HO VISTO UN FILM: UN KOLOSSAL APOLOGO SUL BENE E IL MALE CHE E’ UNA LEZIONE SUI METODI SPICCI DEL CAPITALISMO. SU COME GLI USA SONO DIVENTATI QUELLO CHE SONO
CHIUSI – Un mese fa, alla Multisala Clev si tenne una serata sull’accoglienza e i migranti, con la proiezione del film “Io capitano” di Matteo Garrone. Un film forte sull’odissea di chi lascia l’Africa per fuggire da guerre, carestie, colpi di stato, violenze di ogni genere e si avventura prima nel deserto, poi in mare alla ricerca della possibilità di una vita migliore in Europa. Spesso trovando altre violenze, la galera, i lager e anche la morte nel canale di Sicilia. In quel “mare nostrum” che è diventato un cimitero. In questi giorni sempre al Clev Village è in proiezione un altro film “forte”. Verrebbe da dire un kolossal, sia per la lunghezza, dura più di 3 ore, sia per il regista considerato il migliore al mondo, Martin Scorsese, sia per il cast che vede insieme Leonardo Di Caprio, Robert De Niro e Lily Gladstone.
Il film è Killers of the Flower Moon, che a prima vista può sembrare un western o quasi. Un post western, ambientato nel west degli Usa negli anni ’20 del ‘900. Cento anni fa. Solo 10 anni dopo la morte di Geronimo. Precisamente in Oklahoma, cioè in un territorio e in un periodo in cui le parole pellerossa e visopallido fanno ancora parte della lingua parlata, in un periodo in cui la nazione americana cresce e si sviluppa con metodi spicci del potere, che spesso è il potere dei soldi e delle pistole.
La storia che il film racconta in quelle tre ore, con sequenze e dialoghi talvolta ripetitivi e insistiti oltre il dovuto (senza per questo mettere in dubbio la bravura di Scorsese, ci mancherebbe altro) è una storia di violenze, di sogni infranti e traditi, di deprivazioni e depredazioni del più forte a danno dei più deboli. E una storia vera peraltro, tratta da un best seller di David Grann.
La “nazione Osage”, una tribù indiana dell’Oklahoma, appunto, rinchiusa in una riserva 50 anni prima, più o meno, diviene improvvisamente ricca, per la scoperta che nei propri territori scorrono fiumi di petrolio. La cosa però scatena l’avidità della comunità bianca, pronta a tutto, anche all’omicidio, pur di mettere le mani su quella inaspettata e inusitata ricchezza, che non può rimanere in mano agli indiani.
Scorsese, partendo dal libro-inchiesta di Grann, ricostruisce i fatti, li racconta come una discesa agli inferi di un paese che pensa solo ad arricchirsi, non importa come. E che disprezza chi considera inferiore, come i nativi, già ampiamente sterminati e deportati, rinchiusi nelle riserve. E’ un west già avviato all’industrializzazione, senza regole e senza miti. Senza moralità. Unico Dio, il denaro. L’avidità, la spasmodica ricerca non della felicità, ma della ricchezza personale, l’unica molla che muove quel microcosmo. In qualche modo è una sortta di “affresco” storico sull’America degli anni ’20. Quell’America che anche laggiù in Oklahoma non era più far west, ma gli somigliava ancora parecchio, nonostante la ferrovia avesse accorciato le distanze…
E quello che è il substrato della nascita di una nazione (parto violento e non certo indolore), nel film è anche una saga familiare, un triangolo fra i tre protagonisti principali: Ernest/Di Caprio, reduce della Grande Guerra, avido, ma svampito e incapace; Molly/Gladstone, sua moglie, indiana della nazione Osage, che diventa vittima sacrificale, ingannata e alla fine pure avvelenata; William/De Niro, lo zio di Ernest, gangster che si mette a capo della “tribù” dei gangaster cioè dei bianchi pronti a tutto pur di assicurarsi l’oro nero che sta rendendo ricchi quegli sraccioni degli Osage… E’ sempre la solita storia del ricco e famelico possidente che prevarica e uccide, anche, se necessario per raggiungere il proprio scopo. Sembra un fumetto di Tex Willer, ambientato n po’ più avanti nel tempo. Ma il film di Scorsese, è meno western di quanto possa apparire, è anche un apologo sull’amore, sulla redenzione-espiazione in senso cristiano, sulla famiglia… Un apologo sul bene e il male.
All’inizio del film la Nazione Osage sembra l’America che avrebbe potuto essere e che non è stata, in cui bianchi e nativi convivono ormai in pace, si sposano e si mescolano. Creano famiglie miste. Poi il petrolio scompagina i giochi. E quel melting pot creato a fatica, con i bianchi vincitori e gli indiani ridotti a poche cellule chiuse nello loro riserve, privati delle terre e delle loro tradizioni, ma ormai in via di integrazione, va in frantumi per l’avidità dei più forti. Un’avidità che però è essa stessa tragedia, un sasso legato al collo che trascina a fondo chi non conosce altra legge al di fuori di quella dei soldi, della violenza e della prevaricazione.
