SANITA’ TERRITORIALE, ECCO COSA CAMBIERA’ NEL TRASIMENO. INTERVISTA AL DIRIGENTE MEDICO MARCO BERTOZZI

SANITA’ TERRITORIALE, ECCO COSA CAMBIERA’ NEL TRASIMENO. INTERVISTA AL DIRIGENTE MEDICO MARCO BERTOZZI
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La questione sanità territoriale nell’area del Trasimeno rimane uno dei temi caldi dell’agenda politica. Ma anche tra gli operatori del settore c’è apprensione e fermento nell’attesa di capire cosa uscirà dal Piano sanitario regionale e dal dibattito in corso anche nelle istituzioni locali. Sul tema abbiamo rivolto alcune domande a Marco Bertozzi, Dirigente Medico Specialista di Sanità Pubblica presso la USL Umbria 1, Segretario della ANMDO (Associazione Nazionale Medici di Direzione Ospedaliera).

Come sta cambiando   l’Assistenza sanitaria nel territorio?

Posso rispondere, forse parzialmente, dal punto di vista di dirigente sindacale dell’ANMDO Umbria: la normativa nazionale è in grande movimento. La Pandemia, purtroppo non ancora superata, ha posto la necessità di una decisiva accelerazione nella Organizzazione del settore socio-sanitario. A breve sara’ adottato dal Governo il Decreto 91,che fissera’ gli obiettivi della assistenza territoriale da assegnare alle Regioni, dopo il passaggio nella Conferenza-Stato Regioni. Sarà  pertanto integrato il precedente DM 90/2015 ,oramai obsoleto dopo la pandemia  e riguardante solo assetti ospedalieri; decreto, il 90, che non trattava degli standard territoriali con le relative dotazioni organiche e gli obiettivi di una sanità di prossimità che deve, in primis, essere attiva a partire proprio  dal  territorio…Gli elementi piu’ innovativi, da finanziare in larga parte con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa  e Resilienza ),cioe’ con i fondi stanziati dalla Europa, sono quelli della assistenza di prossimità alle persone malate e fragili, come l’emergenza Covid 19 ha fatto risaltare. In sostanza si creeranno  strutture complesse di Integrazione sanitaria Territoriale con  funzioni anche  di collegamento alla rete Ospedaliera tradizionale, denominate Casa di Comunita’,in tutte le Regioni.

Cosa si prevede in particolare per l’area del il Trasimeno?

Sommariamente possiamo dire che le delibere di riordino, recentemente pubblicate ed adottate dalla USL, inviate alla Regione Umbria, prevedono 2 Case di Comunità, i cosiddetti HUB, cioè centrali che fungeranno da collegamento con tutti i Punti di Erogazione presenti nei vari territori. Una  Casa di Comunità sarà collocata a sud del Distretto, a  Citta’ della Pieve, attuale Casa della Salute, i cui lavori di ristrutturazione ed adeguamento  sono praticamente completati essendo stati finanziati anni or sono (circa 5 milioni di Euro complessivi ) e continuati in questi anni . La Casa di Comunità pievese sicuramente sarà tra le prime o forse la prima in Umbria ad essere attivata già prima dell’estate. Qui sono  presenti anche  le strutture, già in funzione della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) a degenza breve ed il DAI  (Disturbi Alimentazione Incontrollata, che è un Centro di interesse Nazionale (vorremmo ricordare) con posti letto.

Quella pevese però non sarà l’unica casa di comunità nell’area lacustre…

No, un’altra Casa di Comunità sarà collocata a nord, a Magione, finanziata, secondo le richieste, ex novo, con i fondi del PNRR, a partire dall’ampliamento dell’attuale Centro di Salute magionese, i cui locali, alcuni nuovi ora in comodato d’uso, saranno definitivamente ceduti dal Comune di Magione,che prima li occupava, alla USL1 che provvederà alle opere necessarie.

Due strutture in pratica gia’ esistenti o solo da ampliare, come nel caso di Magione…

Certo non si improvvisano le strutture a valenza sanitaria, molto complesse tecnicamente; si parte sempre da cio’ che esiste in positivo, se possibile. Sempre sommariamente, per  Citta’ della Pieve la USL 1 prevede, inoltre, un Ospedale di Comunità a direzione territoriale da parte del Distretto Sanitario, di 20 posti letto, per trattare patologie post acuzie o croniche, o di entità più lieve, da attivare nella struttura esistente del Beato Giacomo Villa, in collegamento sia con la rete di territorio sia con gli Ospedali per acuti da dove verranno i pazienti dimessi e che necessitano di adeguata assistenza; Città della Pieve continuerà ad avere sede una postazione di  118 ed una di   Prima Assistenza nelle 24 ore e dove troveranno integrazioni anche i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di libera scelta e le specialistiche mediche a partire dalla Chirurgia Ambulatoriale (esempio cataratte) già attive negli anni nella ristrutturata Sala Operatoria e dalla  Diagnostica per Immagini, nota come Radiologia. Il tutto ovviamente dovra’ essere adottato dai competenti organi della Regione Umbria, in questo caso. Tali Ospedali comunitari, come recita il nuovo decreto a cui facevo riferimento, si attiveranno anche in altre parti della Regione e faranno parte di “reti” diffuse, per superare l’eccessivo ricorso agli Ospedali tradizionali per patologie non proprio  acute, contribuendo al loro migliore utilizzo per situazioni di effettiva necessità…

Insomma si profilano novità nei territori…

La novita’ consisterà nel fatto che i Medici di Medicina Generale parteciperanno alla organizzazione delle Case di Comunità, potendo anche qui curare o seguire i loro pazienti più complessi, senza inviarli necessariamente in Ospedale per acuti, in collaborazione con gli specialisti geriatri, pneumologi e di altre discipline. Preziosissima sarà ovviamente la presenza di qualificati Infermieri ed Operatori di Assistenza, che presteranno la loro opera anche a domicilio del malato.

 

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