DAVID, SIDNEY E LESLIE, QUEI TEMERARI CAVALIERI ECOLOGISTI RITIRATISI A PACIANO

IL PICCOLO BORGO UMBRO DIVENTATO UNA SORTA DI CAMELOT DEGLI “AMICI DELLE BALENE”…
PACIANO – L’apripista fu senza dubbio David Mc Taggart uno dei fondatori di Greenpeace. Il noto attivista ecologista aveva scelto Paciano come buen retiro. Lui che aveva sfidato le baleniere con le lance di Greenpeace per fermare la caccia ai cetacei negli oceani, trovò la morte sulla Regionale 71, nel tratto Castiglione del Lago- Chiusi in un banale incidente stradale. Era il 2001. Aveva 69 anni. “E’ scomparso l’ultimo cavaliere medievale, capace di grandi atti simbolici per sostenere la causa ambientale”. Così disse allora Gianfranco Bologna, portavoce del WWF in Italia…
Ma David Mc Taggart non è stato l’ultimo “cavaliere ambientalista” a ritirarsi a Paciano, in Umbria. Anche Sidney Holt aveva scelto il piccolo borgo tra Città della Pieve e il Trasimeno come patria d’elezione e residenza. Vi ha vissuto infatti dal 2003, poco dopo il tragico incidente di Mc Taggart, fino alla morte avvenuta proprio a Paciano il 22 dicembre del 2019 a 93 anni. Ma chi era Sidney Holt? Qualcuno lo chiamava “l’amico delle balene”. E in effetti è stato uno dei protagonisti di rilievo planetario che più si è impegnato nella salvaguardia delle grandi balene. Anche lui esponente storico e di spicco di Greenpeace. Una vita intera dedicata alle battaglie ecologiste. La figura di Sydney Holt è stata di recente ricordata dal Guardian, e il 22 dicembre scorso, secondo anniversario della morte, anche a Paciano dove si sono ritrovati esponenti di Greenpeace Italia (Ivan Novelli, Giuseppe Onufrio, Alessandro Gianni), Anna Rita Guarducci e Michele Giommini del Coordinamento Umbria Rifiuti Zero, il sindaco di Paciano Riccardo Bardelli e con un video messaggio Giuseppe Notarbartolo di Sciara, biologo e conservazionista, esperto di cetacei, cofondatore del Tethys Research Institute a Milano. C’era ovviamente anche la sua ex compagna e grande amica (di vita e di lotte) Leslie Busby, con la quale Holt ha vissuto per anni a Paciano e che è una instancabile animatrice della vita culturale nel piccolo centro umbro, diventato grazie a lei e a quel manipolo di temerari cavalieri dell’apocalisse che lo scelse per viverci, “un punto di incontro di tante persone alla guida di movimenti internazionali per la salvaguardia dell’ambiente”. Così scrive la rivista Cronache Umbre nel resoconto dell’iniziativa.
Resoconto nel quale Holt viene descritto come “un professionista appassionato, preparato, determinato, che per primo e con successo è riuscito a porre un freno alla caccia dei cetacei, e dotato di una memoria di ferro che più volte gli era servita per mettere in difficoltà i nemici delle sue amate grandi balene. L’atmosfera suscitata dai racconti dei presenti e degli amici collegati ha contribuito a completare il quadro esistenziale di una persona che sapeva essere anche leggera e amabile. Una grande perdita che rimarrà nel cuore degli amici e dei cari, ma anche un esempio per tutti i militanti ambientalisti che lo hanno conosciuto o che leggeranno della sua equazione di Beverton e Holt, determinante nella definizione scientifica dei limiti che decine di paesi hanno posto allo sfruttamento delle risorse ittiche negli oceani”.
Insomma una figura tutt’altro che banale, non solo un “guerrillero” ecologista, anche uno scienziato che ha saputo coniugare scienza e conoscenza con l’azione a volte temeraria. Holt era nato a Londra, forse aveva nel sangue qualcosa dei cavalieri di Re Artù.
E’ singolare, in tutto questo, il fatto che personaggi come Mc Taggart, Sidney Holt, la stessa Leslie Busby abbiano scelto ad un certo punto delle loro vita, di ritirarsi a Paciano, piccolo borgo medievale in mezzo agli oliveti con Chiusi di fronte e il Trasimeno a nord ovest (un lago dove certo non ci sono le balene), facendone una sorta di Camelot dell’ecologismo più passionale e determinato. L’ambientalismo senza giustizia sociale è giardinaggio, diceva Chico Mendes… Ecco quelli di Greenpeace non hanno mai fatto giardinaggio..
m.l.
