C’ERA UNA VOLTA IL PCI. ORA CE NE SONO UNA QUINDICINA…
Il 21 gennaio scorso a Roma si è tenuta una insolita assemblea. Per la verità molto partecipata. Una cosa a metà tra la cerimonia commemorativa e il congresso fondativo. Il 21 gennaio ricorreva infatti il 101esimo anniversario della fondazione el Partito Comunista d’Italia, nato a Livorno nel 1921, da una scissione interna al Psi. Promotori e platea non erano però gli ex e i post comunisti che oggi stanno nel Pd e nei cespuglietti tipo Leu e Art.1. All’assemblea romana c’era la galassia comunista e radicale attuale.
Dicevo “congresso fondativo” perché ‘iniziativa tenutasi al Teatro Flavio aveva come titolo nientepopodimeno che l’Unità Comunista. Una cosa che alla luce della miriade di sigle presenti appare come una delle operazioni politiche più ardite e difficili mai tentate. La galassia comunista è talmente composita e frastagliata che la via lattea a confronto sembra una strada provinciale…
Nicola Bettollini, referente per la Valdichiana senese del Partito Comunista di Marco Rizzo, in un post su facebook fa sapere che “hanno partecipato all’assemblea per l’Unità comunista: Cumpanis, Marx21, Gramsci Oggi, Patria Socialista, dirigenti e militanti del PCI, Insorgiamo GKN, indipendenti, La Città Futura, Movimento per la rinascita del PCI, il Partito Comunista, e parecchi altri soggetti. Tra i presenti vi erano anche iscritti del PCI e del PRC”.
Lo stesso Bettollini aggiunge che “pertanto è stata un’iniziativa ampia e riuscitissima”. Ma subito dopo non nasconde che “unità” è una parola che al momento non trova riscontro nella realtà della galassia suddetta.
“Tale assemblea – scrive NicolaBettollini – era aperta a tutti. Noi abbiamo partecipato dimostrando apertura totale e ampia, altri hanno preferito declinare salvo poi recriminare “complotti auto organizzati”. Sabato si è scritta una pagina di storia dopo decenni di divisioni laceranti. C’è chi mantiene la propria lacerazione e c’è chi se n’è disfatto. Chi ritiene che abbiamo sbagliato può organizzarsi per costruire il SUO PARTITO, MOVIMENTO, FRONTE, COLLETTIVO ma faccia quello e sia convinto fino in fondo, poi vedremo chi ce la farà!”
Insomma la galassia comunista resta frantumata e piena di buche come tutte le strade provinciali.
Tra i commenti comparsi sotto al post di Bettollini ce n’è uno che si premura di precisare che “il PCI di Siena non ha aderito”. Ci mancherebbe.
E comunque, da una nostra rapida ricognizione abbiamo appurato che se un tempo (prima del 1991) c’era in Italia “il grande Partito Comunista di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer” come si urlava nei cortei, oggi di partiti comunisti ce ne sono almeno una decina, più altre formazioni simili, sempre antagoniste e di taglio marxista. C’è il Partito Comunista Italiano (quello con il simbolo del vecchio glorioso Pci), poi c’è il PC di Marco Rizzo, poi ancora Rifondazione Comunista; il PCL (Partito Comunista dei Lavoratori); il PCIML (Partito Comunista Italiano Marxista Leninista), il PMLI (partito Marxista Leninista Italiano); il Partito di Alternativa Comunista; si prosegue con i CARC (Comitati di appoggio Resistenza per il Comunismo); Lotta Comunista; Programma Comunista, Partito Comunista Internazionalista. Fin qui le formazioni che hanno il termine comunista/comunismo nella ragione sociale.
Ma sono, diciamo, dello stesso taglio anche Sinistra Classe Rivoluzione e Potere al Popolo, quest’ultima tra le più attive e strutturate.
Tra la galassia comunista e il Pd, troviamo poi LEU/Art 1; Sinistra Italiana e anche Possibile di Civati. E qualche lista o formazione locale e regionale tipo Sì Toscana a Sinistra o Sinistra Civica ed Ecologista…
Siamo quasi sicuri di averne dimenticata qualcuna. Purtroppo in redazione non abbiamo il microscopio elettronico.
Diverse di queste formazioni le abbiamo trovate anche sulla scheda elettorale per le elezioni politiche del 2018, nelle regionali (quelle Toscane del 2020, per esempio), alle recenti suppletive per il seggio senese della Camera (ottobre 2021). Generalmente – al di là di qualche sporadico exploit, dettato magari da situazioni locali – non sono andate benissimo. Alle regionali in Toscana per esempio la lista di sinistra di Tommaso Fattori ha perso i seggi che aveva. A livello di presenza attiva nei territori Potere al Popolo e il PC di Rizzo sono le due organizzazioni più vivaci. Lotta Comunista si fa vedere ogni tanto facendo il porta a porta con il suo organo ufficiale, che sembra “Il Quotidiano dei Lavoratori” fuori tempo massimo.