Chissà se con altri attori e non con due “totem” come Di Caprio e De Niro (che nel film, per una questione di mascelle, somigliano entrambi al Marlon Brando de “Il Padrino”) il film avrebbe avuto la stessa potenza e la stessa forza di attrazione del pubblico. Poteva anche durare una mezz’ora in meno senza perdere niente, ma resta comunque un “filmone”.
Volerci vedere, tra le righe, ciò che sta succedendo a Gaza, probabilmente è una forzatura. E non solo perché il film Scorsese lo ha girato prima, ma non è una forzatura vederci i modi tragici con cui si è affermato il capitalismo e certi paesi guida hanno gettato le basi della loro potenza. Metodi che usarono i francesi, gli inglesi, gli olandesi, i belgi in Africa e in Asia, i Conquistadores spagnoli e portoghesi e poi gli yankees con le loro “giacche blu” in America.
E se alla fine il film è solo una saga familiare, certe cose le fa capire lo stesso. E bene. Consigliato. Soprattutto in tempi come questi in cui delle depradazioni e delle violenze dei confronti dei più deboli ci si dimentica spesso.
m.l.
Il guaio è uno solo : che chi noi pensiamo che dovrebbe capire, capisce tutto questo che hai detto e forse anche lo condivide dentro la propria coscenza, ma accetta senza discuterne le regole di quella che io nei miei interminabili scritti parlando degli Stati Uniti d’America ho sempre detto che tutto questo mirabilmente si riassommi in una allocuzione:”British Penal Colony”. cioè lo spaccato etico-culturale da dove derivino le regole di quello stato che porta alla depredazione, dentro ma anche fuori casa propria..E se guardiamo la loro storia da quando sono nati, la strategia politica e culturale che hanno adottato gli Stati Uniti d’America è stata quella della contrapposizione del ”Mondo Democratico” comprendente anche noi europei, contrapposta all’autocrazia ed agli stati assolutistici.Con tale ”novellina” si è permesso la depredazione delle risorse ed il pugno di ferro verso il terzo mondo rinsaldando il colonialismo economico che stava crollando e che per certi versi era crollato negli anni ’60 del secolo scorso e dall’altra si permetteva la ripartizione delle risorse all’interno del mondo occidentale permettendo alle politiche del nostro continente di assurgere a distributori di democrazia poichè ci basavamo sulle ricchezze a basso prezzo oggetto della rapina legale quando andava bene, ma anche di quella propriamente predatoria quando veniva permessa dalle alleanze con le autocrazie dei vertici del terzo mondo dove il volerer del popolo non contava e quando avrebbe potuto contare veniva schiacciato. Ecco il fondamento culturale di come è stato dipanato tale processo e di come questo ha preso le nostre menti ed in gran parte facendole reattive anche approvando militarmente gli interventi di forza quando non si riusciva a domare le rivolte in casa d’altri fomentate dall’unione politco-economica con i vertici di quegli stati che avevano dato e danno anche adesso il benestare per la depredazione a favore del più forte e chi si ribella anche oggi diventa un ”fuorilegge”.Non ho visto il film ma dopo tale descrizione del Post andrò a vederlo anche se gli anni ’20 sono stati essenziali alla costruzione industriale dei fondamenti di questa politica odierna che gli Stati Uniti d’America conducono verso il resto del mondo, ed è cosa chiara che sulla possibilità di applicare le loro regole siano totalmente intransigenti minacciando anche un ricorso alla potenza militare e tecnologica che hanno,sia direttamente loro in soccorso dei loro amici divenuti tali ante il secondo conflitto mondiale ma anche e soprattutto dopo.L’intervento di questa grande potenza che ha permesso si spazzare via il nazifascismo-lo ripeterò mille volte- non è stato-vista la loro storia-fatto per aumentare la dose di umanità nei confronti del mondo e di aiutare i popoli a divenire liberi, ma è stato principalmente fatto per non permettere che nel mondo si affermasse il sistema economico che hanno da sempre nella loro storia combattuto: il socialismo, cioè la ripartizione delle risorse,legge che hanno sempre visto come nemica,anche se quest’ultimo espressione di ”socialismo”in forma rozza e primordiale di popoli di miliardi di uomini in Asia, in Africa ed in America Latina.Questa è la cultura ed il limite al quale noi siamo stati sottoposti in quella che si chiama egemonia culturale, dove masse crescenti sono destinate ad abbracciare e ritenere come giusto e giustificato tale comportamento, arrivando perfino a dire che ”Il capitalismo sia cosa NATURALE fondata sull’egoismo umano ed il SOCIALISMO invece sia innaturale perchè contrasta con l’istinto naturale dell’uomo a difendere con la forza quello che può ottenere dal mondo intorno a lui stesso.Questa mia asserzione che in fondo è la condanna dell’umanità a subire un futuro semprepiù in discesa e contrastato nel modo di vita che ha preso il mondo globalmente,porta alla fine del mondo mediante la guerra.Il cammino è lungo,ma ciò che dice Lorenzoni nel suo post è motivo di profonda riflessione poichè fin’ora il mondo e la sua condizione ha proceduto in avanti secondo le regole etiche del sistema capitalista e quando ci si indigna delle contraddizioni in casa nostra si pensi da dove derivino i comportamenti.Solo così lentamente e nel tempo si può cambiare visuale, ma il prezzo che paga tutto il genere umano a tali regole è enorme, anche se un secolo o due fà era ancora più enorme della fotografia attuale. Solo le lotte hanno conquistato nuovi spazi, nuovi diritti, dai quali è oggi possibile intravedere le possibilità che avremmo davanti.Ed i diritti non sono mai garantiti, sono sempre conquistati e sono il motore che permette agli uomini di andare avanti.
