LA STALLA-MODELLO DI BRUGNARO: PIU’ DI 2.000 CAPI, INQUINAMENTO ZERO, BENESSERE DEGLI ANIMALI…
CASTIGLIONE DEL LAGO – Quando il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro cominciò a parlare e a progettare la mega stalla per bovini al confine tra i comuni di Chiusi, Castiglione del Lago e Montepulciano, precisamente tra i laghi di Chiusi e Montepulciano, su queste colonne fummo i primi a storcere il naso e a temere ricadute negative dal punto di vista ambientale. Perché una mega stalla in un territorio delicato poteva essere un bel rischio, poi perché il personaggio Brugnaro, imprenditore-politico destrorso e molto discusso, sulla carta e secondo il nostro modo di vedere le cose, aumentava quel rischio. Nessun preconcetto, ma molte perplessità.
Da allora sono passati 4-5 anni, adesso la megastalla dell’azienda San Giobbe è in funzione. I bovini che ospita sono già più dei 2.000 ipotizzati e dichiarati in partenza. Il 90% sono di razza Chianina, il 10% di razza Limousine. Due razze da carne. La prevalenza della Chianina si spiega con un motivo: la territorialità. Con il fatto cioè che la Chianina è la razza tipica di questo territorio, la Val di Chiana ed è qui che trova il suo habitat.
Come San Tommaso, siamo andati a vedere come si lavora alla San Giobbe. Che come struttura è quasi tutta in territorio castiglionese, ma è sul confine: Chiusi e Montepulciano sono lì a pochi metri. L’azienda si estende su 850 ettari di cui 200 coltivati a mais, 200 a orzo, 300 a foraggi vari e 20 circa a vigneto… Il resto sono laghi e boschi dice con soddisfazione Giuseppe Trettel che è il factotum della San Giobbe ed è anche il presidente della squadra di basket omonima che gioca a Chiusi e disputa il campionato di serie A2.
La mega stalla di Brugnaro è una stalla moderna. Probabilmente una stalla modello. Tutte le strutture, una serie di hangar per il ricovero degli animali, ma anche per lo stoccaggio delle rotoballe di fieno e degli altri foraggi, per la lavorazione della “granella”e le stesse concimaie presentano coperture in legno lamellare e sono anche belle a vedersi. Sembrano palasport…
In tutta l’area, che è grande, non si avverte nessun cattivo odore. Neanche quello tipico delle stalle. Anche all’interno degli hangar dove sono ricoverati centinaia di bovini, percorrendo il corridoio centrale, l’unico odore che si sente è quello del foraggio. Non è nemmeno fastidioso. Gli animali sembrano molto tranquilli. E tutti molto puliti.
Le lettiere sono congegnate in modo tale che restino sempre piuttosto asciutte, i liquami vengono assorbiti dalla paglia che viene continuamente rinnovata… Ciò che esce dalle stalle, secondo un efficiente sistema di raccolta e convogliamento, è letame asciutto che poi viene stoccato nelle concimaie coperte e dopo 5 mesi di maturazione diventa concime bio, che poi l’azienda usa nei propri terreni. In sostanza un circuito chiuso. Non escono liquami, nulla finisce nei fossi o canali di campagna. Neanche in caso di piogge copiose.
Gli animali sono separati: quelli all’ingrasso, le fattrici con i vitellini, i tori…
Ogni tanto in mezzo alle chianine spunta qualche capo di colore marrone o pezzato. Sono le “balie”, cioè mucche limousine che aiutano con il loro latte le chianine che per costituzione ne fanno poco… E sembra stiano molto bene insieme. “il benessere degli animali è fondamentale, per avere alla fine un buon prodotto”, dice ancora Trettel, che mostra orgoglioso anche dei paddock all’aperto, molto ampi, dove mucche vitelli e tori possono fare un po’ di sgambatura e ci spiega che per “benessere” si debbono intendere buoni mangimi, ma anche pulizia, spazi e dunque buona qualità di vita… “. Tutti i capi hanno le corna spuntate per evitare che urtandosi possano farsi male.
L’azienda San Giobbe sulla Chianina detiene l’8% del mercato nazionale. Una quota importante. Ma ha una quota importante anche di terreni in tutta la Valdichiana, ha infatti rilevato alcune aziende storiche della zona come la fattoria San Polo tra Montallese e Chianciano, ma anche altri terreni nella Valdichiana propriamente detta (zona tra Montallese e Montepulciano stazione) e nella Valdichiana romana, zona Butarone nel territorio di Città della Pieve, tra Chiusi Scalo e Ponticelli.