Il frazionismo e l’estremismo sono da sempre malattie del comunismo, lo diceva già Lenin 100 anni fa. Oggi, in assenza di un partito forte a sinistra, la frammentazione fa ancora più specie. C’è sempre qualcuno che si sente più comunista degli altri e il solo pensiero di ritrovarsi in più di 3 o 4 lo mette in crisi e gli fa venire l’orticaria. Tutti si dichiarano internazionalisti, poi però ognuno si rinchiude nel proprio orticello e guai a chi si avvicina. Il PCI (quello vero, di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer) ha rappresentato per 70 anni un comunismo diverso da quello sovietico, per esempio; ha sempre esaltato l’unità, la politica delle alleanze, ha sempre temuto e tenuto a distanza sia l’estremismo, che il pericolo del frazionismo, considerandolo sinonimo di marginalità, non certo di egemonia. Ora, la domanda che sorge spontanea è: ma è mai possibile che in Italia nel 2021, a 30 anni dalla fine del Pci, ci siano 10-15 partitini orgogliosamente comunisti che non riescono a trovare un punto di accordo e di unità non tanto con il Pd o i Socialisti, ma neanche tra loro?
Un nuovo partito comunista può anche apparire fuori tempo, ma un soggetto politico non piegato al pensiero unico, alternativo e antagonista rispetto alla deriva neoliberista, un soggetto politico che anche in nome del comunismo, come ideale, dia voce e rappresentanza alle fasce più deboli e meno garantite e difenda la Costituzione e i beni comuni sarebbe auspicabile, potrebbe anche trovare consenso, perché di “orfani” di una formazione del genere ce ne sono tanti in giro. Solo che dovrebbe essere uno, riconoscibile, aperto e plurale, certo, ma non una “galassia” informe, nebulosa, in cui ogni stella viaggia per conto suo e non arriva mai da nessuna parte… A raccontarla, questa storia dei 15 partiti comunisti sembra una barzelletta. Solo che non fa ridere.
E si è visto che senza un’idea di fondo – diciamo pure una molla ideale – anche i movimenti capaci di grandi exploit elettorali, fanno pure molto presto a sgonfiarsi come palloncini bucati e a fare figure di merda in mondovisione. Servirebbe come il pane una sinistra antagonista, insomma. Ma lo spezzatino no. Quello è buono solo con le patate. In politica è un piatto immangiabile.
m.l.
Mi trovi d’accordo ma come è dimostrato dalla storia, l’unione dove vengono messi da parte le peculiarità,è dimostrata che si trovi solo in corrispondenza temporale di grandi e pesanti avvenimenti quali la repressione, la guerra civile o la rivoluzione, oppure la guerra che porta il bisogno del cibo o della sopravvivenza che fà capire che da soli non si vada lontano. Ancora probabilmente siamo ad un livello troppo basso per l’evoluzione politica del pensiero umano,ma sono tutte condizioni queste che pensarle superate appare un eufemismo ed un eufemismo appare il pensare che la gente abbia compreso e che conosca la storia. Ogni epoca ha le proprie caratteristiche anche negli stessi stati di bisogno. Oggi si stanno avviando verso stati di bisogno anche le classi medie, figuriamoci quelle più subalterne. Cambiano i consumi perchè la macchina ed il frigorifero 100 anni fa erano impensabili come simboli del consumo di massa ma anche alla data odierna occorrerebbe fare una riflessione di quale tasso di schiavismo bruto e quale tasso di schiavismo effettivo – ma del resto non vissuto come tale- le classi subalterne siano possessori. E’ un fatto culturale, ma a proposito di cultura c’è anche chi dice che l’Italia abbia cultura da vendere e in tale cultura ci metto anche quella politica. Probabilmente è cosa vera proprio a causa della sua storia, ma il cemento che tiene insieme tale cultura spesso è l’ignoranza.C’è stato in un recente passato qualcuno che ebbe a dire: ”noi ci sentiamo liberi ma in realtà non siamo mai stati schiavi come adesso”. Materia per riflettere come si vede ce n’è, e parecchia. Molti di coloro e dei partiti che hai nominato, se fossero vissuti al tempo delle grandi rivoluzioni e cioè al tempo di quella Francese, Americana e Russa, sarebbero in quattro e quattrotto andati a formare terra per ceci….la storia è lì a dimostrarlo che quasi sempre le rivoluzioni abbiano rimangiato i propri figli. Lenin e Gramsci ma non solo loro, spiegano tale perchè, e spiegandolo sono rimasti dei fari luminosi ed orientanti per milioni di uomini e lo sono tutt’ora.