Visto il notevole interesse che nutro per la diconomia capitalismo/socialismo, come altre volte mi trovo “costretto” ad intervenire. Posso condividere che certi metodi utilizzati dagli Stati Uniti (riassumibili con “fai come ti dico io o ti costringo con la forza”) fossero e siano tuttora discutibili, rimane il fatto, da Lei giustamente evidenziato, che seppur mossi da secondi fini, hanno comunque sbarrato la strada al nazifascismo. Questo perchè, inutile girarci intorno, se non si fosse riaperto bruscamente il Fronte Occidentale, e non ci fossero le forniture di moderne armi statunitensi, l’ Armata Rossa sarebbe stata sopraffatta dalla Wehrmacht e non avrebbe visto Berlino nemmeno col cannocchiale (lo ha implicitamente ammesso pure Putin di recente). Chiusa questa parentesi, veniamo al dunque. Il capitalismo all’ occidentale non è certamente un sistema economico perfetto, ma se l’ alternativa (per noi europei) doveva essere il socialismo alla Lenin e Mao, o quello di certi paesi sudamericani, la scelta non è minimamente in discussione. La riprova più ovvia sta nel fatto che la Cina in particolare, e tutto sommato la Russia, sono diventate quelle di oggi dopo essere entrate a pieno titolo nel circuito capitalista, anzi, si può dire che sono i nuovi capitalisti, e con essi gli altri Brics. Mentre fino all’ altro ieri, dopo svariati tentativi di implementare modelli economici perdenti in partenza, avevano letteralmente le pezze al culo. E non le avevano per essere stati depredati dai cattivoni occidentali, ma per l’ inettitudine e le idee fallimentari e perdenti dei loro statisti. La verità è che un modello basato sulla totale condivisione delle risorse e dei frutti del talento non può funzionare, perchè cozza inevitabilmente con la natura umana : che siano americani, italiani, cinesi o russi, gli esseri umani sono tendenzialmente avidi e opportunisti, e comunque vogliono godere in prima persona dei frutti del loro lavoro e del loro talento. E un sistema dove si viene pressochè espropriati di ciò che si crea grazie alle proprie abilità e al proprio spirito di iniziativa, a vantaggio (in teoria) della collettività, è totalmente demotivante, spinge a fare il minimo sindacale : chi me lo fa fare di sbattermi, se poi tanto devo stare lo stesso in una misera krushevka e mangiare un insipido borsh come te? Sicuramente Marco (ma credo pure lei) ricorderà la storia di Alexandr Zavarov, mitico n° 10 della Dinamo Kiev e dell’ Unione Sovietica del Colonnello Lobanovski : nella stagione 88/89, dopo essere stato attenzionato per le sue strabilianti prestazioni, approdò alla Juventus. Ma per la legislazione dell’ Unione Sovietica, pressochè tutto il suo ingaggio doveva andare allo stato, mentre a lui sarebbe rimasto un milione e mezzo di lire al mese, pari allo stipendio di un operaio. Ebbene, inutile ricordare come finì : in campo, invece di correre passeggiava, e spesso restava fuori per non meglio diagnosticati “infortuni”, così al termine di due stagioni anonime lasciò senza troppi rimpianti la maglia n° 10 bianconera. Ecco, ammetto di averla fatta decisamente semplice, ma siamo sulle colonne di un blog e non su un’ enciclopedia di storia economica, e comunque Le ho fornito la spiegazione per cui il Socialismo Reale utopistico, mentre il fatto che sia fallimentare lo hanno ampiamente dimostrato i suoi tentativi di attuazione. Le ho già detto una volta che la mia attuale compagna proviene da un derelitto e periferico paese dell’ ex unione sovietica, e nonostante sia ancora giovane, ricorda benissimo i suoi trascorsi dell’ infanzia da quelle parti (perchè per sua fortuna sono oltre 20 anni che sta qui) : e non sono ricordi piacevoli, ma di privazioni e stenti di ogni genere, che noi nemmeno ci immaginiamo. E se per caso non rigavi dritto perchè qualcosa non ti tornava, allora si metteva in moto quel (tanto a Lei caro) pugno di ferro di Stalin.
