ALTA VELOCITA’ E STAZIONE IN LINEA, IL COMITATO SI TRASFORMA IN ASSOCIAZIONE E SCRIVE AI SINDACI DELLA VALDICHIANA: “VENITE CON NOI!”
CHIUSI – Nei giorni scorsi il Comitato pro stazione di Chiusi si è trasformatosi in Associazione Opzione Zero, richiamando nella denominazione l’opzione zero del Protollo d’Intesa tra regione Umbria e Regione Toscana del 2015 che a proposito di stazioni in linea, prevedeva l’utilizzo delle stazioni esistenti di Chiusi e Arezzo, all’epoca non adeguate alle fermate dei treni AV, ma oggi – dopo i lavori effettuati nel 2017 – sì. Il nuovo presidente è Gaetano Gliatta, uno dei promotori iniziali e anche uno dei promotori della lista Chiusi Futura ed esponente noto e riconosciuto del centro destra (era candidato anche alle recenti elezioni comunali di Siena nella coalizione di Nicoletta Fabio e alle politiche nelle liste del sindaco di Venezia Brugnaro). Come primo atto ufficiale con la nuova denominazione con il nuovo organigramma, l’Associazione Opzione Zero ha preso carta e penna e ha scritto ai sindaci dell’Unione del Comuni della Valdichiana Senese per contestare e “sollecitare una riflesione” sul Piano Strutturale Intercomunale, portato in discussione in ogni consiglio comunale e che prevede la realizzazione della stazione in linea per l’alta velocità in località Tre Berte-Salcheto nel comune di Montepulciano, con annesso nuovo casello autostradale nei pressi, sempre nel comune di Montepulciano.
L’Associazione che intanto prosegue nella raccolta delle firme CONTRO ogni ipotesi di stazione in linea e A FAVORE dell’utilizo delle stazioni di Chiusi e Arezzo, scrive:
Egregi amministratori,
vi scriviamo per sollecitare una riflessione comune sul Piano Strutturale intercomunale ed in particolare sulle previsioni relative alla stazione AV e alla migliore tutela di alcuni territori. Un Piano che avrebbe dovuto tutelare e promuovere le vocazioni dei diversi territori con una pianificazione coordinata ed equilibrata e che invece, se ne ha sicuramente valorizzato alcuni, ha però sottovalutato le peculiarità di altri con la loro conseguente penalizzazione. Fin dalla sua enunciazione è chiara la lettura che Il P.S.I. (Piano Strutturale Intercomunale) fa del sistema infrastrutturale del territorio dell’Unione (Autostrada A1, Linea ferroviaria Direttissima, Superstrada Siena-Perugia) come un sistema che semplicemente “attraversa” il territorio ma che non “serve” il (e quindi non serve al) territorio. Su tale assunto si articola la doppia previsione di una nuova stazione in linea sulla Direttissima Roma-Firenze in Località Tre Berte e l’apertura di un terzo casello autostradale in località Salcheto tra quello di Chiusi C.T. e quello di Bettolle-Valdichiana. Con la loro realizzazione si dovrebbe: “(…) valorizzare il sistema infrastrutturale veloce dell’Autostrada, della Direttissima e della Superstrada Siena-Perugia come sistema connettivo primario e di accesso al territorio intercomunale (…)”. Una lettura quantomeno singolare che considera due caselli autostradali e la stazione di Chiusi C.T. come non idonei a “servire” il territorio a cui si preferisce l’ipotesi di una nuova “stazione in linea” e un ulteriore casello autostradale. Chiusi C.T. è interconnessa alla linea AV della Direttissima e le strutture di stazione sono già state adeguate alla fermata dei treni Frecciarossa. Per intenderci: con il prossimo orario invernale potremmo avere la fermata di 10 coppie di treni AV. Stazione di corrispondenza sia nazionale che regionale perché posizionata sulla principale linea italiana Roma-Firenze-Milano e stazione di testa della linea regionale Chiusi-Siena-Empoli, a meno di 10 minuti dal corrispondente casello autostradale. A tutto questo si preferisce l’ipotesi di una “stazione in linea” che non sarebbe operativa prima di 10/15 anni con costi elevatissimi (80 mln € circa), priva di stazione di corrispondenza sia per la linea nazionale che la regionale, priva di qualsiasi infrastruttura