MONTEPULCIANO, LA REGIONE BOCCIA L’IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI ORGANICI VICINO AL LAGO. VITTORIA DI COMITATI ED AMBIENTALISTI
MONTEPULCIANO – Niente da fare, l’impianto di trasformazione dei rifiuti organici previsto nei pressi del lago di Montepulciano da un progetto dell’azienda Agricola Poliziana, non si farà. La Regione Toscana lo ha bocciato in sede di conferenza dei servizi, confermando in sostanza tutti i rilievi critici sollevati dalle associazioni ambientaliste. Dopo il caso Acea di Chiusi (2019) un altro progetto discutibile e molto discusso che si arena prima di nascere. Le conclusioni della Conferenza dei Servizi sono chiare e inequivocabili e dicono chiaramente che un impianto del genere in un contesto delicato come quello limitrofo al lago di Montepulciano, oasi naturalistica, non può essere realizzato, in quanto non sono chiare né le fonti di approvvigionamento dell’impianto, né le ricadute in termini di emissioni (odori molesti), né l’impatto che potrebbe avere sul contesto ambientale e sulle stesse risorse idriche del luogo Ecco il passo saliente della relazione finale della Conferenza dei Servizi:
“La Conferenza dei Servizi rileva che non sussistono le condizioni per procedere alla conclusione favorevole del procedimento di PAUR, in accoglimento dell’istanza in esame, in considerazione dei seguenti elementi ostativi: il digestato liquido non è conforme al Reg. UE 1009/2019, e l’operazione R10 non è autorizzabile in quanto si trasformerebbe, a meno di ulteriori trattamenti, in un mero scarico sul suolo di rifiuti;non è corretta la qualificazione come Ammendante Compostato Misto ai sensi del D.Lgs. 75/2010 del digestato solido ottenuto dalla purea di FORSU;non è ben definita l’origine (raccolta domiciliare porta a porta e/o raccolta da cassonetti differenziati) e conseguente la qualità del rifiuto in ingresso all’impianto; permangono forti perplessità in esito alle soluzioni/indicazioni fornite dal proponente per il superamento delle criticità legate anche alla diffusione di odori molesti ed alla tutela delle fonti di approvvigionamento idropotabile ad uso degli immobili ricadenti nell’area non serviti da pubblico acquedotto. Inoltre, Arpat, evidenzia che l’intervento proposto si inserisce in un contesto ambientale che presenta criticità per quanto concerne la qualità e la vulnerabilità delle risorse idriche, sia superficiali che sotterranee, (…) ritiene che tale aspetto sia rilevante al fine della valutazione della compatibilità ambientale dell’intervento, considerato che gli effluenti del trattamento verrebbero utilizzati in terreni ubicati nell’areale suddetto.”
Sostanzialmente la regione ritiene l’impianto proposto NON COMPATIBILE con l’area in cui verrebbe realizzato, ritiene anche che non chiuda il ciclo dei rifiuti (End of Waste) perché il prodotto finale rimane comunque un rifiuto. Insomma una bocciatura senza appello e su tutta la linea, addirittura più evidente e più tranchant rispetto allo stesso Carbonizzatore proposto da Acea tre anni fa a Chiusi. In quel caso la bocciatura non ci fu, il progetto fu ritirato dai proponenti, prima che arrivasse lo stop ufficiale, dopo che l’inchiesta pubblica regionale aveva evidenziato molte falle nella progettazione.
Quanto all’impianto di trasformazione dei rifiuti organici proposto da Agricola Poliziana nei pressi del lago di Montepulciano, i comitati e gli ambientalisti che si sono opposti al progetto vedono riconosciute dalla Regione le loro ragioni e le loro critiche. D’altro canto emerge invece l’atteggiamento “inverso” dell’amministrazone comunale di Montepulciano che fino all’ultimo ha sostenuto il progetto ed ha anche proposto, unico soggetto a farlo in Conferenza dei Servizi, la Variante sulla tipologia di rifiuto da trattare presentata dell’azienda proponente.
I comitati adesso, ovviamente soddisfatti dell’esito della vicenda, sottolineano come sia legittimo che un imprenditore cerchi di fare i propri interessi, ma allo stesso tempo non solo è legittimo, ma è doveroso che i cittadini si mobilitino con atteggiamento critico, per affermare l’interesse collettivo e la tutela dell’ambiente che è bene comune… Così come da Chiusi nel 2019-20, anche da Montepulciano arriva una “lezione” di cui tener conto anche in futuro, ogni qualvolta si prospettino impianti industriali o di trattamento rifiuti che possono incidere sulla qualità dell’aria, dell’acqua e in generale dell’ambiente, in contesti delicati e problematici, siano essi siti naturalistici, come l’area limitrofa al lago di Montepulciano o siti produttivi, ma troppo vicini alle abitazioni, come nel caso del progetto Acea a Chiusi.
M.L.