D’ altra parte, è indubbio che il capitalismo di matrice anglosassone abbia i suoi difetti e le sue storture, ma tra i due modelli è senza dubbio il meno peggio, del resto se così non fosse non sarebbero entrati a farvi parte i principali paesi post socialisti.
che le democrazie occidentali con tutti i loro limiti e le loro storture siano comunque meglio dei regimi totalitari è indubbio, ma ciò non toglie e non cancella i crimini e anche i genocidi perpetrati dai governi e dagli eserciti occidentali per affermare il loro potere e i loro valori. Quello fatto dagli Usa nei confronti dei “nativi americani” è un genocidio a tutti gli effetti per impossessarsi delle loro terre e di ciò che quelle terre contenevano. Stesso discorso per ciò che hanno fatto Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra, Spagna e Portogallo in Africa e in Asia. L’unica differenza è che gli States lo hanno fatto in casa loro… (anche se in realtà loro erano gli invasori e la casa era dei pellerossa)
Per Giangiacomo Rossi.La sua similitudine è molto semplicistica e siamo d’accordo che siamo su un blog ma anche se pur da parte mia non negando la fotografia della situazione relativa ai paesi dell’ex blocco dell’est, Unione Sovietica in testa, lei dimentica o non tiene presente una condizione quasi essenziale che ha pesato e FATTO STORIA -e che a lei non piace considerare anche se lo sà bene- ma talvolta sono i pesi che si attribuiscono agli argomenti che sono quelli che alla fine pesano nei giudizi,che mi sembra che lei ricalchi come la maggior parte delle persone in occidente e cioè soprattutto quelle della storicità del paese guida URSS. A questo punto a cosa serve ricordare che è stato il paese che ha subito 20 milioni di morti con la guerra con la Germania nazista ?Provi ad immaginare quale colpo abbia subito un paese con 20 milioni di persone morte e la relativa distruzione degli impianti industriali e che inoltre a questo aveva subito sin da prima la sconfitta ed il dissanguamento della prima guerra mondiale e la povertà assoluta che fece scoppiare la rivoluzione del 1917, che riuscì a respingere ed a sconfiggere tutte le armate pagate dall’Inghilterra,dalla Francia, dalla Polonia e dagli Stati Uniti che nel periodo post rivoluzionario pagarono i mercenari di Kolciak e soci per rigettare indietro la rivoluzione, ed anche lì con morti a migliaia e sconquassi economici nelle condizioni in cui l’URSS si trovava.Consideri che è verità oggettiva quella che dice che la Russia pre-rivoluzionaria era in condizioni MEDIOEVALI che riguardavano il suo popolo.Capisce cosa vuol dire medioevali ? Purtuttavia la strategia militare in primis di Trotsky poi di Stalin hanno saputo con il pugno di ferro anche certamente sulla popolazione che è stata la prima che ha subìto la compressione in ogni senso (sia economico, sia di libertà del resto mai godute rispetto a prima) ma che ha potuto sconfiggere la Germania nazista impegnandone le armate e puntando in maniera decisa e con successo alla produzione tutta rivolta all’industria pesante e delle armi, perchè se avessero dovuto contare su quelle inviate dagli Stati Uniti e/o dall’Inghilterra oggi la Russia sarebbe una repubblica statunitense come lo sono diventate altre oggi nell’europa dell’est ed anche nel resto del mondo. Una vittoria sia morale sia politica di quel sistema sin dalla sua nascita è stata indiscutibilmente anche quella di aver aiutato la Cina stessa a liberarsi del giogo delle potenze occidentali che nel suo territorio avevano compiuto misfatti e sangue a non finire anteponendo la loro” democrazia ipocrita e predatrice”, e parliamo sempre guarda caso dei soliti noti : Inghilterra,Germania,Stati Uniti, Francia ,Giappone ed anche dell’Italia sin dai primi del 1900 e quindi in un periodo di pre-rivoluzione.Ometto anche le forniture e l’appoggio economico e militare al sud est asiatico (Vietnam, Laos e Cambogia) sin da quando ci furono le prime sommosse contro il dominio coloniale francese in tutta l’indocina per poi non dire dell’Africa i cui aneliti di libertà e di autonomia e di affrancamento dal dominio coloniale Inglese e Francese hanno visto gli anni ’60 del 900 conquistare le volontà di tantissime nazioni nel buttare a mare il giogo occidentale.Tutto questo anche nel medio oriente con Egitto e paesi limitrofi. Ebbene, tutto tale sforzo-lei converrà-ha privato la popolazione di risorse e di beni di consumo che paragonati a quelli del mondo occidentale erano certamente inferiori e non raggiungevano tutti gli strati della società ma visto che lei mi porta un altra volta l’esempio della sua compagna e senza entrare nella vita privata di ogn’uno lei riferisce che si lagni della vita che le classi popolari conducevano se paragonate agli standard occidentali sia in beni di consumo chè in libertà personali, ma dovrebbe anche mettere nel conto le ragioni di quanto ho espresso poc’anzi nella mia elencazione della politica internazionale che ha avuto segni di compimento tangibili per la promozione di una elevazione mondiale per la libertà dal bisogno di un numero grandissimo di popolazione