PIOGGIA POCA, FULMINI E SAETTE A IOSA… NOTTE ELETTRICA IN VALDICHIANA E UMBRIA. ECCOLI GLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI
I temporali di mezz’agosto ci sono sempre stati. Spesso sono stati anche violenti. I chiusini ricorderanno la bomba d’acqua del 26 agosto 2006, che mise in ginocchio lo Scalo, e che fu classificata come “alluvione”. Ieri in Toscana è stata una giornata difficile. Pioggia forte e grandine a palate in alcune zone e soprattutto vento forte: 144 Km/h alla foce del Magra tra Massa e La Spezia, e 137 Km/h a Castiglion d’Orcia, tra le pendici dell’Amiata e la Valdorcia… Ci sono stati anche due morti in Toscana per caduta alberi…
Come se non bastasse l’emergenza siccità, ecco adesso anche l’emergenza bombe d’acqua e vento. Ma non si è trattato di fenomeni anomali, come tornado o trombe d’aria. Si è trattato di fenomeni diciamo così “normali” anche se di forte intensità.
In Valdichiane nella vicina Umbria la nottata è stata molto… elettrica, con una tempesta di fulmini ad alta quota, che è durata dalle due alle 4 ore… Tuoni, fulmini e saette, ma acqua poca. Sui social in tanti hanno ripreso con il cellulare e postato filmati con audio, piuttosto inquietanti, su ciò che è successo. Sembrava di essere nel bel mezzo di un attacco missilistico… Fulmini in sequenza ininterrotta che per fortuna non scaricavano a terra, ma tra nuvola e nuvola… A guardare il cielo c’era da prendere la scossa…
Poi, intorno alle due è venuta giù anche un po’ di pioggia, salutare per piante e fiori. Ma non molta. Non certo sufficiente a ridare linfa alle falde, ai laghi, ai fiumi e ai torrenti. Tutt’ora (venerdì pomeriggio, ore 15,00) nella zona di Chiusi e Valdichiana tuona e “balena” in lontananza. Ma siamo ancora al “molto rumore per nulla”.
Però i fenomeni climatici e metereologici estremi e anomali sono sempre più frequenti. E questo non può che essere un campanello d’allarme, anche per i più scettici. Il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, sul Fatto Quotidiano spiega bene la questione: “Che le burrasche di Ferragosto facciano disastri non è una novità, ma l’aumento di frequenza e intensità degli eventi recenti è ormai evidente. Stabilire in che misura l’eccezionale anomalia calda dell’atmosfera e del mare in questa stagione possa aver contribuito all’innesco di fenomeni così vigorosi come quelli di ieri non è facile e richiede analisi lunghe e complesse, ma – come già noto per situazioni precedenti tra cui le alluvioni del luglio 2021 in Germania – un ruolo del riscaldamento globale è sicuramente da mettere in conto, e non è un caso se nella medesima annata convivono una delle estati più calde da almeno due secoli dopo quella del 2003, la peggiore siccità su vasta scala e nubifragi rovinosi a livello più locale. Nulla di così nuovo per gli scienziati del clima che da decenni avvisano che la febbre del pianeta avrebbe portato con sé anche eventi sempre più estremi. Quando poi accade, oltre ai danni, tocca ancora una volta constatare la sottovalutazione del problema da parte della società e della politica. Bagnarsi in un Mediterraneo a 31 °C come fosse il Mar Rosso sarà anche stato piacevole, ma per gli ambienti acquatici è un disastro ecologico, e alla fine il conto lo paghiamo tutti, costretti a subire la maggior potenza distruttiva dei nubifragi”.
L’analisi di Mercalli è impietosa. Soprattutto sulla “sottovalutazione del problema” da parte della politica e della società (intesa anche come mondo produttivo). E’ evidente che insieme ala guerra in Ucraina (in Europa) di cui non parla più nessuno, insieme ad una globalizzazione che va ripensata, il problema dei cambiamenti climatici, indotti anche e soprattutto, dai nostri comportamenti, dal nostro modo di produrre e di consumare, è oggi l’emergenza principale. Una emergenza vera che non ci lascia molto tempo per invertire la tendenza. La siccità da un lato, le alluvioni e le tempeste di vento dall’altro fanno piangere le persone.
Mi permetto di segnalare che Mercalli, ad onta del titolo di “climatologo” che gli appioppano, “proviene dalla facoltà di scienze agrarie” (come risponde lui quando gli chiedi se è laureato in qualcosa). Non lo prenderei come riferimento per qualcosa di scientifico.