E LE STELLE DELL’EUROPA STANNO A GUARDARE…

venerdì 19th, novembre 2021 / 11:28
E LE STELLE DELL’EUROPA STANNO A GUARDARE…
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“I genitori, gravemente feriti, non possono aiutarlo. Le organizzazioni umanitarie non hanno accesso alla zona e non riescono a soccorrerlo in tempo. Così un bambino di un anno e mezzo muore di freddo, in una foresta ai confini tra Bielorussia e Polonia, mentre altre migliaia di migranti, nel gelo dell’inverno che arriva, invece che essere accolti vengono scacciati, perfino aggrediti.
È possibile semplicemente sostenere, in una situazione come questa, in modo neutro, che “un bambino è morto”?
No, la verità, se direttamente vogliamo guardarla negli occhi, è che questo bambino è stato ucciso: dall’indifferenza, dell’egoismo, dalla speculazione politica sulla pelle dei migranti, da una assurda disumanità: e tutto questo alle porte dell’Europa. Una vergogna. Un’inaccettabile vergogna”. Così si è espresso il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, commentando la notizia del bimbo morto di freddo (ma non solo di freddo, come giustamente sottolinea) nella “terra di nessuno”  al confine tra la cattolicissima Polonia e uno stato che spinge i migranti e i profughi fin lassù per usarli come arma di pressione…
Alla fine c’è dunque scappato il morto. E se usi i cannoni ad acqua con temperature gelide che succeda è inevitabile. E’ morto un bambino, vittima del tutto incolpevole di una situazione che nel 2021 non dovrebbe essere neanche pensabile. E invece è realtà, alle porte dell’Europa. E sono tanti, in quell’inferno, al confine tra Bielorussia e Polonia i bambini ostaggi della follia di stato, di una politica basata sul nazionalismo esasperato, ma anche sull’oscurantismo, sulla paura dell’invasione, come nel Medioevo… Ostaggi della fame e del freddo, bloccati nei campi e nei boschi, come ai tempi delle deportazioni e dei lager nazisti, che la Polonia visse drammaticamente sulla propria pelle più di altri paesi…
Oggi la Polonia, che pure è beneficiaria di fiumi di denaro pubblico da parte dell’Europa è diventata il porto franco della destra conservatrice, razzista, xenofoba, nel cuore dell’Europa stessa. Un’Europa che si sente oltraggiata ma sembra incapace di reagire, di trovare soluzioni ragionevoli e fatica pure a difendere i valori su cui si fonda. Un’Europa che di fronte a situazioni come quella al confine polacco, si sgretola.
“Il nazionalismo, il sovranismo, i muri, il filo spinato, la spinta a risolvere i conflitti attraverso prove di forza, palesemente provocatori, si moltiplicano. C’è un vento di destra pericoloso che soffia e si fa prepotente. Lo stesso vento che usa la pandemia e l’immigrazione come terreno privilegiato su cui fomentare paure, confusione, timori. E proprio nell’alimentare le paure che giocano la carta del dominio, dell’egemonia, dell’ideologia. L’obiettivo è quello di ridurre la ragione, la democrazia, la pratica del confronto e della mediazione, a orpello inservibile. Viceversa serve la forza, il pugno di ferro, l’uomo forte. Questa è l’ispirazione di fondo” così scrive l’ex parlamentare Pd Pina Fasciani. E non ha torto a vedere in tutto ciò  “un coacervo di ideologie riesumate dai periodi più bui dell’umanità, dal medioevo al nazismo, dalle più varie persecuzioni, dai roghi ai campi di concentramento”. 
Verrebbe da dire che anche in certe posizioni negazioniste circa la pandemia da covid, nelle posizioni di alcuni movimenti no vax c’è la stessa miscela, fatta di paure ancestrali miste a egoismo e antiscientismo… Oscurantismo allo stato puro.
Ma la politica scellerata, provocatoria e insensibile di Stati come la Polonia o la Bielorussia (ma non è che in Ungheria e Lituania per esempio, la situazione sia migliore, per restare dalle parti del “confine orientale” dell’UE) non si ferma con la riprovazione e con le grida di dolore. Servono azioni concrete. La vergogna va fermata prima che ci scappino altri morti. Le stelle che campeggiano sulla bandiera dell’UE non possono stare a guardare… 
Però anche le prese di posizione, le dichiarazioni, le grida di dolore servono, se diventano un coro, se le voci che si levano diventano tante. Il silenzio è la peggiore delle medicine.
Anche a livello locale, nei territori, qualcuno dovrebbe parlare di ciò che sta succedendo lassù. Ieri sera a Chiusi, il Consiglio comunale ha deliberato un contributo ad una associazione che si occupa della difesa delle donne afgane. Ha fatto benissimo. Ma sarebbe bene che il Consiglio Comunale di Chiusi e tutti gli altri consigli comunali, i partiti politici, i movimenti sia quelli rappresentati in parlamento che quelli locali, prendessero posizione anche sulla tragedia che si sta consumando sul confine Bielorussia-Polonia, perché la questione riguarda tutti gli europei e perché anche l’Italia è terra di confine.
Anche da noi c’era (e c’è ancora) chi si è battuto per chiudere i porti ai migranti, auspicando che affondassero in mare (e spesso è successo), il che non è molto diverso da ciò che stanno facendo Bielorussia e Polonia, ma proprio per questo alzare almeno  la voce ogni tanto è necessario.
m.l.
Nella foto (Il Messaggero): bambini tra i profughi ammassati al confine tra Bielorussia e Polonia
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