mondiale, espletata e condotta in un tempo molto limitato. Personalmente penso che possa essere perlomeno opinabile storicamente la visione di cui lei parla sull’esito della Wermacht che ”in un solo boccone” si sarebbe pappata l’Unione Sovietica. La migliore risposta al suo quesito è quella della storia stessa della guerra e dell’impegno delle armate di Stalin che riuscirono a respingere indietro con sforzi immani fatti da un paese povero e sottoposto anche allora all’ostracismo delle potenze occidentali perchè la paura di quest ultimi era quella che anche all’interno dell’Europa una gran parte della popolazione avesse fatto come la Russia e cioè di sconfiggere il nemico politico che li dominava all’interno fin dai tempi dei tempi (In Italia il fascismo, in germania il nazismo, In Spagna il fascismo ed anche in buona parte della Francia dopo il 1940, e nei i Paesi Bassi e quelli nordici invasi dalla Germania con allora si diceva : ”I Quisling locali”. Con tutto questo discorso volevo dire solo una cosa che è intellegibile a tutti nei tempi odierni ma anche allora ed è quella che se sei costretto a fare le armi per difenderti, per fabbricare ” i frigoriferi” ‘intendendo con questi i consumi individuali della gente, di spazio non è che ne rimanga molto nell’economia specialmenhte in quella disastrata dalla guerra e dalla necessità di rinforzare l’economia pubblica ed è certo che la sua compagna abbia subito magari le mortificazioni e le vessazioni alla propria libertà ed a quella ancor più pesante che penso avrà subito la sua famiglia-se mi è permesso pensarlo- e venendo nel mondo occidentale tutto questo è scomparso e la vita è stata ed è migliore, ma tutto questo involve una condizione che è prettamente anche politico-culturale non della persona ma delle necessità di un paese e delle sue scelte e non solo economica anche a scanso dei probabili pensieri nazionalistici che potessero sorgere da parte degli interessati,ed anche di quelli reali che lei stesso mi risponderà per i quali ”con la politica culturale” non si mangia oppure si mangia poco o lo stretto necessario, perchè si tratta di mettere nel peso della bilancia i traumi che ha avuto quel paese volendo percorrere la propria strada ed affrancarsi dal giogo delle grandi potenze che hanno dominato il mondo. E questa non è una mia invenzione perchè queste ultime ci sono state e ci sono tutt’ora. Se si antepone il proprio io a tutto il resto che si ha intorno è chiaro che ci si renda compressi e naturalmente ed individualmente si aneli a poter cambiare la nostra condizione,tutto questo è lecito di certo ed umanamente comprensibile ed auspicabile. Poi certamente anche all’interno dell’Unione Sovietica i buchi alla cintura sono stati fatti in termini economici e questo anche se non per tutti, la lotta è stata anche fatta verso e contro i nemici interni che avrebbero voluto ripristinare prima i sanguinari Romanoff e tutta la piramide sociale legata a loro oppure dare in pasto la Russia alle potenze occidentali che non avrebbero visto l’ora di fruire delle sue immense ricchezze quasi vergini del suo sottosuolo.Tutto questo non è avvenuto con la seconda guerra mondiale e le ricordo anche una cosa che per lei forse sarà una ”strana ed inverosimile interpretazione” ma in quella battaglia di prevalenza- che a lei probabilmente fà sorridere e scuotere la testa- fra i due sistemi capitalismo e socialismo, la seconda guerra mondiale è scoppiata ed ha preso poi la direzione che ha preso per il fatto principale ed oggettivo che in Russia aveva trionfato la rivoluzione e le borghesie e l’apparato economico-industriale che guidava l’occidente,Inghilterra e Stati Uniti in testa temevano fortemente che il livello di vita delle masse in Europa avesse fatto scaturire la medesima scintilla,dalla quale rischiavano di perdere il loro controllo e prevalenza all’interno delle nazioni. il fascismo europeo, quello italiano in testa è nato e prodotto dal cieco egoismo di quei padroni del vapore che regnavano in maniera sovrannazionale in tutta Europa e che per paura hanno abbracciato ed investito poi sul nazifascismo a piene mano poichè era con quello che avrebbero continuato a soggiogare le gente ed istruirla ad andare contro i disfattisti del loro sistema che volevano a tutti i costi mantenere, fino a produrre la guerra,non certo prodotta inizialmente dal volere degli operai o dai ceti subalterni.La sua compagna dice il vero quando parla delle condizioni di vita in cui si è trovata a vivere( e oso pensare anche a quelle della famiglia probabilmente ), ma quelle condizioni sono state il frutto di ciò che è successo intorno alla Russia per il quale frutto se l’accettazione della politica delle dirigenze russe fosse stata per un solo momento quella di allentare la presa, oggi la Russia sarebbe stata una colonia degli Stati Uniti e dell’inghilterra od anche forse della Germania visto poi che il nazismo considerava l’Unione Sovietica il nemico da battere e fino all’ultimo giorno ha tentato di allearsi con le potenze occidentali contro il pericolo sovietico,tranne il brevissimo periodo strategico