VALNESTORE: LA MORTE DI STEFANO MILIC, NOTO IMPRENDITORE DEL COMPRENSORIO

lunedì 02nd, gennaio 2023 / 14:09
VALNESTORE: LA MORTE DI STEFANO MILIC, NOTO IMPRENDITORE DEL COMPRENSORIO
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TAVERNELLE – Nella notte fra il 30 e il 31 dicembre se n’è andato un imprenditore, figlio di questa terra, di una stagione politica e amministrativa che aveva visto grandi successi in Val Nestore, sia sotto il profilo economico-imprenditoriale, sia in quello occupazionale. Parliamo di Stefano Milic, poco più che sessantenne, famiglia di origini slave, un industriale che insieme a suo fratello Mirco si era fatto da solo, come si suol dire, facendo la gavetta e che proprio per questo non aveva dimenticato le sue origini e lo si capiva dal suo rapporto con il territorio.
La sua avventura imprenditoriale con Elettromil, la ditta di famiglia, inizia come ricordò lui stesso in una sua intervista del lontano 2005, con le commesse avute dalla Trafomec. Quasi un sottoscala il primo laboratorio. A quel tempo il gruppo industriale Trafomec, la CISA, la Vcp (Vetreria Cooperativa Piegarese), la Coifer e le officine Ciucci, rappresentavano i nuclei industriali più promettenti, capaci di dare uno slancio al futuro del territorio. Lo sviluppo urbanistico, commerciale, artigianale dell’intera vallata, per lunghi anni, lo si deve a questo gruppo di aziende industriali che erano state in grado di creare buona occupazione per migliaia di posti di lavoro. Poi certo anche l’Enel, l’azienda pubblica per eccellenza, il cui ruolo centrale per l’economia dell’intera vallata, è stato per decenni assoluto.
Milic, rifacendosi all’esempio Olivettiano, era convinto del ruolo sociale che le imprese debbono svolgere nei territori in cui operano. Poi è arrivata la globalizzazione, il liberismo sfrenato, che anche in Val Nestore con le sue logiche predatorie, ha colpito durissimo. Le vicende Cisa e Trafomec, quest’ultima finita in mani cinesi, ne sono una testimonianza. Stefano Milich ha attraversato tutta quella stagione. E’ rimasto tra i pochi a presidiare il territorio con una impesa industriale…
Era convinto dell’importanza di un rapporto dialogante con le Istituzioni ma anche con le popolazioni. Certo anche la sua azienda ha creato per ragioni strategiche aziendali, stabilimenti in diversi continenti come la Cina, l’India, Paesi come la Slovenia, ma non si è trattato di delocalizzazioni. Infatti ci teneva a precisare che l’azienda madre nel comprensorio del Trasimeno, l’Elettromil, è rimasta quella centrale sia per la progettazione di trasformatori, sia per la realizzazione del prodotto. Ricordo quando mi raccontò che sì in Cina aveva impiantato un’azienda, ma sull’accordo con le autorità locali, aveva preteso di specificare, che quei trasformatori non dovevano uscire dal mercato interno. Così fu per tutti gli altri stabilimenti esteri.
Ora, dinnanzi alla tragica fatalità della scomparsa improvvisa di Stefano Milic, per l’Elettromil si apre un capitolo nuovo. Stefano infatti era come si dice in questi casi, la mente pensante, colui che teneva i rapporti con le banche, con i clienti. La strategia che aveva portato all’internazionalizzazione dell’Elettromil era stata tutta sua. I rapporti diplomatici con il governo cinese, quello indiano e altri, erano tutte sue intuizioni. Sì lui era quello che quasi quotidianamente prendeva l’aereo e andava in giro per il mondo. Mirco si era ritagliato un ruolo operativo, era colui che eseguiva, trovava le soluzioni alla produzione, il rapporto con le maestranze. Ora si dovrà far fronte a questa novità, dalle conseguenze imprevedibili. La speranza è che l’azienda riesca a trovare le giuste risposte, affinché un gruppo industriale di primissima importanza per il Comprensorio lacustre, non venga meno, non venga svenduto alla prima multinazionale di passaggio da queste parti. Di storie così, ne abbiamo avute molte e nessuno si augura di rivedere certi film.
Renato Casaioli
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