di servizio, collocata in un area agricola ancora integra e con rilevanti sensibilità ambientali per la vicinanza all’Oasi del Lago di Montepulciano, a più di 20 minuti dal Casello autostradale di Chiusi C.T. e a 35 da quello di Valdichiana. Ciò che ci preme mettere in rilievo è l’assenza della prospettiva temporale che connota le scelte operate. Se la valorizzazione di alcuni territori è fondata sulla fermata dei treni AV allora si deve essere consapevoli che ciò non avverrebbe prima di 10/15 anni. E ancora: se la scelta di concentrare oltre l’84% dei nuovi insediamenti produttivi nel triangolo compreso tra Sinalunga Torrita e la Stazione di Montepulciano appare coerente con la situazione infrastrutturale del nodo di Bettolle, non ritroviamo la stessa coerenza nell’aver semplicemente “preso atto” delle peculiarità e delle vocazioni di altri territori che, ben che vada, si troverebbero a non avere infrastrutture di servizio per un arco temporale lunghissimo. La più estesa e ricca area archeologica dell’Unione (Cetona, Chianciano, Chiusi, San Casciano e Sarteano) nonché le eccellenze storico-architettoniche e paesaggistiche di Pienza (Sito UNESCO) e di Montepulciano (eccellenza nazionale del settore enologico) e quelle del termalismo di Chianciano e San Casciano sono destinate così alla marginalizzazione. Può essere questa una prospettiva sostenibile? Noi riteniamo che esistano i presupposti per avviare una riflessione collettiva che consenta l’introduzione di alcune integrazioni al Piano Strutturale fin da subito e prima della conclusione del suo iter. Lo scenario che abbiamo davanti è destinato a svolgere un ruolo particolarmente significativo nell’assetto socio-economico dell’intera area e sorprende che non sia stata introdotta alcuna misura di perequazione territoriale per ridistribuire, riequilibrare e compensare vantaggi e oneri di natura territoriale e ambientale derivanti dalla previsione di insediamenti a carattere sovracomunale come quelli produttivi previsti tra Sinalunga e Torrita. Sorprende anche che non sia stato effettuato alcun approfondimento quali-quantitativo sulle caratteristiche vocazionali dei diversi ambiti in modo da individuare forme, anche innovative, di perequazione tra le diverse funzioni (turistico-culturale e logistico-produttiva) che connotano il territorio dell’Unione.
Almeno sette siti di assoluta rilevanza archeologica distribuiti tra i comuni Cetona, Chianciano, Sarteano, San Casciano e Chiusi con il suo sistema sepolcrale etrusco-romano, le già ricordate eccellenze termali di Chianciano e San Casciano e quelle storico-paesaggistiche di Pienza e Montepulciano prefigurano un polo turistico-culturale di assoluta rilevanza nazionale. Alla luce di queste considerazioni riteniamo che la valorizzazione della stazione ferroviaria di Chiusi C.T (e del suo casello autostradale) come stazione di fermata AV in sostituzione di quella ipotizzata alle Tre Berte sia la scelta più corretta e adeguata per fungere da porta di accesso dei flussi turistici. Una forma perequativa di tipo strategico che risponda e valorizzi le eccellenze di questa parte dell’Unione, altrimenti marginalizzata. Con il polo turistico incernierato sulla “porta” della stazione di Chiusi (e del suo casello autostradale) e quello produttivo sul casello autostradale di Valdichiana si otterrebbe una ripartizione di ruoli e funzioni che, oltre a valorizzare le vocazioni storiche delle due aree, può garantire un’efficace capacità distributiva e di penetrazione dei flussi provenienti dall’esterno fino alle parti più interne dell’Unione. E ciò fin da subito e non tra 10/15 anni come nel caso della stazione in linea (e del nuovo casello). In una prospettiva di questo tipo la rifunzionalizzazione dell’ex-centro intermodale di Chiusi (mai ultimato) per il potenziamento delle strutture di servizio alle fermate AV nella stazione di Chiusi C.T. sarebbe un’ulteriore scelta coerente con le politiche regionali di riuso.