di alleanza con Stalin nel caso del patto Molotov -Von Ribbentropp che consentì all’URSS di guadagnare tempo sulla produzione delle armi per l’offensiva che poi ci fù contro l’invasione hitleriana.Quando i fatti della storia vengono pesati credo che occorra mettere tutto sul piatto della bilancia ed ANCHE GLI ASPETTI DI PRIVAZIONE DI LIBERTA’ PER CHI SI TROVI A VIVERE IN QUEL TEMPO e non intendo con questo dare giudizi sulla vita di nessuno ma credo che nei giudizi alla fine si dovrebbe tener presente da dove si parta(il famoso Medio Evo e dove si voglia arrivare, anche in presenza degli stimoli della ” pancia” che sono quelli più naturali beninteso e forse anche più importanti della stessa libertà individuale in certi momenti. E con questo parlo delle conquiste sociali, dell’istruzione, della tecnologia medicina e della sanità in quel paese avvenute in tempi limitatissimi ).In occidente siamo partiti da un livello superiore di condizioni di vita grazie a quello che abbiamo succhiato dalle risorse di altri paesi per secoli ed abbiamo potuto sviluppare la tecnologia, la scienza ed anche aspetti di democrazia e di libertà individuali- ma sempre incompiute al nostro interno ed ancora oggi se ci fosse possibile faremmo la stessa cosa ma come vede ci dobbiamo limitare perchè ci sono altre entità che sono assurte a ruolo che a noi non permettono tutto questo che vorremmo al fine di sanare o limitare le nostre contraddizioni.Tutto il resto che a noi si oppone (quindi l’altra parte del mondo come Russia, Cina, India e non solo, di sicuro deve ancora affrontare il problema della democrazia e rispetto a questa che per noi ho giudicato sempre incompleta ed anche fatua in modo tale da mettere come possibile anche la possibilità della guerra ed a dimostrazione di questo vediamo quanto abbia giovato al mondo ed a quei paesi dove è stata esportata da parte nostra la libertà basata sulle cosiddette canne dei fucili ”) e se vuole l’elenco glielo faccio sempre ma ormai questa è cosa nota- un sistema che deve ancora scoprire che la misura della libertà non può essere solo quella presa a prestito ed emulata dall’occidentem ma ogni paese invece debba scoprire la propria via senza subire interferenze da parte di altri.Chi sono allora tali altri ? Sono quelle nazioni che richiamavo sempre e che nella loro storia non hanno mai abbandonato il vizio che le ha contraddistinte per metodi politici e militari ed impossibilitate ad affermarsi in casa d’altri con un colonialismo armato e sopraffattore che fra l’altro viene espletato ancor oggi(vedi la Francia per quanto riguarda la Libia ma anche di altri che forniscono le armi per procura e che applicano la loro politica con le alleanze e con i trattati economici a ”scambio diseuguale”). In pratica con il nuovo imperialismo, delle banche, delle grandi imprese finanziarie internazionali a partecipazione anche non solo privata ma statale,con le quali in pratica si ricatta un paese che viene messo in ginocchio in primis dalla guerra ma poi con il nodo scorsoio del debito.Allora tutti questi corrispondono per nome e per census a quegli stati ed a quelle alleanze che hanno indetto le sanzioni alla Russia a cominciare da ancor prima della storia della guerra in Ucraina.Allora tutto questo movimento lei come lo chiamerebbe se non nel modo nel quale e con il quale il mondo occidentale padrone della tecnologia industriale e militare indirizza le proprie necessità per tentare di soggiogare l’altra parte del mondo infischiandosene delle conseguenze dirette ma anche di quelle indirette ?In questo spettacolo che chiamerei invece tragedia assistiamo perfino a gesti di prepotenza e di arroganza con i quali ieri tanto per restare al tema, si è contestato un discorso fatto dal Segretario Generale dell’ONU perchè si è espresso chiaramente che il sangue e le atrocità di ambo le parti siano iniziate non da oggi ma provengono da più di mezzo secolo di occupazione dei territori e dalla compressione di un popolo,di un popolo che ha avuto la propria economia soffocata e le case distrutte per permettere l’insediamento e l’espansione dei coloni. Ha forse detto una menzogna Gutierrez ? Ciononostante la protervia che proviene dalla parte di Isreale ha concluso che sia arrivata l’ora di dare una lezione a tutta tale genia e casta di funzionari ONU che secondo loro non fanno i loro interessi. Qui la prepotenza non ha limiti e credo di poter dire che Isreale così facendo non dimostra la propria forza e la propria ragione ma la sua debolezza ed è una debolezza che probabilmente la porterà a schiantarsi contro il muro dei suoi vicini e contro coloro che hanno prodotto il terrorismo di cui anche Israele è stata una vittima, e non parlo solo dell’Iran ma anche di stati come il Qatar che stanno facendo l’interesse dell’attuale governo di Israele poichè sono stati fra i principali sovvenzionatori da Hamas sia con i dollari sia con le armi e questo è quanto ho da sempre sostenuto che per rinforzare la politica di delegittimazione dei palestinesi che avrebbe puntato a ciò che oggi è ritenuto impossibile di ” due popoli e due stati” è