CI SI PUO’ALLENARE AD ESSERE FELICI? DAI BANCHI DEL LICEO AL PALCOSCENICO, UNO SPETTACOLO DI CARLO PASQUINI

mercoledì 22nd, novembre 2023 / 12:45
CI SI PUO’ALLENARE AD ESSERE FELICI? DAI BANCHI DEL LICEO AL PALCOSCENICO, UNO SPETTACOLO DI CARLO PASQUINI
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MONTEPULCIANO – La compagnia teatrale FUC di Montepulciano, nata qualche anno fa sui banchi di scuola dei licei Poliziani da corsi teatrali sperimentali tenuti da Carlo Pasquini (oggi direttore artistico e regista della stessa), lo scorso fine settimana è tornata in scena dopo il successo della primavera, per riproporre a Palazzo Ricci “La Palestra della Felicità”, di Valentina Diana. Dell’autrice Carlo Pasquini che ha scelto il testo insieme agli attori dice: “Ne ho ammirato la cura linguistica e una originalità trascinante”. Un testo non semplice: “Il testo ha un andamento bizzarro nella sua composizione formale in cui il teatro nel teatro non è soltanto un mezzo per raccontare ma anche uno strumento che riflette sulla felicità o, meglio ancora, sull’infelicità. Tutti noi aneliamo alla felicità e il rapporto amoroso ci sembra il luogo ideale per raggiungerla ma veniamo spesso smentiti da questo sopraggiungere dell’infelicità come malattia endemica della modernità”. Un testo non facile da tradurre in scena quindi: “La messa in scena non è stata semplice ma con l’aiuto degli attori (Emma Bali, Luca Amirante, William Camastra, Dafne Rosati) siamo approdati ad una lettura del testo che esaltasse le parti surreali e divertenti e scoperchiasse la follia quotidiana che si nasconde dentro le nostre azioni”. Il lavoro fatto (vale la pena citare l’essenzialità delle scene di Fernando Dottori e l’accuratezza dei costumi di Elisa Le Porta) non è mai sprecato ed il successo ottenuto può aprire nuovi orizzonti: “Quando si giunge a concludere un lavoro come questo – ha spiegato Pasquini – che ha riscosso un successo di tale proporzione che non ci aspettavamo nasce la speranza di poterlo mostrare ancora, di farlo circuitare e abbiamo un contatto con la Fondazione Toscana spettacolo”. Ipotesi suggestiva in cui il regista però ci crede poco perché: “Nel nostro territorio le stagioni teatrali sono spesso in concorrenza tra loro – critica Pasquini – e non danno spazio alle produzioni locali di qualità soprattutto quando questi teatri sono gestiti da Fondazioni. Carlo Pasquini sostiene che queste fondazioni parlano in un modo e poi agiscono nel modo contrario. “Prima o poi vorrei che qualcuno mi spiegasse i motivi di questa schizofrenia culturale” ha concluso il regista. Alla rappresentazione di sabato era presente l’autrice del testo Valentina Diana, che vive a Chieri e il cui romanzo edito da Einaudi “Smamma” sta riscuotendo un notevole successo tra i giovani. La Diana spiega l’idea del testo: “Questa condizione non ci piace andiamocene via ma dove andiamo? Cioè, è sempre la stessa condizione umana, una condizione in cui uno o vive la propria vita con tutte le imperfezioni che ci sono, le complessità e le difficoltà, oppure non vive perché non c’è un’alternativa”. L’autrice spiega che il titolo è ironico, tragicomico quasi, nel senso che parla di qualcosa che con la felicità ha a che fare quasi per contrasto ed è quello che viene raccontato. L’esegesi di tutta la rappresentazione sta in una citazione tratta dal libro di Giobbe, nel momento in cui questi si lamenta con Dio per tutto ciò che gli accade, per la sua condizione umana sfortunata, messa alla prova, eccetera. A un certo punto Dio chiede a Giobbe dove questi fosse quando ha creato l’Universo. “E quindi l’idea è un po’ quella che c’è qualcosa che ci sfugge a cui noi non siamo in grado di dare una risposta e che quindi esiste un elemento in cui non c’è una spiegazione” per tutto, ha concluso l’autrice.

Fabrizio Camastra

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