Nella foto (Umbriajournal.it): Sidney Holt
Ho conosciuto Sidney Holt in televisione per la prima volta, diversi anni fa, quando in una trasmissione riguardante l’etologia marina lo speaker disse queste testuali parole.” ….e adesso andiamo a Moiano in provincia di Perugia(sbagliando paese fra l’altro poichè trattavasi di Paciano) dove vive il più grande conoscitore mondiale di balene ! ”. A questo punto ebbi un sussulto poichè anch’io ero originario di Moiano e non mi sembrava quella una trasmissione che propagandasse burle o scherzi.Ma come ? A Moiano viveva il più grande conoscitore di mondiale balene ed io non ne sapevo nulla ? Poi il mistero si chiarì quando nella trasmissione si parlò di Paciano,di Green Peace e di Mc Taggart.Tutto fu più chiaro allora e Leslie Busby che conoscevo da tempo me lo presentò ed iniziammo a parlare di viaggi, di Asia, di animali marini . Leslie disse a Sidney Holt del mio libro fotografico su Angkor che gli aveva mostrato e che aveva nella sua biblioteca e che io ero l’autore di quella pubblicazione.Si mostrò interessato proprio come fanno molti a cui ci si rivolge quando si parla di una ricerca di cose comuni e di comuni e paralleli interessi.Mi sorprese perchè con quel sorriso che sempre ostentava e che sovraintendeva momenti passati ormai lontani dei quali amava parlare, mi disse che anche lui era stato ad Angkor nella metà degli anni ’50 ma che c’era stato a dorso di elefante ! La cosa non mi stupì più di tanto poichè senza alcun dubbio mi riferì un fatto vero e la prova di questo erano le vecchie foto che io conservo tutt’oggi nel mio archivio che riguardano i pochi turisti che si avventuravano nelle jungle della Cambogia; quelle stesse foreste dove l’entomologo francese Henri Mouhot dichiarò al mondo di aver scoperto la ”Città di Pietra” sepolta nella jungla. Da quel momento le borghesie di tutto il mondo facevano a gara per visitare le rovine di Angkor e riportarne le notizie ed i pettegolezzi nei salotti francesi, inglesi e americani. Sidney probabilmente molto più tardi aveva scelto anche lui di arrivarci in una maniera diciamo ”più romantica” anche per quei tempi posteriori di molto a quel grande flusso che c’era stato antecedentemente .Mi stupì abbastanza poichè conosceva e si ricordava molte cose di Angkor e conosceva anche dei risvolti del famoso ”affare Malraux”,quello che fu poi il famoso ministro della cultura francese, arrestato all’uscita della Cambogia poichè portava con se reperti archeologici rubati ad Angkor. Andrè Malraux spacciatosi per funzionario del Ministero della Cultura Francese riusci a segare delle statue al Banteay Srei un tempio fuori del perimetro di Angkor- Thom, ma il capo dell’Efeo (Ecole Francaise d’Extreme Orient) Henri Parmentier insospettito da quel personaggio venuto all’improvviso da Parigi, gli mise alle costole un suo aiutante cambogiano che parlava poco ma che in compenso vedeva e controllava bene e che si rese subito conto cosa facesse quel tizio venuto dalla Francia. Malraux fu fermato all’uscita dal paese ed arrestato.Riusci a farla franca e ad uscire dalla Cambogia ma non ci tornò mai più nemmeno quando fu nominato da De Gaulle ministro della Cultura.A proposito di quello che ho descritto e che si sarebbe poi chiamato il famoso ”affare Malreaux”du i cui tutti i giornali dell’epoca parlarono, dissi a Sidney che negli anni ’60 un chiusino di nome Binella emigrato a Parigi e che i suoi contemporanei a Chiusi- oggi tutti chiaramente scomparsi- chiamavano scherzosamente ” Monsieur Binellà” con l’accento sulla vocale terminale alla francese, e che aveva fatto molti lavori diversi e che ritornava per Pasqua e per Natale a casa,si presentò un giorno a mio padre nel negozio di fotografia con una scatola da scarpe dentro alla quale aveva delle scatole di lastre fotografiche. Disse a mio padre col quale era amico da molto tempo che lavorando dentro Parigi con un escavatore, aveva sfondato il manto stradale facendo infossare l’escavatore in una stanza murata ai quattro lati al di sotto della massicciata e dell’asfalto sul quale lavorava e che si era reso conto che quello era lo studio di un fotografo murato chissà da quanto tempo.Prese quelle scatole di lastre e pensando a mio padre che era fotografo gliele volle portare per regalo in uno dei suoi ritorni a Chiusi.Queste lastre sono state chiuse nelle scatole per decenni e decenni ed una quindicina di anni fa quando ho rimesso le mano nell’archivio per ordinarlo e classificarlo mi sono reso conto che una di queste lastre contiene l’immagine di una Apsaras del Banteai Srei che a me sembra proprio uno di quei pezzi segati da Malraux e che forse prima del furto su commissione qualcuno ne ” aveva preso le misure” fotografandola per farla più facilmente individuare al ladro.Può darsi che la cosa non stia in questo modo ma visto che negli anni venti Malraux ebbe a sudare sette camicie per convincere i giudici della sua innocenza,quelle lastre portano la data di quegli anni e forse quella-l’unica presente nelle scatole insieme con le altre, e raffigurante una Apsaras di arenaria, può darsi che sia anche stata fotografata per indicare cosa avrebbe dovuto essere portato fuori dalla Cambogia.Per la verità anche Sidney annuì che di Apsaras (le famose fanciulle celesti scolpite in arenaria presenti sulla mura di certi templi di Angkor)non è che ce ne siano state molte in giro per il mondo tranne quelle che oggi sono in mostra al Museo Guimet ed è anche per questo che la cosa per me ancor oggi rimane un mistero e Sidney stesso si mostrò molto interessato e mi disse che avrebbe voluto vedere la lastra ma poi soprattutto per negligenza non gli ho mai mostrato tale negativa in vetro.L’ultima foto che forse è stata fatta a Sidney l’ho fatta in occasione di Trasimeno Blues nella piazzetta del comune di Paciano insieme alla sua amica Leslie Busby nel 2011 dove tutti e due assistono ad un concerto.Talvolta la vita mette a confronto situazioni ed occasioni delle quali non avremmo mai pensato nè l’esistenza nè che contribuissero a chiarire il legame e la casualità del collegamento fra le stesse.Spesso le cose ci passano vicine e non ce ne rendiamo nemmeno conto e nemmeno sappiamo vederci il legame che le possa unire fra loro…..