ROSSO ETRUSCO, IL ROMANZO DI MAURO COTTINI AMBIENTATO TRA CHIUSI, CETONA E SARTEANO
CHIUSI – Chi è nato ed abita in questo territorio lo sa: gli etruschi, le loro tombe, il loro alfabeto ancora non del tutto decifrato, quel sorriso ironico e beffardo stampato sui volti dei canopi e delle statue su sarcofagi e urne cinerarie costituiscono un back ground e un richiamo forse ancestrale anche per chi si diletta con la scrittura. Si prestano a storie misteriose. Anche a fare da sfondo a storie gialle o noir dei nostri giorni. Personalmente mi ci sono divertito nel 2009 con il romanzo “Non è stato nessuno” che comincia proprio con un omicidio apparentemente inspiegabile, proprio davanti alle tombe etrusche di Chiusi… e da lì si dipana, con un flash back nei giorni della battaglia di Chiusi del ’44, e passando per vari misteri chiusini e altri omicidi, sempre inspiegabili apparentemente, arriva appunto al periodo in cui il libro fu scritto e pubblicato… Come ho detto scrivere quel romanzetto di 250 pagine fu un divertimento. Anzi un grande divertimento: la penna (la tastiera del Pc) correva da sola, la trama stessa si costruiva passo passo da sé, guidata da quel fil rouge costituito dalla storia antica e recente di questa terra, una storia che parte, appunto dagli etruschi e dai loro misteri. Non sono stato certo il primo a tentare un’operazione del genere. Il più famoso di tutti è Mika Waltari, che nel 1956 (mio anno di nascita) diede alle stampe Turms l’Etrusco, un romanzo tradotto in 25 lingue e in Italia pubblicato da varie case editrici.
Dico questo perché credo che si sia divertito parecchio anche lo scrittore di origini sarteanesi Mauro Cottini, autore del romanzo, giallo appunto, “Rosso Etrusco“, Edizioni Porto Seguro, che ieri, sabato 21 gennaio, è stato presentato a Chiusi, nella sala del Museo Civico, in mezzo a reperti che richiamano il passato etrusco della città. Iniziativa promossa dall’Associazione La Goccia, insieme alla Biblioteca Comunale Ottiero Ottieri nell’ambito della rassegna “Parole d’inverno“.
Anche il libro di Cottini, come il mio del 2009, pur facendo viaggiare il lettore per il mondo, nel caso specifico tra Svizzera, Francia e altre località italiane, mantiene il fulcro della storia tra Chiusi, Cetona e Sarteano, che chiama Boscogiano e si dipana tra omicidi, indagini di un Maresciallo dei carabinieri e di una archeologa con qualche connessione a latere tra i due… Ma non sveliamo altro, per non togliere a nessuno il piacere della lettura. Diciamo solo che è un giallo godibile quello di Mauro Cottini, che si fa leggere.
Alla presentazione, la vicesindaca di Chiusi Valentina Frullini (archeologa pure lei) ha accennato al fatto che “il libro rilancia la promozione turistica della Città di Chiusi grazie alle curiosità archeologiche suscitate nel romanzo di Cottini”. E’ vero, la letteratura di questo genere può contribuire a far conoscere aspetti meno noti del territorio e può soprattutto creare curiosità e un turismo indotto. Lo chiamano turismo letterario. Ma può anche essere un turismo locale, fatto da gente della zona che magari non aveva mai fatto caso a certi particolari e, dopo aver letto il libro, vuole andare a verificare…
Non roba da grandi numeri, ma ricordo che nei primi anni dopo l’uscita di “Non è stato nessuno“, capitava che a Chiusi venisse gente che voleva vedere i misteri del Duomo, le tombe etrusche o angoli che nel libro erano citati… Mi capitò anche di fare da guida ad alcune persone… Anche quello fu un divertimento.
Adesso “Rosso Etrusco” di Mauro Cottini arricchisce la collezione dei romanzi ambientati nel territorio e basati su una storia millenaria molto particolare e sui misteri che ancora oggi quella storia si porta dietro. Purtroppo per il territorio, il fantomatico Mausoleo di Porsenna, citato come una costruzione fantastica da Varrone, Tito Livio e altri storici romani, finora ha trovato riscontri solo nei romanzi gialli e noir…
Marco Lorenzoni