MARTEDI’ 15, INIZIATIVA PUBBLICA DI PRIMAPAGINA A CHIUSI SCALO: GUERRA E PACE, PARLIAMONE

lunedì 14th, marzo 2022 / 09:25
MARTEDI’ 15, INIZIATIVA PUBBLICA DI PRIMAPAGINA A CHIUSI SCALO: GUERRA E PACE, PARLIAMONE
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APPUNTAMENTO ALLE ORE 21,15, PRESSO LA CONTRADA SOTTOGROTTONE, IN VIA GUERRAZZI 32

CHIUSI – Sono passate tre settimane da quando, da queste colonne lanciavamo un appello a mobilitarsi per la pace. Era il 22 febbraio e i carriarmati russi erano ancora fermi alla frontiera, no avevano scatenato l’offensiva contro l’Ucraina… Chi ci sta alzi la mano scrivevamo, ricordando i tempi in cui laici e cattolici insieme organizzavano in quattro e quattr’otto marce e sit-in.  Qualche giorno dopo,  a guerra iniziata, a Chiusi si è tenuta la manifestazione in piazza XXVI Giugno organizzata dal Centro Sinistra con Cgil e Uil e Anpi. A Città della Pieve prima il flash mob degli studenti del Calvino, poi, il primo marzo, un’altra iniziativa promossa da varie associazioni culturali e del volontariato… Nel frattempo la guerra è andata avanti, i Russi hanno stretto d’assedio tutte le città dell’Ucraina, con gli ucraini che si sono armati per difendersi.

Siamo al 20esimo giorno di combattimenti, coi rischi di una escalation che porti al coinvolgimento della Nato sempre più alti, perché altissimo è il rischio di un “incidente” che lo possa provocare. Da un lato i Russi che bombardano basi militari al confine con la Polonia, dall’altra il presidente ucraino Zewlensky che insiste nel chiedere l’intervento Nato e No fly Zone, che vorrebbe dire ingresso in guerra e quindi terza guerra mondiale. E’ dall’inizio che, nel nostro piccolo, come primapagina sosteniamo che la fornitura di armi all’Ucraina e la stessa resistenza ad oltranza, per quanto coraggiosa ed encomiabile, oltre che comprensibile, non saranno sufficienti per la vittoria e rischiano di portare ad un massacro e alla distruzione del Paese. Lo abbiamo scritto più volte e in tutte le salse. Non perché siamo filo-Putin, non lo siamo affatto e condanniamo senza appello l’invasione dell’Ucraina, ma solo perché crediamo che “in certe situazioni oltre al coraggio, serva anche il realismo”. Sembra che entrambi i contendenti invece mentre da un lato aprono spiragli per una soluzione negoziata, dall’altro spingano entrambi verso il crash generale.

La situazione è pesantissima e drammatica in Ucraina, ma tutta l’Europa vive queste re con angoscia e con il fiato sospeso. L’informazione stessa diventa sempre più spesso propaganda a senso unico, dove è bandito qualsiasi tentativo di ragionare e non di parteggiare.

Ecco, per dare seguito a quell’apello che facemmo il 22 febbraio, ai molti articoli che abbiamo scritto in queste tre settimane sull’argomento guerra e pace, abbiamo deciso in redazione di proporre una serata di discussione. Più una seduta di autocoscienza collettiva, che un flash mob. Dicono medici e psicologi che parlarne fa bene, aiuta a capire, ma anche a tenere a bada l’angoscia e la paura. E poi può aiutare le persone a ragionare con maggiore consapevolezza e anche a fare qualcosa di concreto, magari, nella catena umanitaria, per i profughi, gli sfollati…

L’appuntamento è per MARTEDI 15 marzo, alle ore 21,15, presso la sede della Contrada Sottogrottone, a Chiusi Scalo (g.c.). Abbiamo scelto una location neutra, centrale, con ampio posteggio nei pressi, per facilitare l’accesso. La contrada è in via Guerrazzi 32 (angolo via Montegrappa).

L’iniziativa si terrà nel rispetto delle norme anticovid (greenpass, mascherina e distanziamento). Sono invitati amministratori locali, partiti, movimenti, comitati, associazioni e soprattutto i cittadini. Sarà presente anche Paolo Buricca, l’imprenditore chiusino rimasto per alcuni giorni intrappolato a Kiev e ora impegnato nel coordinamento degli aiuti all’Ucraina dall’Italia.

Sappiamo bene che una iniziativa di primapagina non può fermare la guerra. Ma, come dicevamo, può aiutare a capire. La pace si costruisce con i negoziati tra le parti in causa, magari con l’intervento di mediatori internazionali (ci auguriamo in tal senso che abbiano buon esito i colloqui Usa-Cina o l’iniziativa di Israele), ma una cultura di pace si costruisce con la consapevolezza, con una informazione non irreggimentata e con l’elmetto, con il confronto civile. 

Abbiamo notato per esempio che ciò che dicevamo su queste colonne all’inizio (noi e pochissimi altri) sui rischi di un massacro degli ucraini, via via ha preso forza e sta diventando un coro sempre più potente, con voci soliste rilevanti: non solo giornalisti, ma anche generali italiani, filosofi, scrittori, religiosi, musicisti…  Siamo a fianco del popolo Ucraino aggredito, ma gli ucraini li preferiamo vivi piuttosto che martiri gloriosi.  A questo proposito ci viene in soccorso Fabrizio De Andrè:

Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle

e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la verità
ora che è morto la patria si gloria
d’un altro eroe alla memoria

d’un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le è rimasta la gloria
d’una medaglia alla memoria.
Ci vediamo martedì, alla Contrada del Sottogrottone a Chiusi Scalo. Di guerra e pace è bene parlarne.
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