DAL TRASIMENO RIAFFIORA LA PERUGIA-CHIUSI DI DUEMILA ANNI FA?

DAL TRASIMENO RIAFFIORA LA PERUGIA-CHIUSI DI DUEMILA ANNI FA?
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CASTIGLIONE DEL LAGO – La grande siccità del 2022 fece ritirare di parecchi metri il lago Trasimeno. E nella zona di Sant’Arcangelo di Magione, l’arretramento dell’acqua ha fatto riaffiorare delle strane pietre, in parte allineate. Uno storico perugino, Gianfranco Cialini, curatore del Fondo Antico dell’Università degli Studi di Perugia, ci ha messo gli occhi sopra ed ha avanzato l’ipotesi che possa trattarsi dell’antica strada etrusco-romana che da Perugia portava a Chiusi e che i epoca romana faceva da raccordo tra le consolari Cassia e Flaminia. Come è noto la Cassia Vetus  passava proprio per Chiusi che ne era uno degli snodi principali. L’abbassamento delle acque del lago ha fato riemergere oltre alle pietre allineate (molte sono invece scomposte, forse mosse nei secoli dalle piene e dalle secche del lago) anche cippi di confine di epoche successive, ossa di animali, ferri di cavallo e antichi pesi in coccio per le reti dei pescatori.

Attualmente il Trasimeno si è di nuovo alzato, riprendendosi parte delle sponde finite in secca, e anche il tratto individuato da Cialini è di nuovo sott’acqua. Ma lo studioso perugino ha chiesto comunque l’intervento della Soprintendenza Archeologica dell’Umbria, che ha fatto sopralluoghi e prelievi, ma non si è ancora espressa in merito. Ne sapremo di più, dunque, quando lo farà. L’ipotesi comunque è suggestiva e anche molto credibile. Che ci fosse una strada che collegava Perugia a Chiusi è noto. Non ne era noto l’intero tracciato.

Qualche anno fa, nel 2014, un’associazione di amanti del Trekking di Perugia organizzò una camminata di due giorni proprio dal capoluogo umbro a Chiusi, seguendo quello che doveva essere l’antico percorso che era molto vicino ad una linea retta e che per un tratto costeggiava proprio la sponda sud del Trasimeno, dalle parti, appunto di Sant’Arcangelo, per poi proseguire verso Panicale, salendo fino a Villastrada e da Villastrada a Chiusi, passando non lontano dalla strada attuale. Lungo quel percorso trekking fatto di viottoli e sterrati il “capo spedizione” segnalava ogni tanto tracce di selciato, pietre segnate dal passaggio dei carri…

E’ noto anche che i romani utilizzarono, almeno in parte, vecchi tracciati etruschi, che successivamente, dal medioevo in poi, l’impaludamento della valle del Clanis costrinse a modificare la viabilità utilizzando per lo più percorsi collinari, ma sempre seguendo la traccia delle strade romane. Sappiamo che i terreni che via via venivano rilasciati dal lago Trasimeno o ad esso venivano strappati, erano utilizzati per coltivazioni agricole che cambiavano il paesaggio, con le pietre dei lastricati non più in uso, utilizzate per altri scopi come muri a secco ecc.

Mentre oggi la politica e le istituzioni tornano a parlare di un collegamento stradale più rapido e diretto tra Perugia e Chiusi, in funzione dell’aggancio all’alta velocità ferroviaria e all’Autostrada del Sole in direzione sud, viene da pensare che lo avevano già fatto i romani, duemila anni fa, collegando direttamente, con la strada più lineare possibile, Perusia al nodo stradale di Clusium, la Flaminia alla Cassia…

L’ipotesi avanzata da Gianfranco Cialini è naturalmente tutta da verificare, ma se fosse confermata, oltre che costituire un tassello importante per capire cos’erano e com’erano queste terre nell’antichità, come era la mobilità 20 secoli fa, su quali direttrici si muovevano cioè persone, eserciti e merci, sarebbe anche la conferma storica di una necessità presente anche oggi: collegare Perugia a Chiusi e viceversa. Certo, poi se la stazione per l’alta velocità la fanno altrove, la Perugia-Chiusi servirebbe a poco.

M.L.

Nella foto: il tracciato riemerso dalla secca del lago. (foto Perugia Today)

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