare una grossa mano in tal senso.
Ma non tutti sono convinti. Per esempio la neo sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi (centro sinistra) ha già fatto intendere che il progetto BRT dovrebbe essere rivisto, perché così come è stato pensato e impostato rischia di essere una toppa peggiore del buco, con quel serpentone di 20 metri con cadenza di un mezzo ogni ora, che fnirebbe per intasare e prendere in ostaggio la Pievaiola tra Casteldel Piano e Tavernelle. Vittoria Ferdinandi però ha le mani legate, perché la giunta precedente si è portata avanti con il lavoro acquistando 14 mezzi per un totale di 14 milioni di euro e perché con i contratti di appalto già firmati, la revisione del progetto comporterebbe il pagamento di penali milionarie. Che sarebbero anche uno spreco di denaro pubblico. Insostenibile.
La questone si è fatta spinosa. I Comitati dei vari quartieri insistono per il No al mega bus, sostituendolo magari con bus da 30 posti, meno impattanti. Certo con l’acquisto già fatto, per Vittoria Ferdinandi non sarà una passeggiata disfarsi dei mega bus e sostituirli con i bus da 30 posti… Una bella gatta da pelare.
A sostegno delle preplessità della sindaca e dei comitati è intervenuto nei giorni scorsi l’ing. Fabio Maria Ciuffini, che è non solo il padre della Scale Mobili e della mobilità alternativa perugina, ma è stato anche parlamentare (Pci) e membro del Cda di Fs, quindi uno che di trasporti se ne intende. Ciuffini sostiene che l’idea è giusta, ma servono mezzi di dimensioni diverse, più ridotte, anche perché da Tavernelle-Castel del Piano a Perugia non c’è una massa critica di abitanti qui di di utenza, tale da giustificare mezzi da 130 posti ogni ora… Così come sostiene che la mobilità slow va favorita ridisegnandola completamente a partire dai marciapiedi e piste ciclabili insieme mezzi innovativi come scae mobili, minimetrò, posteggi scambiatori, riabituando la gente anche a fare 100 metri a piedi, che fa pure bene alla salute…
Ma un ragionamento è quello per la mobilità interna alle città e tra centro e periferie, un altro è quello per i collegamenti esterni, e l’aggancio alle grandi linee stradali e ferroviarie nazionali. A questo proposito non solo i comitati, insistono, anche il Pd di Mugnano e Fontignano che sono due frazioni di Perugia annuncia inziative per la prossima settimana (mercoledì 31), un’incontro con gli stessi comitati di Castel del Piano e San Sisto (altre farzioni di Perugia) per parlare ovviamente del BRT e per rilanciare il progetto della Perugia-Chiusi con la convnzione che questa e solo questa sia la soluzione per togliere il capoluogo umbro dal suoi isolamento storico, almeno sul lato ovest. Perugia-Chiusi intesa come adeguamento della SR 220 Pievaiola. Su questo tema il Pd di Mugnano e Fontignano denuncia la “sparizione” del famoso “quarto lotto” i cui lavori avrebbero dovuto essere già finiti e invece nullla si è visto. Così come nessun passo è stato fatto per l’adeguamemnto della “strozzatura” della provinciale 309 del Fornello tra Piegaro e Moiano per consentire lo sbocco a Po’ Bandino-Chiusi e quindi ai caselli A1 di Chiusi-Chianciano verso nord e Fabro verso sud oltre che alla stazione di Chiusi.
Quanto al Brt che dovrebbe collegare Perugia con Castel del Pian e proseguire fino a Tavernelle è convinzione diffusa che con una Pievaiola ristrutturata e veloicizzata (in parte già lo è), sarebbe gioco facile farlo arrivare fino a Chiusi: meno di 40 km per un tempo di percorrenza inferiore all’ora fermate comprese.
Ovviamente un rapporto stretto e un collegamento rapido tra Perugia e Chiusi rappresenterebbe anche la chiave di volta per rafforzare la stazione di Chiusi, riportarci la fermata dell’alta velocità che c’è stata fino al 2022 e che è stata “soppressa” nel 2023. E Chiusi è indubbiamente l’aggancio più vicino. Per arrivare alla ipotetica Media Etruria in mezzo al nulla di Creti, i perugini dovranno percorrere circa 60 km, per andare a Orte 125, per Arezzo, 85… I conti si fanno alla svelta. E questa era anche convinzione dell’on. Maschiella il quale insieme all’on Micheli (Dc di Terni) sosteneva che solo l’aggancio a Chiusi avrebbe tolto Perugia dal suo storico isolamento.
Il dibattito su infrastrutture e viabilità che nonostante il caldo, nell’area perugina non si placa e non va in vacanza, ha sullo sfondo una scadenza politico-amministrativa assai rilevante: le elezioni regionali che si terranno alla fine dell’anno. Il centro destra sembra voler puntare sulla riconferma di Donatella Tesei, il centro sinistra allargato viaggia verso la candidatura di Stefania Proietti, attuale sindaca di Assisi che però ad oggi non ha ancora sciolto le riserve… La qeustione insiema alla sanità sarà uno dei temi centrali della campagna elettorale d’autunno. Negli ultimi 5 anni il centro destra al governo ha sempre guardato verso l’asse Foligno-Marche, come del resto il centro sinistra guidati prima da Marias Rita Lorenzetti, poi da Catiuscia Marini. Adesso Vittoria Ferdinandi, dalle prime battute, sembra più attenta al lato ovest e sembra voler mettere in dicussione la convinzione consolidata nei governi regionali e perugini che l’Umbria finisse a Castel del Piano e che tutta la valle del Nestore fosse una sorta di terra di nessuno. E proprio perché ul collegamento Perugia-Chiusi rafforza sa Perugia che l’area di Chiusi, Vittoria Ferdinandi e il comuine di Perugia diventano il principale interlocutore anche per chi si batte contro la stazione Media Etruria e per il rilancio del nodo chiusino.
Nelle Foto (Umbria Tv e Perugia Today): il metrobus che dovrebbe entrare in funzione tra Perugia e Tavernelle e la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi.