LA TRAVIATA DI VERDI, CHIUSURA DA APPLAUSI AL FESTIVAL DELLA MUSICA CLASSICA DI CASTIGLIONE DEL LAGO
Castiglione del Lago – E’ stata una chiusura quella del XVIII Festival di Musica Classica svoltasi domenica sera a Castiglione del Lago, davvero splendida. Grandi artisti per raccontare una storia rocambolesca come quella della Traviata, scritta dall’insuperabile Giuseppe Verdi, la cui opera ha riecheggiato per tutto l’immenso storico palazzo della Corgna. Al pianoforte ad accompagnare Chiara Vestri (soprano), Alessandro Zucchetti (tenore), Manuel Massidda (baritono), il maestro Stefano Ragni, un animatore storico del festival. Ed è stato lui a spiegare il concerto dedicato a Verdi. «Questa Traviata è nata da un progetto del compianto Ciro Scarponi, clarinettista e compositore umbro di livello mondiale. Nell’allestimento abbiamo collaborato con il grande tenore perugino Enzo Tei, di cui ho scritto una biografia; durante una master class gratuita tenuta da Tei a Torgiano è partito il progetto dedicato a Verdi e alla sua opera più popolare e conosciuta, con una morale e uno spessore umano ancora attuali. Con Alessandro Zucchetti, che aveva adattato La Traviata per una banda musicale, siamo riusciti a trasferire l’opera per un piccolo teatro come è questo di Castiglione del Lago, solo con il pianoforte e tre bravissimi cantanti. È la prima di una serie di rappresentazioni che porteremo in tutta l’Umbria».
Un successo di pubblico, di entusiastica partecipazione (l’intensità degli applausi ne sono stati una testimonianza), che ha ripagato per il tanto lavoro la promotrice e direttrice artistica Marzia Zacchia Crispolti. Il sindaco Burico visibilmente commosso, l’ha voluta salutare con un grande abbraccio, annunciando che per il prossimo anno, l’importante manifestazione culturale si svolgerà in un luogo molto più ampio, dove sarà possibile allestire ben altri palcoscenici. La Traviata fu un opera che per gli argomenti trattati in un periodo dove ancora regnava sovrana una certa moralità bigotta, un certo perbenismo benpensante, fu considerata un’opera scomoda, scabrosa. Tanto che a Verdi fu chiesto di rappresentarla dentro ad un contesto storico del passato, insomma decontestualizzarla. Ovviamente Verdi che era un personaggio assai attento ai fenomeni sociali e politici del suo tempo, siamo alla vigilia dell’Unità d’Italia, si rifiutò di assecondare questi desideri da censura. La sua prima rappresentazione al Teatro la Fenice di Venezia del 6 marzo del 1853. Fu un vero “fiasco”, così lo stesso Verdi definì l’esordio. Ma il grande musicista sapeva di aver scritto un’opera di grande valore culturale e artistico e per questo di quell’insuccesso, non se ne turbò molto. Il grande artista, scrisse l’opera in soli 40 giorni, ispirato da un’altra grande opera: “La signora delle Camelie”, di Dumas figlio a Parigi nel 1852 e ne ricava un intenso melodramma dal valore emotivo e di un esasperato romanticismo. Giuseppe Verdi con questa opera donò al mondo un capolavoro di estremo lirismo. E così quella cascata di note, di virtuosismi corali, quella moltitudine di emozioni, che solo un’opera come la Traviata sa regalare, si sono potute rivivere dentro uno scenario storico naturalistico come è appunto la città di Castiglione del Lago e il suo storico palazzo della Corgna.
Renato Casaioli