IL FUTURO DELL’UMBRIA PASSA DALL’IDROGENO. E DAL LEGNO. MA ANCHE DA NUOVE INFRASTRUTTURE

IL FUTURO DELL’UMBRIA PASSA DALL’IDROGENO. E DAL LEGNO. MA ANCHE DA NUOVE INFRASTRUTTURE
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Si è svolto nei giorni scorsi a Palazzo Cesaroni, sede del Consiglio Regionale, l’incontro di presentazione del progetto Wood 4 Green Umbria e dell’avviso pubblico per la partecipazione dei soggetti privati al progetto. Il progetto che mette al centro anche un altro piano di lavoro quello della creazione di un Polo per la produzione d’idrogeno, avendo sul territorio della Val Nestore, cosa assai importante, un’azienda come la vetreria VCP, che ad oggi risulterebbe la più grande consumatrice della Regione di questa fonte energetica, nasce dall’ambiziosa volontà di donare nuovo valore al patrimonio forestale della Regione, un’iniziativa che, grazie ad un’alleanza nel tempo tra istituzioni e imprese, punta a restituire a sfruttare a pieno il potenziale di una risorsa che, ad oggi, non è sufficientemente valorizzata.

Non molti sanno che nella metà del 1800 le foreste umbre furono tagliate per produrre il legname utile alla costruzione della rete ferroviaria italiana. Da allora la maggior parte delle aree boschive umbre sono caratterizzate da un bosco ceduo (una forma di governo del bosco che si basa sulla capacità di alcune piante di emettere ricacci se tagliate), e utilizzato solamente per la produzione di legna da ardere. In questo contesto, il progetto Wood 4 Green si pone l’obiettivo ambizioso di far tornare le foreste umbre ad essere popolate da alberi d’alto fusto, per produrre legno di qualità, utile alla bioedilizia e per riscoprire il contributo in termine di economia sostenibile che esse possono tornare a dare, anche in termini di contributo alla cattura di CO2. L’utilizzo del legno da alberi ad alto fusto potrebbe tornare a generare una filiera di gestione delle foreste e di certificazione della sostenibilità dei tagli che creeranno economia. L’idea di riattivare una superficie importante, di circa 80.000 ettari, ha infatti un’implicazione importante anche in termini di formazione di coloro che dovranno gestirle, sulla filiera produttiva del legno, sui tantissimi usi ulteriori del materiale legno che si possono fare. Ricerca, energia, mobilità sostenibile, un nuovo rapporto con le aree boschive, non più intese come limite all’attività economica ma come giacimento di materiale prezioso da utilizzare e tutelare: questo – sostengono gli uomini delle Istituzioni –  sono gli obiettivi di Wood 4 Green Umbria. “Un evento molto partecipato che ha permesso di condividere gli obiettivi del progetto con una platea di associazioni di categoria e imprese” hanno dichiarato i sindaci di Panicale e Piegaro, Giulio Cherubini e Roberto Ferricelli, coordinatori del progetto Wood4Green nel Patto dei Sindaci per i boschi dell’Umbria occidentale per i quali “è fondamentale il rapporto che si è creato tra i 31 Comuni ideatori del progetto e l’Amministrazione regionale”. Al tavolo dei relatori l’assessore Michele Fioroni per il quale “Wood 4 Green è l’esempio di una Regione che ambisce a guardare al futuro. Un progetto che ha un orizzonte temporale minimo di 10 anni, in cui si superano le logiche di politica e di interesse del breve periodo, per progettare l’Umbria delle generazioni che verranno: un laboratorio con cui grazie a innovazione e sostenibilità si valorizzano patrimoni del passato e del futuro”. Ma l’Assessore in un breve passaggio del suo intervento, ha preso atto che c’è una parte del territorio umbro, in particolare ha fatto riferimento alla parte Sud del Trasimeno, che è assolutamente inadeguata per quanto riguarda le infrastrutture. Lasciando intendere che queste sono assolutamente necessarie, in una prospettiva di produzione della complessa filiera del legno. Una presa d’atto questa, che fa pendant con quanto lo stesso Assessore alle infrastrutture umbre Melasecche va affermando in maniera ancora troppo vaga, in merito a questo annoso problema. Su questo versante delle infrastrutture infatti da tempo è in corso un dibattito, che sempre più sta coinvolgendo l’opinione pubblica delle due Regioni Toscana e Umbria. Per farla breve, pare che si stia uscendo dallo strabismo verso le Marche, che nei decenni passati e fino ad oggi, ha caratterizzato la politica programmatica dell’Umbria. L’Assessore Melasecche appunto, sembra aver cambiato le sue posizioni iniziali, non più due stazioni da costruire in Linea (ad Orte a sud e verso Arezzo per il nord), per collegare il capoluogo umbro all’alta velocità, optando per la soluzione della stazione unica, la Media Etruria appunto. Anche se fino ad oggi non ha mai indicato un luogo. Poi l’assessore sembra sempre più convinto della necessità di superare la fermata del Freccia Rossa a Perugia, per i costi oramai davvero notevoli che questa fermata comporta per le casse della Regione. Lasciando intendere quindi, che il problema dell’isolamento di Perugia, lo si supera congiungendo il capoluogo regionale, attraverso un collegamento che impieghi il minor tempo possibile a raggiungere i binari dell’Alta Velocità. Alcuni sindaci umbri (Castiglione del Lago, Città della Pieve, Panicale, Paciano) sostengono che una stazione Media Etruria pienamente funzionante già c’è a soli trenta chilometri: è la stazione di Chiusi. Dove già oggi si ferma una coppia di Frecciarossa. C’è già anche un servizio navetta da e per Perugia in concomitanza con le fermate. Con un collegamento stradale più rapido, attraverso lo sfondamento della Pievaiola tra Piegaro e Moiano-Po’ Bandino (oggi 10 km di tornanti) da Perugia si potrebbe giungere a Chiusi in meno di mezz’ora. Da Ellera-Corciano-zona ex Silvestrini in 20 minuti.