Un Accordo di perequazione territoriale tra i Comuni dell’Unione che, in attuazione della legge regionale, consenta la ripartizione equa anche delle risorse economiche che verranno dai nuovi insediamenti del polo logistico-produttivo per finanziare l’integrazione funzionale e operativa dei diversi siti archeologici, di quelli termali e, per ultimo ma non ultimo, il potenziamento dei servizi di collegamento con le altre eccellenze del territorio di Pienza e Montepulciano. Una forma di perequazione strategica che consentirebbe di intervenire con ben altra forza nel confronto politico in atto sull’opportunità di realizzare una stazione in linea, qualunque sia la sua collocazione. Un’Unione coesa che pone sul tavolo l’opzione zero, coerente con le altre scelte del Piano Strutturale, fortemente competitiva perché immediatamente operativa, a costi estremamente contenuti, paesaggisticamente compatibile e ambientalmente sostenibile, forte di una visione strategica d’area in grado di influenzare positivamente anche le stime sui volumi di traffico AV. Forti di queste motivazioni vi chiediamo, insieme ai 3.500 cittadini aderenti alla scrivente associazione, un’iniziativa tempestiva, forte e incisiva perché l’opzione zero sia sostenuta nelle sedi politiche e tecniche dove si sta discutendo della stazione AV di Medioetruria.
Questo la “corposa” missiva inviata ai sindaci. Ci auguriamo che la leggano.
In sostanza l’Associazione che ha raccolto più di 3.500 firme chiede ai comuni della Valdichiana di rivedere la previsione della stazione in linea e di sposare la citata “Opzione zero” e di sostenerla nelle sedi politiche e tecniche.
Proprio oggi, giovedì 19 ottobre, si riunisce a Roma persso il Ministero dei Trasporti e delle Infrastruttre ancora una volta il Tavolo Tecnico per la Medio Etruria. Fino ad ora il tavolo non ha deciso nulla. Non ha dato neanche indicazioni. Un servizio del TG regionale dell’Umbria (Rai 3) di martedì sera faceva sapere che per l’Umbria al tavolo avrebbero partecipato la presidente Tesei e l’assesore Melasecche e ribadiva che le opzioni sul tappeto sono in sostanza solo due: Creti-Farneta nel comune di Cortona sostenuta dalla Regione Umbria e dai senesi e Rigutino (che non è 20 km a nord di Arezzo, come si affermava nel servizio, ma 12 km a sud) sostenuta dalle forze economiche – Confindustria, Associazione costruttori ecc – e dai comuni dell’alto Tevere, mentre i sindaci del Trasimeno sostengono Chiusi. Ma in questo caso – anche se il servizio non lo dice, lo diciamo noi – si parla di Chiusi stazione esistente, non della MedioEtruria a Tre Berte Salcheto. L’opzione Tre Berte-Salcheto non è sul tavolo, è a questo punto solo un alibi per i comuni della Valdichiana per non mettersi contro i vertici politici di destra e di sinistra e delle due regioni, una di destra e una di snistra,
Sulla stazione in linea Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Pd sono tutti a favore, perché le forze economiche di riferimento sono anch’esse a favore e spingono: si pensi ai grandi cementieri umbri, alle due Camere di Comercio di Siena-Arezzo e di Perugia, si pensi alla Confindustria sia toscana che umbra…
La lettera aperta dell’Associazione Opzione Zero riuscirà a smuovere e a far spostare definitivamente i sindaci della Valdichiana verso l’unica battaglia da fare e cioè quella per utilizzare le stazioni esistenti, senza spendere milioni e milioni di euro, senza consumare suolo, senza cementificare aree delicate, senza creare una cattedrale nel deserto, dove nn esistono altre connesioni ferroviarie?
