AEROPORTO DI PISA, OPERAI SCOPRONO CARICO DI ARMI AL POSTO DEGLI “AIUTI UMANITARI” PER L’UCRAINA

martedì 15th, marzo 2022 / 10:38
in Cronaca
AEROPORTO DI PISA, OPERAI SCOPRONO CARICO DI ARMI AL POSTO DEGLI “AIUTI UMANITARI” PER L’UCRAINA
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I LAVORATORI SI SONO RIFIUTATI DI CARICARLE SUL CARGO. SABATO MANIFESTAZIONE INDETTA DAL SINDACATO USB: “PONTI DI PACE, NON VOLI DI GUERRA!”
PISA – La foto della giovane giornalista che si è presentata nel maggiore Tg della Tv di stato Russa, con un cartello con scritto NO WAR ha fatto giustamente il giro del mondo ed è su tutti i social. Un gesto coraggioso che la giovane subito arrestata e interrogata, pagherà. Un gesto di pacifismo vero, fatto sul campo, laddove si rischia di più. Addirittura in casa dello Stato che ha scatenato la guerra in Ucraina. Chapeaux alla redattrice pacifista russa.
Ci giunge notizia di un altro “gesto pacifista”, stavolta dall’Italia. Precisamente dall’Aeroporto Galileo Galilei di Pisa, in Toscana. 
Alcuni lavoratori dell’aeroporto hanno scoperto che dal Cargo Village dello scalo civile pisano da cui partono i “voli umanitari” per l’Ucraina, carichi di vettovaglie, medicinali e generi di prima necessità per la popolazione colpita dalla guerra, in realtà partono anche altre cose.
“Quando si sono presentati sotto l’aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi. Una amara e terribile sorpresa.
Di fronte a questo fatto gravissimo, i lavoratori si sono rifiutati di caricare il cargo: questi aerei atterrano prima nelle basi USA/NATO in Polonia, poi i carichi sono inviati in Ucraina, dove infine sono bombardati dall’esercito russo, determinando la morte di altri lavoratori, impiegati nelle basi interessate agli attacchi”. Così scrive il sindacato di base USB che “denuncia con forza questa vera e propria falsificazione, che usa cinicamente la copertura “umanitaria” per continuare ad alimentare la guerra in Ucraina”. Con il placet del Governo.
Il sindacato Usb ha emesso un comunicato in cui chiede:
1) alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto civile di bloccare immediatamente questi voli di morte mascherati da aiuti “umanitari”;
2) ai lavoratori di continuare a rifiutarsi di caricare armi ed esplosivi che vanno ad alimentare una spirale di guerra, che potremo fermare solo con un immediato cessate il fuoco e il rilancio di dialoghi di pace.
Nello stesso comunicato il sindacato USB fa sapere che sabato 19 marzo di fronte all’aeroporto Galilei (ore 15) si terrà una manifestazione sulla parola d’ordine: “Dalla Toscana ponti di pace, non voli di guerra!”.
La denuncia dei lavoratori aeroportuali e del sindacato Usb, la loro rinuncia a caricare quelle armi, non farà probabilmente il giro del mondo, ma sono anch’esse un clamoroso gesto pacifista. Meno rischioso di quello della giornalista russa, perché fatto in Italia e non sotto il naso di Putin, ma resta un fatto rilevante. La pace si costruisce anche così. Non facendosi complici di operazioni “mascherate” che alimentano la guerra e non certo la distensione e il dialogo.
Questa sera, di guerra e pace si parlerà anche nell’incontro pubblico promosso da Primapagina, che si terrà a Chiusi Scalo presso la sede della Contrada Sottogrottone, in via Guerrazzi 32 (angolo via Montegrappa), alle ore 21,15. Parlarne fa bene, dicono.
m.l.
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