LA FRECCIA SPARITA… LA FERMATA AV A CHIUSI SARA’ RIATTIVATA IL 1 OTTOBRE. OGGI A PO’ BANDINO INIZIATIVA PD SU ALTA VELOCITA’ E INFRASTRUTTURE. I PASDARAN DELLA STAZIONE IN LINEA INSISTONO…

martedì 20th, settembre 2022 / 11:47
LA FRECCIA SPARITA… LA FERMATA AV A CHIUSI SARA’ RIATTIVATA IL 1 OTTOBRE. OGGI A PO’ BANDINO INIZIATIVA PD SU ALTA VELOCITA’ E INFRASTRUTTURE. I PASDARAN DELLA STAZIONE IN LINEA INSISTONO…
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CHIUSI – Dodici giorni fa il sindaco di Chiusi annunciò la conferma, anzi la proroga della fermata “estiva” del Frecciarossa anche dopo il 12 settembre, fino a dicembre, come negli anni passati. La Nazione titolò “Regalo di Natale”, noi salutammo la proroga come un fatto positivo, non scontato, come una precondizione essenziale per valorizzare il ruolo di Chiusi come nodo ferroviario per un’area vasta comprendente anche buona parte dell’Umbria. Solo che c’è stato solo l’annuncio. La fermata del Frecciarossa in realtà non è ancora stata prorogata. Chi ha provato in questi giorni (dopo il 12 settembre) a prenotare e acquistare un biglietto non ha potuto farlo, perché la fermata nell’orario non sussiste. Al momento la coppia di Frecce che ferma a Chiusi alle 8 del mattino per Roma-Napoli-Salerno e alle 21 per Firenze-Milano nel periodo estivo non è in vigore. La Nazione, nell’edizione di oggi re-incarta il “regalo d Natale” e riporta le lamentele dei viaggiatori. Sonnini, ovviamente contrariato dal disguido parla di “questioni tecniche” alla base del ritardo nella proroga fino almeno a dicembre e fa sapere che ha avuto rassicurazioni che la fermata verrà ripristinata dal 1 ottobre, con  possibilità di acquisto biglietti dal 28 settembre.

C’è da augurarsi che sia effettivamente così e non ci siano altri disguidi.  Non abbiamo motivo per non crederci. In effetti Trenitalia non ha smentito l’annuncio della proroga, dato da tutti i giornali alcuni giorni fa. Perdere la fermata da settembre a dicembre dopo che per tre anni era stata confermata, nonostante la pandemia avrebbe il sapore della beffa… E francamente questi giochetti da parte di Trenitalia non si capiscono…

Intanto la politica, da Giani a Scaramelli e a qualche capataz locale, continua a baloccarsi sulla fantomatica stazione in linea da realizzarsi a Rigutino presso Arezzo o nei pressi di Montallese (che poi in realtà sarebbe nel comune di Montepulciano), come se la stazione in linea portasse di per sé più fermate.

Oggi di questo tema e di quello della infrastrutture si parlerà in una iniziativa elettorale del Pd a Po’ Bandino (Città della Pieve). Saranno presenti l’assessore regionale toscano ai trasporti Baccelli, il deputato umbro Verini, i sindaci di Castiglione de Lago e Chiusi Burico e Sonnini, la consigliera regionale umbra Simona Meloni, il presidente dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Giacomo Grazi.

Negli ultimi mesi il Pd del Trasimeno si è espresso decisamente contro la stazione in linea e a favore dell’utilizzo come aggancio all’alta velocità della stazione di Chiusi. E lo ha fatto con sempre maggiore convinzione. Sulla stessa lunghezza d’onda anche buona parte del Pd della sponda toscana (il responsabile di Zona Marcello Fallarino per esempio, il sindaco Sonnini). Sentiremo cosa pensa la Regione Toscana. Un mese fa a Villastrada (Festa de l’Unità) fu ribadita la centralità e l’idoneità della stazione di Chiusi come nodo per l’alta velocità (basterebbe ottenere una o due fermate in più) e fu anche lanciata la proposta di un Comitato di pressione che possa coinvolgere sindaci, amministratori, associazioni imprenditoriali, sindacati e soprattutto la cittadinanza. Nel territorio c’è già qualcuno che si sta muovendo in tale direzione.

E se gli umbri si sono mossi e si stanno muovendo con decisione, non c’è altrettanta decisione e determinazione dalla parte senese. Solo avallare l’idea che “se proprio la stazione in linea la devono fare, meglio averla nel nostro territorio” come hanno affermato di recente il presidente dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Grazi e la sessa segretaria chiusina del Pd Cardaioli, è una posizione perdente, debole, che gioca contro Chiusi e contro il territorio, non a favore. Il perché è evidente:

1) la stazione di Chiusi è idonea alla fermata dei treni Av, la fermata comporta un aggravio sui tempi di percorrenza di 11 minuti; la fermata in una ipotetica stazione in linea comporterebbe comunque un “aggravio” di 7-8 minuti . Per fermarsi a Montallese le frecce dovrebbero cominciare a decelerare a Chiusi Scalo, non è che si fermano di botto a 300 km orari. Il risparmio sarebbe irrisorio;

2) adesso a Chiusi si ferma in estate una coppia di frecce. Quante ne fermerebbero in una stazione in  linea? due, tre? di più, dato il bacino di utenza che non è quello della Media Padana, è impensabile. Quindi una o due fermate in più a Chiusi (o una a Chiusi e una ad Arezzo), magari per tutto l’anno, risolverebbero il problema. Senza spendere milioni di euro in una stazione ex novo;

3) la stazione di Chiusi è idonea e servita da connessione con la linea Firenze-Roma e con la Siena-Chiusi, ha la fermata delle autolinee, il servizio taxi, ha posteggi e servizi vari nei pressi (posta, banche, ristoranti, alberghi, bar, supermercato), ha il casello A1 a 4 km; la stazione in linea verrebbe realizzata in mezzo alla campagna dove non c’è niente di tutto ciò. E anche le strade sono quelle che sono…

4) I soldi del Pnrr meglio spenderli per ammodernare, adeguare e potenziare i collegamenti esistenti (la linea Chiusi-Siena, la strada Perugia-Chiusi, l’evenuale “bretella” ferroviaria Borghetto di Tuoro-Castiglione del Lago.

Il territorio però dovrà alzare la voce. Farsi sentire anche ai piani alti. Primo per mantenere in maniera strutturale e non anno per anno la fermata del frecciarossa; secondo per smontare la bufala della stazione in linea (e chi la propugna); terzo per ammodernare la rete infrastrutturale per renderla ancora più funzionale e appetibile in termini di sicurezza e tempi di percorrenza, anche in funzione dell’alta velocità (ma non solo dell’alta velocità). L’iniziativa del Pd di oggi a Po’ Bandino è una buona occasione per capire dove la politica vuole andare a parare.

m.l.

 

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