HO VISTO UN FILM: QUANDO IL DOMANI E’ IN BIANCO E NERO

martedì 31st, ottobre 2023 / 14:24
HO VISTO UN FILM: QUANDO IL DOMANI E’ IN BIANCO E NERO
0 Flares 0 Flares ×

Può capitare, a volte, di pensare che nonostante il grande disastro che ci ruota intorno non tutto sia perduto e che gli esseri umani possano ancora essere fruitori di cose belle e far progredire questo malconcio mondo ad un livello superiore che sappia anche di buono.
Tutto ciò accade ogni volta che incontriamo o ci scontriamo con qualcosa che ci scuote, che fa vibrare a tal punto le corde della nostra coscienza tanto da farci credere che abbiamo ancora la possibilità di poter fare qualcosa di mediamente accettabile ed essere ricordati in modo benevolo quando il nostro spazio tempo sarà concluso.
In questi giorni nelle sale cinematografiche italiane sta girando il film C’è ancora domani , ideato e diretto da Paola Cortellesi.
Una storia, ambientata nella Roma del secondo dopoguerra, che fa tornare a galla le nostre radici più prossime rendendoci consapevoli dell’emancipazione avuta in dote grazie al difficile percorso fatto da chi ci ha preceduto; da chi ha osato sovvertire un cliché, per esercitare un proprio diritto, anche a costo di rischiare la pelle.
Il film è l’istantanea di una città frizzante e caciarona, fatta di mercati e famiglie, di negozi, di bar e di vicini sempre pronti a “dasse ‘na mano quanno serve” ma all’interno di questo macrocosmo alla riscossa, che pedala di gran lena verso un futuro volto al cambiamento, continua incombere lo spettro della tradizione maschilista ed oppressiva che sovrasta all’interno del microcosmo familiare impedendo ad oltranza qualsiasi spiraglio di autonomia e di libertà.
Delia (Paola Cortellesi), sottomessa al volere del marito Ivano (Valerio Mastandrea) uomo violento ed ottuso, il suocero Sor Ottorino (Giorgio Colangeli) malevolo e dispotico, la bella figlia Marcella e il fidanzato, sono le sagome dei nostri nonni, dei nostri genitori, alle prese con un’Italia povera e tutta da ricostruire ma comunque votata alla leggerezza nonostante il peso dei tempi. Le violenze subite da Delia, le umiliazioni all’interno del nucleo familiare, la sua apparente rassegnazione, sono uno spaccato della vita privata e sociale delle donne del dopoguerra, incastonate tra trazione e progressismo, famiglia e desiderio di libertà.
La trama di questo dramedy in bianco e nero, apparentemente lineare e didascalico nasconde però un epilogo a sorpresa.
Delia, moglie devota e tenera madre, è destinata pian piano a sfumare e a lasciar spazio alla donna capace di attendere il momento giusto per agire e sovvertire lo status quo.
La Cortellesi attraverso l’espediente di una lettera misteriosa porta lo spettatore a cogliere gli aspetti più intimi di una Delia nuova capace di tutto pur di salvare se stessa e la figlia; in grado di fuggire pur di inseguire il sogno di una rinnovata identità.
E’ la sera dei miracoli fai attenzione qualcuno nei vicoli di Roma ha scritto una canzone (…) Si muove la città con le piazze i giardini e la gente nei bar (…). Ma questa sera vola, le sue vele nelle case sono mille lenzuola (…) Ed in mezzo a questo mare cercherò di scoprire quale stella sei perché mi perderei se dovessi scoprire che stanotte non ci sei.
L.Dalla.
E’ sulle note de La sera dei miracoli che il film scivola verso l’epilogo.
E’ la primavera del 1946, siamo sulla soglia di un vero e proprio miracolo. Il 2 giugno il popolo italiano è chiamato alle urne per determinare la forma di stato a seguito della fine della seconda guerra mondiale con il referendum monarchia o repubblica che vede chiamare alle urne per la prima volta anche le donne (in realtà le donne avevano votato anche tre mesi prima per le amministrative, ma quello fu un voto parziale, non su scala nazionale). Viene in mente un’altra canzone, di Paolo Conte: “Sulla Topolino amaranto/Si va che è un incanto/Nel quarantasei/Se le lascio sciolta un po’ la briglia/Mi sembra un’Aprilia/e rivali non ha…”. Il bianco e nero aiuta a rendere l’atmosfera del tempo. L’Italia che si rimette in moto dopo la guerra.
Roma brulica di gente, le strade sono piene di gonne e camicette, le borsette fanno da scrigno alle tessere elettorali e l’Italia vota facendo attenzione a non macchiare le schede con il rossetto.
Delia corre veloce, è bellissima, vestita a festa, in una città che la nasconde e la fa libera; libera di decidere per sé, per la prima volta.
Impossible immaginare dove stia volando la donna, la regia ci regala un colpo di scena unico, un’ epiphany magistrale volta a segnare destini diversi.
Una testimonianza preziosa questo film della Cortellesi, un pezzo di Storia che porta con sè una rivoluzione incredibile.
C’è ancora domani. Una possibilità per vedere e ricordare, per onorare la strada percorsa, per avere ancora un po’ di fiducia negli esseri umani perchè in fondo in fondo ci sono ancora alcuni capaci di fare qualcosa di buono e di bello non solo per se stessi ma anche per gli altri.
Paola Margheriti

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×