DOPO SCALE MOBILI E MINIMETRO’, PERUGIA SPERIMENTA ANCHE IL BUS RAPIDO A CORSIA PREFENZIALE FINO A CASTEL DEL PIANO. UNA RAGIONE IN PIU’ PER FAR ARRIVARE LA PIEVAIOLA FINO A CHIUSI

DOPO SCALE MOBILI E MINIMETRO’, PERUGIA SPERIMENTA ANCHE IL BUS RAPIDO A CORSIA PREFENZIALE FINO A CASTEL DEL PIANO. UNA RAGIONE IN PIU’ PER FAR ARRIVARE LA PIEVAIOLA FINO A CHIUSI
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PERUGIA – Centonove milioni di euro per realizzare l’opera su cui transiterà il Brt elettrico (Bus rapid transit), che collegherà tutta la fascia di territorio che corre da Castel del Piano a Fontivegge. Compreso ovviamente l’acquisto dei mezzi. Un’opera che il sindaco perugino Romizi ha definito “Nuovo concetto di mobilità”.  In continuità con il minimetrò e prima ancora le scale mobili. Perugia fu tra le prime città, se non la prima in assoluto a sperimentare quel tipo si soluzione per la mobilità urbana,  facendo scuola.
Va dato atto che sulla mobilità cittadina, all’interno delle mura, il capoluogo umbro è dagli anni ’80 una città che ha saputo guardare avanti. Quasi avveniristica. E va detto anche che scale mobili e minimetrò, che non hanno avuto uguale successo, sono opere pensate e realizzate quando comune e Regione Umbria battevano bandiera diversa. Oggi la giunta Romizi è di centro destra, come la giunta regionale guidata da Donatella Tesei.
Ma cos’è di preciso il BRT?  Detto in italiano è un autobus a transito rapido, un sistema di trasporto di massa che utilizza la tecnologia degli autobus che viaggiano su corsie preferenziali apposite con lo scopo di aumentare la rapidità del trasporto su gomma tradizionale raggiungendo prestazioni assimilabili a quelle di una metropolitana classica su rotaia. L’obiettivo di questi sistemi è di avvicinare la qualità del servizio ai sistemi a guida vincolata (su rotaia), ma mantenendo i costi minori dei sistemi basati su autobus.
Il progetto di Perugia è finanziato con i fondi del PNRR e l’aappalto è affidato ad un consorzio di imprese di cui fanno parte Tecnostrade Srl, Todini Spa, Spinelli e Mannocchi Srl, Calzoni Spa. La progettazione sarà coordinata da Rpa Srl. L’importo complessivo di spesa, come detto, 109 milioni di euro. Una cifra tutt’altro che banale. L’equivalente di quanto si spenderebbe per costruire 2 ospedali come quello di Nottola.

Il servizio si snoderà lungo circa 12,5 km di percorso, da Castel del Piano a Fontivegge attraverso zone importanti della “cintura” perugina , sia come aree residenziali che commerciali e produttive (S. Andrea delle Fratte, San Sisto, via Settevalli ) e il Polo ospedaliero.

Il percorso sarà per il 50% circa in sede propria lungo corsie riservate; le fermate saranno 22, di cui una aggiuntiva offerta dall’aggiudicatario. Lungo il percorso le intersezioni semaforiche daranno la priorità di passaggio al BRT, così da aumentare la velocità di corsa. Il  BRT da Castel del Piano a Fontivegge avrà corse regolari e ravvicinate con una frequenza, ipotizzata dagli uffici, di una corsa  ogni 30 minuti che  diventeranno  più ravvicinate, una  ogni 15 minuti, nelle ore di punta.  Da San Sisto, invece, vi sarà una corsa ogni 10 minuti. I mezzi BRT saranno a trazione elettrica, ciò per coniugare basso livello di emissioni ed elevata capacità di trasporto. I bus elettrici, previsti avranno una capacità di 125 passeggeri e secondo le stime di Palazzo dei Priori questa prima linea servirà 26 mila persone.

La notizia ovviamente ha destato interesse, non solo nei territori interessati al passaggio del Brt, ma in tutta l’area sud perugina. Infatti, l’Umbria non finisce a Castel del Piano, come purtroppo fino ad oggi si è dovuto assistere nell’operare del governo regionale, ma prosegue in una fascia di territorio che corre da Mugnano e la Val Nestore fino a Chiusi. La cittadina toscana, collegata a Perugia fin dall’epoca etrusco-romana con una strada che faceva da raccordo tra le consolari Cassia e Flaminia, che dista appena 40 chilometri da Perugia, è fortemente infrastrutturata sia sul piano ferroviario, compreso l’aggancio all’alta velocità, sia come collegamento autostradale con un proprio casello, dunque potrebbe rappresentare per Perugia una valida risposta al suo isolamento.

L’avvio del servizio BRT da Castel del Piano alla zona di Fontivegge (stazione ferroviaria) dovrebbe spingere in tale direzione, perché praticamente collega proprio il centro storico con la Pievaiola,  di recente anch’essa ristrutturata e adeguata per larga parte del tracciato. Basterebbe mettere mano a quella decina di km, poco più, che separano Piegaro (e la Valnestore) da Chiusi.  A questo proposito le due amministrazioni di Panicale e Piegaro da tempo stanno lavorando in sintonia con il comune di Perugia, per arrivare a una qualche soluzione. Il sindaco Cherubini anche in queste ore, si tiene in stretto contatto, con il primo cittadino di Perugia Romizzi. La Val Nestore nel corso dell’ultimo quindicennio è economicamente decaduta, sta vivendo grandi disagi sotto il profilo dello sviluppo e dell’occupazione. Si assiste oramai da tempo all’esodo dei giovani laureati e non, che non riescono più a costruire una ipotesi per il loro futuro. Riuscire a far arrivare una strada moderna e sicura da Perugia-San Sisto fino a Po’ Pandino-Chiusi, vorrebbe dire trasformarla dal collo di bottiglia attuale in corridoio. Senza escludere una corsia per il Brt da Castel del Piano fino almeno a Tavernelle…

Ovviamente tutto ciò, riguardo allo sbocco verso Chiusi, presuppone anche altre battaglie: 1) difendere la fermata del Frecciarossa alla stazione di Chiusi, chiedendone il potenziamento e l’attivazione per tutto l’anno e non solo da giugno a dicembre; 2) difendere la stazione di Chiusi come hub per l’alta velocità escludendo altre ipotesi fantasmagoriche e costose quanto inutili, come una stazione in linea a 8 km di distanza in mezzo al nulla, oppure a Farneta o a Rigutino a pochi km da Arezzo.

R.C.

 

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