Tornando al convegno Wood 4 Green, l’assessore Fioroni ha infine aggiunto che “personalmente ho creduto fin dall’inizio in questa iniziativa e insieme all’Assessore Morroni abbiamo costituito una task farce regionale per seguirne l’evoluzione. Oggi il progetto si apre alle imprese, e siamo convinti che anche il tessuto economico locale saprà come dare il suo contributo. “ E’ intervenuta anche Alessandra Stefani, direttore generale del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e delle Foreste, che ha illustrato i contenuti della strategia forestale nazionale e le sue numerose opportunità per il progetto Wood 4 Green. Presente all’evento anche il vicepresidente della Giunta regionale Roberto Morroni che ha sottolineato quanto “Wood 4 green è un progetto di grande valore, che coniuga una serie di aspetti positivi: convergenza di intenti tra ben 30 comuni, un approccio alla sostenibilità tangibile, la capacità di abbracciare obiettivi di lungo respiro. Tutti elementi tipici di un’iniziativa che ha la potenzialità di cambiare le sorti del nostro territorio” È partita quindi da pochi giorni ufficialmente la fase di adesione degli imprenditori e dei privati al progetto tramite l’avviso pubblico che rimarrà aperto fino ai primi giorni di gennaio 2023, scaricabile nella sezione download del sito. La capogruppo regionale del PD Simona Meloni esprime “soddisfazione per il concreto avvio del progetto Wood4Green”. Lo fa in occasione della presentazione del progetto legato alle logiche dell’industria 4.0 e che, attraverso la valorizzazione del legno, mira a rafforzare e trasformare l’Umbria verde attraverso il valore trainante dell’innovazione e capace di aprire un’economia circolare valorizzando le molteplici filiere fra di loro connesse. Per la Meloni, “si tratta di una innovativa traiettoria di sviluppo, coerente con il principio di sostenibilità ambientale, sociale ed economica e per questo in linea con una regione che dovrebbe puntare a diventare sempre più il cuore più verde d’Europa”. “In Umbria – fa presente la capogruppo del Pd – il progetto è stato promosso dai Comuni di Panicale e Piegaro tramite il Consorzio Consenergia Green, in accordo con la Regione Umbria e con il supporto tecnico scientifico del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia”. “Bioedilizia, energia green, idrogeno, ma anche mobilità ed alimentazione sostenibile – conclude Meloni – sono i cardini di un progetto ambizioso che può significare una svolta per il Trasimeno e per l’intera Umbria”.

Renato Casaioli

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