Noi, insieme alle lettera avremmo inviato o consegnato ai sindaci della Valdichiana anche il “pacco” delle firme raccolte, almeno “in copia”, e altri due pacchi identici li avremmo consegnati, contestualmente, anche ai presidenti delle due regioni: Giani per la Toscana e Donatella Tesei per l’Umbria.
Quelle oltre 3.500 firme sono un risultato straordinario che lascia intendere come le popolazioni di questo territorio sono CONTRO la stazione in linea e a favore della valorizazione delle stazioni di Chiusi e Arezzo, entrambe adeguate e idonee alle fermate AV, entrambe servite da altre linee ferroviarie , da autolinee, servizio taxi, servizio noleggio auto, posteggi ed entrambe nel cuore di centri abitati con alberghi, ristoranti, bar, banche, posta, supermercati, barbieri e parrucchieri ecc. a pochi metri dalla stazione; entrambe a pochi chilometri dal casello autostradale; entrambe “terminal” anche per percorsi turistici.
Quel “pacco di firme” deve essere messo a frutto, va fatto pesare. Andrebbe consegnato anche al Tavolo Tecnico interregionale presso il Ministero e al Ministro Salvini, che sulla questione, forse per il timore di inimicarsi parte dell’elettorato e di perdere posizioni acquisite, sembra muoversi con più cautela rispetto al passato.
Certo, se Chiusi e il territorio circostante (Città della Pieve, Cetona, San Casciano Bagni, Chianciano, Sarteano, più di altr comuni) hanno molto da perdere e subirebbero un colpo mortale dalla realizzazione di una stazione in linea che per forza di cose depaupererebbe la stazione esistente e il ruolo del nodo di Chiusi, secondo noi Arezzo e gli aretini hanno da perdere ancora di più. Che cosa ci guadagnerebbero i commercianti, gli albergatori, i tassisti, ma anche i manager, gli industriali, da una stazione in linea a Rigutino (12 km a sud della città) o a Creti-Farneta a più di 50 km? Arezzo è più grande di Chiusi, gli operatori e utilizzatori dei treni sono di più, è più alto il volume di affari. Ritrovarsi la stazione lontano dalla città, in mezzo al niente, dove non ci sarebbero connessioni con la Firenze-Roma, con la linea per Sinalunga da un lato e Pratovecchio-Stia dall’altro, dove per andarci devi prendere la macchina o il taxi sarebbe un guadagno? Rigutino cme dicevamo è a sud di Arezzo e il flusso dei viaggiatori per lo più è verso nord… Creti lo sarebbe ancora di più. Lì l’unica connessione sarebbe la superstrada Perugia-Bettolle-Siena. Ma è sufficiente per dire che sarebbe una buona opzione?
Utilizzare e valorizzare le due stazioni esistenti di Chiusi e Arezzo e farlo in modo intelligente e complementare (alcune fermate in una, alcune nell’altra) vorrebbe dire ridare fiato anche alle due città, ai due territori di riferimento, alle attività esistenti. Verrà da ridere quando frotte di turisti italiani e stranieri verranno con il Frecciarossa a vedere i famosi “bronzi di San Casciano” di cui parla tutto il mondo e la fermata se la troveranno a 70-80 km. E lasciamo perdere la spesa aggiuntiva per il taxi. Ammesso che ci sia.
m.l.
Il Post reca una descrizione completa delle opportunità per lo sviluppo dell’area che stà diventando dimenticata pur contenendo elementi di grande importanza sotto tutti gli aspetti(economici, culturali, paesaggistici e di possibile sviluppo). Ma un altra riflessione credo sia d’obbligo e riguarda-ma è un pensiero tutto mio- certamente la programmazione che deve essere fatta dal comparto pubblico, ma che tale programmazione dovrebbe anche strategicamente contenere anche di contempo la riflessione che da qui a 15 anni quanta acqua sarà passata sotto i ponti sia nella politica delle realizzazioni sia nella politica stessa? Teniamo conto che oggi la politica è semprepiù dipendente da avvenimenti e questioni globali, internazionali e redistribuzioni del reddito nazionale su dei cespiti che variano velocemente d’importanza. Varrebbe rischiare di costruire cattedrali nel deserto che con la logstica tutta da costrure intorno andrebbero a costare centinaia di milioni di euro di denaro pubblico che dovrebbe essere sottratto necessaramente ad altri capitoli di spesa quando esiste già una posizionatura ed una struttura di base centrale su Chiusi che necessita solo di essere valorizzata in modo idoneo per servire ai cittadini ed allo sviluppo di tutto il territorio ed anche di quello umbro ?
