LA VALDICHIANA SENESE CANDIDATA A CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2026: LE CARTE BUONE E QUELLE MENO BUONE

venerdì 17th, novembre 2023 / 11:47
LA VALDICHIANA SENESE CANDIDATA A CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2026: LE CARTE BUONE E QUELLE MENO BUONE
0 Flares 0 Flares ×

MONTEPULCIANO – Mercoledì 15 novembre a Montepulciano, sala consiliare (per l’occasione anche sala del Consiglio dell’Unione dei Comuni), è stata presentata ufficialmente e formalmente la candidatura della Valdichiana senese a Capitale Italiana della Cultura 2026. Un progetto e un obiettivo molto ambizioso sul quale i comuni e varie associazioni stanno lavorando da tempo e che adesso entra nella fase decisiva.

Il prossimo 15 dicembre infatti verranno selezionati dal Governo i 10 progetti di candidatura che accederanno alla fase finale. La top ten.
“Abbiamo tra le mani un dossier che può davvero rappresentare un piano strategico per coordinare la cultura della Valdichiana Senese per i prossimi anni a prescindere da come finirà la candidatura. La Valdichiana Senese in questi anni ha saputo gestire assieme tante e diverse funzioni specifiche, i servizi socio-assistenziali, una pianificazione urbanistica di livello intercomunale e un ambito turistico di area. Con questo percorso abbiamo posto le basi su una progettualità di area che dovremo essere in grado di valorizzare e mettere in atto“, così scrive il sindaco di Montepulciano Angiolini a commento della riunione  introdotta dalla presidente dell’Unione dei Comuni Agnese Carletti, sindaca di San Casciano Bagni e dal direttore del progetto Filippo Del Corno.
Ovvio che cose di questo genere, mettono in moto aspettative, ma anche discussioni, ragionamenti, progetti che magari sarebbero rimasti sopiti o sottotraccia. Dunque di sicuro male non fa, indipendentemente da come finirà la partita.  Ma quali carte ha in mano la Valdichiana senese per aspirare a diventare Capitale Italiana della Cultuta del 2026? Ad occhio e croce, purtroppo, non moltissime. Prima di tutto perché la Valdichiaa senese, al di là del lavoro comune fatto su questa specifica questione (e che è positivo) non è una zona omogenea, non è una “città”.  L’idea della “Città Valdichiana” lanciata dal Pci nei primi anni ’80 non è mai di fatto decollata. La Valdichiana non è mai diventata un corpo unico e univoco. E questo si vede anche da altre questioni come la sanità o quella dei trasporti e viabilità che fa molto discutere in questi mesi.
I Comuni dell’Unione sono 10: Cetona, Chianciano Terme. Chiusi, Montepulciano, Pienza, San Casciano Bagni, Sarteano,  Sinalunga, Torrrita di Siena e Trequanda. Ma uno (e uno di quelli culturalmente più rilevanti) con la Valdichiana c’entra poco o nulla, perché è in Val d’Orcia: parliamo di Pienza. Un altro ci sta dentro, ma con un piede solo, l’altro ce l’ha nelle Crete senesi ed è Trequanda.
Culturalmente parlando la Valdichiana ha una buona dotazione: sette teatri (Montepulciano, Chiusi, Sinalunga, Torrita di Siena, Sarteano, Acquaviva, San Casciano Bagni, più alcune sale teatro (a Chianciano, Bettolle, Montepulciano…). E più o meno tutti sono in funzione e propongono cartelloni ed eventi. Ha due multisale cinematografiche, una a Sinalunga e una a Chiusi, molte sale, sia in edifici e contesti storici che moderne, per eventi; Biblioteche, Università popolari in diversi comuni.
A livello di eventi ha un grande festival noto in tutta Europa per qualità della proposta culturale che ha superato i 40 anni (Il Cantiere Internazionale d’Arte a Montepulciano), l’esperienza unica del Teatro Povero di Monticchiello, due importanti festival rock (il Live Rock Festival di Acquaviva e il Lars Rock Fest di Chiusi), vari festival estivi, alcune rassegne o festival tematici (uno legato alla lirica a Torrita, uno legato a jazz & blues a Sarteano), tre rievocazioni storiche importanti come il Bravìo delle Botti a Montepulciano, la Giostra del Saracino a Sarteano, il Palio della Rivalsa a Bettolle, più altre disfide, palii ed eventi a Chiusi, a San Casciano, a Cetona, a Trequanda…
Ha un museo nazionale (quello archeologico di Chiusi), vari musei civici o diocesani piuttosto rilevanti (Chianciano, Sarteano, Cetona, Pienza, Montepulciano, Petroio, Monticchiello, cui si aggiungerà presto quello di San Casciano Bagni), siti archeologici di rilevanza mondiale come le tombe etrusche di Chiusi (purtroppo però chiuse al pubblico, e questo non depone a favore), il Bagno Grande a San Casciano Bagni, teatro di un ritrovamento straordinario un anno fa, le Pianacce a Sarteano, le grotte di Belverde a Cetona.
La Valdichiana ha anche scuole di musica (molto importante quella legata al Cantiere Internazionale d’Arte), filarmoniche e bande cittadine in tutti i comuni e anche in diverse frazioni, compagnie teatrali e scuole di teatro, club fotografici, non pochi musicisti e band musicali di generi diversi.  Può annoverare a questo proposito anche registi, attori e musicisti professionisti come prodotti del territorio. Il più noto è Francesco Bianconi dei Baustelle, che è di Montepulciano ed è anche testimionial della candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2026 insiene a Paola Turci (che invece è solo cittadina “acquisita” di Trequanda). Ma meritano una citazione Laura Fatini, Gabriele Valentini, Carlo Pasquini, Gianni Poliziani, Manfredi Rutelli, Alessandro Manzini… Non mancano pittori, scultori, scrittori.