stato spaccato il movimento palestinese riducendolo ad un puro esecutore delle volontà dell’asse USA-Arabia Saudita-Qatar ed Israele(questo alla fine è stato Abu Mazen), accettando in pieno le volontà americane e non permettendo le elezioni in cisgiordania perchè le perderebbe in favore di Hamas.Le sembra che abbia fatto l’interesse dei palestinesi ? Il prossimo passo infatti sarebbe stata la ratifica degli ” accordi di Abramo” e la loro applicazione in barba all’autonomia del popolo palestinese.Fatto questo ancorpiù Israeale avrebbe avuto la forza di aumentare i suoi insediamenti tesi alla razzia dei territori non suoi ed all’insediamento tramite i coloni nelle terre di spettanza dei palestinesi8già ce ne sono 800.000 nei terrtori occupati) Con questo non condivido di certo l’azione terribile e terroristica di Hamas ma ancor più non condivido la spropositata reazione di Israele che ha contravvenuto ai principi della carta dei diritti dell’uomo anche in periodo di guerra che sanciscono che le risposte debbano essere fatte in proporzione rispetto a ciò che si è subito: ed infatti la foto che ne esce è quella della situazione del 50% di Gaza distrutta, con 6000 morti palestinesi la cui metà bambini ed il resto adulti civili fino ad oggi contrapposti a 1100 israeliani uccisi dai terroristi, per poi sentire e vedere l’ambasciatore Israeliano che solleva il cartello con le foto dei morti israeliani e redarguisca il Segretario dell’Onu Guterres quando ha detto che tale situzione non sia nata ieri e che Hamas sia il risultato della compressione di un popolo privato di ogni diritto e costretto a vivere nella miseria e negli stenti,redarguendolo e dicendogli ”ma lei Sig. Presidente dove vive ?” facendo filtrare dal suo entourage l’intento letteralmente che sia ora di farla finita con questa genia di dirigenti ONU. Incredibile davvero ! Tutto questo-ma me lo chiedo forse ingenuamente- ma torna davvero utile ad Israele il fatto che abbia nella sua politica un alleato come Hamas che le consente dopo essere stato allevato ed indicato come principale relazione al posto dei palestinesi e sorretto dai dollari americani e le armi dal Qatar,di poter bombardare distruggendo una intera città di quasi 2 milioni di abitanti e di scacciare quel popolo dalla propria terra, rischiando poi di essere invisa alla maggior parte del mondo ? Non è forse una politica questa che si riversa contro Israele stessa come reazione spropositata di bombardare e di ammazzare 6000 persone fino al conto odierno di oggi invocando allo stesso tempo che abbia subito il più grande affronto dopo l’olocausto ? Ma che visione hanno questi in mente del mondo degli altri ? Io credo che calpestando tale terreno sia arrivi alla guerra globale fomentata da chi si senta stretto fra più entità alle quali abbia con la forza strappato terreno non prorio ma ritenuto vitale alla propria esistenza pensando che questa sia l’unica via per poter sopravvivere e mostrando la propria forza militare.Penso che quest’ultima mossa fatta dal suo rappresentante alle Nazioni Unite non faccia altro che mettere la nazione di Israele in condizioni ancora più precarie di quelle nelle quali già si trovava a causa della cecità politica e del suo credere che solo l’esercizio della forza possa salvare da una situazione giorno dopo giorno semprepiù più degradata.Ecco perchè quello che appare a prima vista inverosimile è il fatto che Israele sulla propria strada del non riconoscimento della nazione palestinese abbia trovato Hamas foraggiato dai suoi amici al di là dell’atlantico e nel mare arabico.I due intenti che appaiono contrapposti alla fin fine come si può vedere si saldano e ciò che ne viene fuori è la rispettabilissima idea che il terrorismo serva solo al mantenimento delle condizioni esistenti che vanno a discapito del popolo palestinese e pesano nella diatriba a favore di una parte sola: quella di Israele anzi a rafforzarla al fine che nulla cambi.Ma qualcuno stavolta forse ha fatto male i conti ed il tempo non mi sembra giuocare a favore di Israele, ma la protervia e la cecità ed anche la disperazione sulle proprie scelte pregresse, alla fine portano a questo che vediamo.Quindi il passato che evoca Guterres quando partla di 56 anni pregressi conta, eccome se conta…. ed è ciò che ho sempre sostenuto in ogni mia modestissima analisi e cioè il fatto che la storia non si fà con le forbici e l’oggi non è altro che il prodotto di ciò che è stato ieri.E questo vale per tutti ed ogni cosa,e quindi vale per ogni situazione, anche quelle personali dove spesso l’epoca nella quale siamo costretti a vivere ce le fà apparire semprepiù spesso come situazioni solo individuali.E’ questa la visione e la cultura ristretta del non far avere le basi per possedere riferimenti sociali con la quale si arrivi a smorzare gli intenti che potenzialmente potrebbero rappresentare il costituirsi di un pericolo per ogni sistema dominante. ed è questa tendenza che ogni cittadino coscente in casa propria e di fronte a tutti, specialmente nel mondo mediatico dovrebbe combattere a viso aperto e senza timore riverenziale.