E quei cittadini che hanno firmato non sono solo di Chiusi come spiega bene il Post di Lorenzoni e lo abbiamo visto da parte di coloro che spontaneamente anche pur non residenti ma solamente turisti o che hanno le seconde case nel territorio oppure che usufruiscono di agriturismi che si sono presentati spontaneamente ai tavoli di questyo comitato.Credo personalmente che sia ora di finirla col pensare alle grandi opere che poi corrono il rischio di risultare cattedrali nel deserto e l’Italia tutta- se guardiamo specialmente al Sud- ne è la riprova, ma purtroppo ai tempi foschi dove siamo giunti, la politica si finanzia solo con le grandi opere ed ammettere questo è ammettere un fallimento di natura politica siul terreno anche della democrazia e dell’uso inteligente delle risorse.Questa condizione la sanno tutti ma una parte non piccola dei nostri politici fà orecchio da mercante e si accoda alle decisione dei vertici tranne qualcuno più coscenzioso e lungimirante che interpreta anche senza fronzoli di appartenenza la necessità di sviluppo del teritorio.Ed è per questo che molti di quei cittadini che hanno firmato-ma non solo loro- poichè è la stragrande maggioranza delle nostre popolazioni che auspicano e desiderano che le politiche del territorio siano interpretate in maniera da consentire uno sviluppo futuro che deve e dovrà esserci. Il contrario sarebbe il buio e l’asfissia insieme alla depauperazione di soldi pubblici in un momento di grande necessità per tutti.Il contrario di quello che dovrebbe esserci.E allora forza, facciamoci sentire !
Ineccepibile
Credo che sia giusto precisare che l’Associazione Opzione Zero e’ apolitica e soprattutto ne fanno parte persone di ogni provenienza politica :Quello che c’è di buono è proprio il mettere sempre davanti le ragioni per cui e’ nata l’associazione e cioe’ valorizzare la stazione di Chiusi e il territorio che la circonda . Nessuna cattedrale nel deserto !!!
Io per esempio a questo punto, come Associazione Opzione Zero, inviterei a Chiusi il Ministro Salvini. Gli farei visitare la stazione e le aree circostanti, lo porterei anche a vedere la zona di Tre Berte-Salcheto, e infine gli chiederei un confronto pubblico sul tema. Davanti ai sindaci e alla popolazione. Per la campagne elettorali c’è già venuto un paio di volte, Salvini, a Chiusi. Adesso è il ministro competente: potrebbe rifiutare? Magari insieme a Salvini potrebbero essere invitati i vertici di RFI, per sapere cosa ne pensano anche loro dell’ipotetica stazione in linea. Un tempo avremmo detto: “alzare il livello dello scontro”…
X Ettore Serpico. Certamente che và precisato per tutta correttezza che l’associazione è apolitica e che non dipende da nessun partito.Il Presidente Gaetano Gliatta credo e sono sicuro che tenga a precisare che non è stato animato da nessun scopo partitico nell’accettare l’incarico di detto comitato al quale appartengono centinaia di cittadini di ogni pensiero politico ma che hanno riconosciuto la positicvità e la bontà di tale iniziativa. Si parla tanto che la politica si deve scuotere dal sonno in cui è piombata ma se non si approfitta di confrontarsi nelle occasioni storiche dove si va a decidere il futuro dei nostri territori allora il tutto diventano frasi spese all’aria.Quanto al fatto di invitare il Ministro Salvini mi sembrerebbe una buona idea per rendersi direttamente conto di come il Governo inquadri la questione visto che è già venuto altre volte a Chiusi.