Dal punto di vista architettonico la Valdichiana senese può mettere sul piatto, a sostegno della candidatura, la “Perla del ‘500”, Montepulciano, esempio tra i più fulgidi e ricchi di architettura rinascimentale con palazzi, chiese e opere firmate dalle più grandi archistar del 4-‘500…  Ma sono rilevanti anche i centri storici di Pienza, città ideale fatta disegnare da papa Pio II, sempre nel ‘400, Chiusi, con una cattedrale tra le più antiche e importanti della Toscana, Sarteano, Cetona, Torrita di Siena, Sinalunga, Chianciano, San Casciano Bagni. E pure alcune frazioni come Petroio e Castelmuzio (Trequanda), Montefollonico (Torrita), Monticchiello (Pienza), Castiglioncello del Trinoro (Sarteano), Scrofiano e Farnetella (Sinalunga), Celle sul Rigo (San Casciano).
La zona è lambita da due grandi “autostrade dell’antichità”: la Francigena e la “Romea Germanica” che portavano a Canterbury e a Stade nei pressi di Amburgo ed è attraversata da un percorso pedonale-ciclabile, il Sentiero della Bonifica, che segue il tracciato dei canali della Grande Bonifica della valle operata tra il 1780 e il 1820 dal Granducato di Toscana e, nella parte a sud di Chiusi dal Granducato e dallo Stato Pontificio: percorso che porta da Chiusi Scalo ad Arezzo da un lato e da Chiusi Scalo ad Orvieto dall’altro, con la presenza lungo il percorso di ponti, opere idrauliche, edifici e manufatti storici rilevantissimi, oltre naturalmente alle bellissime fattorie e case coloniche Leopoldine. Molte purtroppo abbandonate (e anche questo non  depone favore).
Oltre tutto questo c’è anche la cosiddetta cultura materiale (il vino, l’olio, i pici, il brustico, la terracotta…) e il fatto di essere stata nei secoli una zona centrale e decisiva non solo geograficamente, ma anche nelle vicende storiche e politiche: la preistoria a Cetona; gli Etruschi, i Romani, i Longobardi a Chiusi; il Rinascimento a Montepulciano e Pienza, in epoca più recente le lotte mezzadrili e dei fornaciai a Torrita e Sinalunga…
Insomma la Valdichiana non parte da zero. Alcune carte ce le ha. Indubbiamente. Il problema, se mai, sorge quando si passa dall’elenco delle risorse, alla verifica di come funzionano, di come sono tenute, di quale è il livello di fruizione e anche di quello che è il grado di coesione e unità di intenti tra i vari comuni, i vari sodalizi e le varie istituzioni culturali. Lì arrivano le note dolenti. Perché al di là dell’impegno comune intorno alla candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2026, fino ad ora ognuno è andato avanti praticamente per conto proprio e se qualche collaborazione e interazione qua e là si scorge, il più delle volte è un fatto isolato o sporadico. Le stagioni teatrali sono spesso in concorrenza tra loro, gli spazi (teatri, sale ecc.) pur essendo pubblici sono in molti casi gestiti da enti, associazioni o fondazioni in maniera privatistica e risultano difficilmente fruibili per le compagnie locali a causa di costi elevati e adempimenti burocratici, anche siti archeologici e musei presentano spesso problematiche nella frubilità legate alla carenza di personale addetto, sia che si tratti di gestioni affidate a Ministero, Comuni o enti religiosi. La manutenzione dei siti esterni non sempre è ottimale e ci sono situazioni che gridano vendetta (vedi la Domus romana di Chiusi, ma non è la sola). Idem dicasi per i percorsi trekking o ciclabili. Fino al 2022 c’era la fermata del Frecciarossa a Chiusi che consentiva un approdo nella zona attraverso l’alta velocità. Adesso non c’è più. Per gli eventi culturali e il turismo si è trattato di un colpo basso. Doloroso.
Ce la farà la Valdichiana a spuntarla?
Come docevamo non sarà facile. Le 16 candidature da cui uscirà la top ten, vedono 6 capoluoghi di provincia ovvero Cosenza, L’Aquila, Latina, Lucca, Rimini e Treviso; 7 comuni non capoluogo, per la precisione Agnone (Isernia); Alba (Cuneo); Bernalda (Matera); Gaeta (Latina), Lucera (Foggia);
(Potenza); Marcellinara (Catanzaro) e tre Unioni di Comuni: Unione dei Comuni Terre dell’Olio e del Sagrantino (Perugia); Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena); Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana (Arezzo).  La concorrenza non è da poco. Solo Lucca o la Valtiberina Toscana (che è la terra di Piero della Francesca), per rimanere nella Regione, hanno un appeal piuttosto forte.
In ogni caso c’è da augurarsi che la candidatura a Capitale Italiana della Cultura, candidatura della zona e non di un singolo comune, con il lavoro già fatto e quello che si farà, porti con sé anche qualche riflessione su ciò che la Valdichiana ha da offrire sotto questo aspetto, ma anche su ciò che non funziona o che potrebbe funzionare meglio, sulle carenze e sulle criticità, sulla gestione stessa dei “contenitori” e su come valorizzare i “giacimenti culturali” (quelli materiali e quelli costituiti da esperienze, professionalità, persone che propongono, pensano,  fanno) che sono presenti sul territorio, su come metterli a sistema, creando relazioni e sinergie strutturate e non occasionali. Con la speranza che la candidatura e i discorsi che si faranno su di essa non diventino uno specchietto per le allodole o una lente deformante  che altera e nasconde la realtà delle cose. Una realtà che non è pessima. Tutt’altro. Ma potrebbe essere anche migliore.
m.l.
0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube