SABATO 4 NOVEMBRE FIACCOLATA PER LA PACE A SINALUNGA: SINDACO, VESCOVO E ROSY BINDI, INSIEME

martedì 31st, ottobre 2023 / 16:17
SABATO 4 NOVEMBRE FIACCOLATA PER LA PACE A SINALUNGA: SINDACO, VESCOVO E ROSY BINDI, INSIEME
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In tutta Italia e in tutto il mondo la gente scende in piazza per chiedere il cessate il fuoco e la fine del massacro di civili a Gaza. Nei cortei le bandiere palestinesi sono parecchie. Ma chi sfila e chiede pace non è gente che sta da una parte sola, che non vede il dramma degli israeliani, costretti anche loro a vivere nel terrore e colpiti dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, un attacco – diciamolo – non molto diverso dalle stragi che i nazisti fecerto nel ’44 in Italia a Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto o Civitella Valdichiana…

Chi scende in piazza, nella stragrande maggioranza dei casi, chiede pace e una soluzione diplomatica che ponga fine ad una carneficina che vede i bambini vittime principali e numerosissime e disegni un futuro di convivenza e di rispetto, non sostiene i terroristi di Hamas, a differenza di quanto serpeggia nei talk show televisivi a pensiero unico.

Anche nel territorio qualcosa si muove. Sabato 4 ottobre, per esempio a Sinalunga si terrà una fiaccolata notturna con partenza dal piazzale della stazione Fs e arrivo in Piazza Garibaldi, nel centro Storico. Un prcorso di circa 2 km, in salita. Con punto ristoro alla fine. E servizio navetta per il rientro. Previsti gli interventi del sindaco di Sinalunga Edo Zacchei (Pd), di Rosy Bindi nell’occasione invitata come Presidente del Comitato per il centenario di Don Lorenzo Milani, e del card. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena, Colle Val d’Elsa, Montepulciano, Chiusi e Pienza. 

Insomma Pd e mondo cattolico, con la presenza forte dell’ex ministro Bindi, che in questi giorni anche dagli schermi della Tv ha preso posizioni coraggiose e decisamente contro l’attacco di Hamas, ma anche contro la rappresaglia israeliana che sta facendo migliaia di vittime civile dentro Gaza. Rosy Bindi gioca comunque in casa, perché abita a Sinalunga ed evidentemente non ha voluto far mancare la sua voce, in questo drammatico frangente.

“Anche la pace può fare rumore”, questo lo slogan scelto dal Comune di Sinalunga, dalle parrocchie di San Martino e San Pietro ad Mensulas e dalle associazioni locali, promotrici dell’appuntamento.

Anche dalla Valdichiana insomma sale un grido di dolore per quanto sta accadendo in Medio Oriente, per i rischi di una escalation del conflitto e per quella che si profila – anzi è già a tutti gli effetti – una catastrofe umanitaria di proporzioni  bibliche.

La fiaccolata in programma sabato 4 novembre, che in Italia è anche la data simbolo della vittoria nella Grande Guerra 1915-18, ricorda una iniziativa identica che si tenne nel 2003 a Chiusi. Anche allora fu una fiaccolata silenziosa, per segnalare il dissenso verso la guerra in Iraq. Anche allora insieme a forze della sinistra, a varie associazioni e soggetti della società civile (l’Arci e Primapagina, per esempio), ci fu la presenza attiva di alcune parrocchie, del Vescovo della Diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza Mons. Rodolfo Cetoloni, del suo braccio destro (o sinistro) Don Carlo Prezzolini, del sindaco di Chiusi Ceccobao e di altri sindaci dei paesi limitrofi, insieme ad altri preti, suore e cittadini comuni, molti dei quali comunisti o post comunisti. E se non ricordiamo male c’era, anche Rosy Bindi. 

Ci auguriamo che la Fiaccolata per la Pace di sabato 4 a Sinalunga abbia lo stesso successo che ebbe quella di Chiusi del 2003. Sono passati vent’anni e siamo di nuovo a dover marciare per chiedere di ridare voce alla pace, alla diplomazia, alla convivenza e di far tacere le armi. Venti anni fa a Chiusi, oggi a Sinalunga. Due paesi che sono due realtà allo specchio, simili per conformazione sociale e struttura urbana. Due cittadine con un passato industriale e operaio importante, fatto soprattutto di fornaci. Due cittadine che hanno una stazione ferroviaria, il teatro, una multisala cinematrografica; che sono la porta – una a nord e una a sud – della Valdichiana; due cittadine che in passato hanno subito l’assedio di truppe nemiche (le stesse) e la violenza della battaglia e dei massacri.

Qualcuno dirà che iniziative del genere lasciano il tempo che trovano perché non entrano nel merito del problema, non affrontano il nodo centrale, cioè il diritto dei palestinesi di vivere in pace in un Paese loro, non in un lager a cielo aperto; perché di fronte al massacro dei civili da parte dell’esercito di un paese che si definisce democratico, non si può rimanere equidistanti; perché se i palestinesi (o gran parte di loro) sostengono Hamas è dovuto al fatto che Israele li ha costretti per decenni a vivere come topi in gabbia, senza possibilità di muoversi;  perché i coloni istraeliani hanno occupato con le armi i loro territori, controllandone le risorse a proprio piacimento;  perché quello che sta facendo adesso Israele e Gaza è un assedio di tipo medievale e una invasione armata a scopo di genocidio (annientamento totale del popolo palestinese). E’ tutto vero. E anche in Israele ci sono voci che contestano la politica e la condotta del governo Netanyahu e dei militari. Circola anche un video in cui tre donne ostaggio di Hamas accusano il premier israeliano e la sua condotta dal 7 ottobre ad oggi…

Ma in questa fase, di fronte al martellamento giornaliero della striscia di Gaza con morti e feriti tra la popolazione civile che vi è assiepata, ogni voce che dica “fermatevi!” è da accogliere e salutare con favore. E’ una voce a favore dei civili palestinesi e anche dei civili israeliani ostaggi entrambi di fazioni che hanno altri obiettivi, non quello di fare la pace.

m.l.

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