Comunque io ho fatto solo la recensione di un film
Appunto, e la risposta è nelle mie ultime 7 righe.
Comprendo, ma fino ad un certo punto l’insofferenza a leggere ed anche il fastidio dell’impegno mentale su tematiche che poi ci riguardano tutti da vicino ma la mia prolissità che indubbiamente esiste e che non è una invenzione,è dovuta al fatto di dover documentare le ragioni per le quali parlo in tal modo anche di spaccati minimi di avvenimenti come possono essere film o prodotti culturali o modi di pensare,ma purtuttavia cerco di esprimere solo un punto di vista: quello mio, contestabile qaunto si voglia nel merito e nella forma. Ma credo di aver sempre argomentato le questioni con riferimenti storici-mi scusino i lettori per quella che possa apparire volendo anche una specie come dire- di volontà ad impartire lezioni o lezioncine- tutte opinabili come in ogni aspetto e lo si sà, ma ho sempre creduto che senza riferimenti storici un po’ più onnicomprensivi, la superficialità che viviamo nel mondo odierno è un grave fardello culturale e che conduca alla fine ad affermare cose e ragioni sulle quali si basano i modi incompleti e fuorvianti di affrontare le questioni, ed ecco perciò perchè ho sempre creduto che la ricerca delle ragioni degli altri potessero in qualche modo anche allargare l’orizzonte visuale anche nel caso riferito a singole questioni.E questo è un metodo che oggi viene digerito malissimo e perfino definito un ” melting pot fuori dal tempo” specialmente da parte di coloro che non sopportano per varie ragioni di soffermarsi all’osservazione dei fatti e delle cose.l tempo è denaro-lo si sà- ma nell’esistenza degli uomini un fatto ne produce un altro e quando si discute di avvenimenti e fatti politici credo sia bene inquadrare le questioni e parlare delle cause e dei perchè il mondo intorno a noi sia quello che tutti i giorni dobbiamo constatare spesso anche incazzandoci.
Il problema è che nell’assenza o nella assoluta e generale accondiscendenza della politica (anche della sinistra) al pensiro dominante, bisogna “attaccarsi” a un film, alle parole di un cantante, o di uno sc rittore, per trovare punti di vista più consoni e oggettivi. Che lo faccia anche Hollywood con registi e attori di gran fama, è un segnale non da poco. Diciamo pure un segnale di speranza.
Purtroppo-ma è un problema mio- io questa che tu chiami ”speranza” e che non ho difficoltà a comprendere,osservo che cade in momenti tali che ciò che conta nelle generazioni che avrebbero più bisogno di ribellarsi al sistema irrazionale ed iniquo per i motivi che ho ed abbiamo osservato, tutto questo invece non fà altro che far aumentare il peso e l’importanza che chi maneggia il timone della barca aumenti la propria influenza sulla società al fine di non riparare mai ai torti, di perseguire politiche scellerate semprepiù condivise anche dai ceti subalterni. Questa è l’offensiva silenziosa e strisciante e che è destinata a rappresentare e raccogliere la vendemmia futura, fatta di acquiescenze ed acriticità senza limiti e che viene definito ”il nuovo che avanza”. Vedo gente semprepiù ripiegata su se stessa, acritica e sfiduciata, impossibilitata ad avere dentro la propria mente la forza e la ragione di alzare la testa e marciare contro, sbugiardando il timoniere.Tutto questo si verifica nel nostro paese quando la lezione inizia in primis dalla scuola e dalla famiglia che addivengono ad essere lo specchio della società, e che piega i cervelli alla constatazione che l’arte di arrangiarsi possa essere la sola forza che possa pagare.Ed il sistema questo vuole.Resta a fronteggiare gli avvenimenti la cultura, ma è un granello di sabbia che il mare inghiotte continuamente e continuamente riposiziona perchè tutto riparta come sempre dall’inizio.E tale cultura anche se rappresenta una speranza è comunque ben poca cosa rispetto alla materialità del sistema che inghiotte e trasforma le istanze di miliardi di uomini e le modifica per asservirli alla propria logica.Questa è purtroppo secondo me la condizione della luce della culturache si intravede lontana in un mondo di tenebre ed impossibilitata per adesso a cambiare le sorti proprio perchè il bisogno della pancia è preminente a quello della mente.
Il film di Scorsese di cui si parla nell’articolo non fa sconti sulle prevaricazioni, violenze e depredazioni dei bianchi nei confronti dei nativi americani, anche dopo la fine delle guerre indiane a ‘900 già iniziato. E quindi può fare riflettere su molte cose, anche attuali. Dove non arriva la politica può arrivare la cultura. Le cose si possono dire in tanti modi. Come primapagina, per esempio, nel nostro piccolo, per parlare della guerra in Ucraina di cui non parla più nessuno abbiamo fatto uno spettacolo teatrale che racconta un assedio del ‘500. Quello che sa succedendo a Gaza non è diverso da un assedio e dalle carneficine del ‘500…