Gli operai e gli addetti alla stalla che sono una ventina, tutti italiani e tutti del comprensorio, oltre che i mezzi da lavoro, per spostarsi all’interno dell’azienda usano delle mountain bike. Filosofia green. Nella palazzina uffici-direzione oltre a docce e spogliatoi, c’è anche una sala mensa con cucina e televisore per la pausa pranzo. “Non solo gli animali, anche il personale deve stare bene e sentirsi a casa propria”.
La macellazione non avviene in loco. Gli animali destinati al macello, normalmente intorno ai 21 mesi di vita, vengono inviati ad una struttura apposita in provincia di Perugia. Una parte della carne torna alla San Giobbe sotto forma di mezzene e quarti e qui, in un apposito laboratorio (pulitissimo anche questo), viene ulteriormente frollata, lavorata, sporzionata e confezionata per il mercato on line. Ma è possibile acquistare e prenotare anche sul posto. Nell’etichetta troviamo il codice dell’animale, la data e il luogo di nascita e altri dati per un completo tracciamento.
Le carni San Giobbe sono a marchio 5R e IGP (Indicazione Geografica Protetta).
Insomma, dopo la visita all’azienda e dopo aver visto coi nostri occhi cos’è la megastalla di Brugnaro e come si lavora alla San Giobbe, ci viene da dire che le nostre perplessità iniziali e i nostri dubbi sui rischi commessi ad una attività di questo tipo in quel territorio specifico, sono stati tutti fugati. Ovvio che – come per tutte le attività produttive – le cose vanno fatte bene sempre, l’equilibrio deve essere mantenuto nel tempo… Per ora però la San Giobbe ci sembra un’eccellenza, con una filosofia di lavoro molto attenta agli equilibri (non solo quelli di bilancio). Come politico Brugnaro non ci entusiasma, tutt’altro. Come imprenditore però tanto di cappello. E complimenti per come ha realizzato la San Giobbe.
Brugnaro è il sindaco di Venezia ed è veneziano. Giuseppe Trettel, il giovane factotum, è nato a Sarteano e vive a Montallese, ma la sua famiglia è trentina e venne in Toscana nel dopoguerra per lavorare in agricoltura. Lo zio fu consigliere comunale a Chiusi negli anni ’70 per la Democrazia Cristiana e in una Dc ancora molto clericale e ministeriale come era allora quella chiusina, il coltivatore diretto Trettel portò un po’ di vento del nord est… e una concezione del lavoro in campagna diversa da quella locale.
Unica cosa che lascia un po’ d’amaro in bocca e fa male anche al cuore sono gli occhi di quei vitelli. Pensare che animali di tale forza, stazza e bellezza debbano finire al macello per farne bistecche e hamburger, e siano lì sul paddock solo in attesa del supplizio, fa venire voglia di diventare vegetariani. Ma non vorremmo sembrare troppo sentimentali.
m.l.
Sono un piccolo allevatore.praticamente uno zingaro.o un paio di vacche dei vitelli alcuni maiali
O un camioncino attrezzato al trasporto animali vivi.ma in questa zona poco lavoro.x tirare avanti una famiglia è dura.durissima …mi piacerebbe lavorare in una azienda come la vostra.abevo trovato nelle zone di Perugia ma non abbiamo concluso niente.se vi serve un buon operaio o una persona di fiducia.contattatemi son calabrese.serio e a posto di tutto.3384749405.grazie
Appunto. Di che benessere si può parlare se queste anime vengono sistematicamente stuprate e i loro figli allontanati alla nascita, per essere nel breve uccisi? Secoli di infamie contro animali innocenti e poi state ancora a parlare di benessere animale.
Condivido la pena verso questi poveri animali. Io sono vegetariana e posso assicurare che non solo migliora la salute fisica ma anche quella “del cuore”
Purtroppo il ”benesssere animale” ha funzionato sempre a sfavore degli animali ed a favore dell’uomo.Su questo non ci piove,ed ha perfettamente ragione, ed è quasi come una legge naturale che la specie più forte,anzi quella spesso più ”furba o diciamo più approfittatrice” si ciba di quella più debole.Sarebbe bello avere un equilibrio tutto naturale dove gli uomini vivano di prodotti vegetali e/o prodotti procurati dagli animali come latte, uova e dei loro lavorati derivati.Ma la realtà non è questa, la realtà è quella che una società innalzata alla massima produttività e quindi alla massima resa debba sfruttare senza porsi problemi etici di fronte al mondo che le stia intorno,pena l’implosione.Si, pena l’implosione anche perchè nella storia lo sfruttamento degli animali per le funzioni umane c’è da quando l’uomo per procurarsi cibo cacciava gli animali.L’uomo, l’ultimo arrivato sul pianeta terra è quello che ha fatto più danni e che in almeno due o tre secoli ha cambiato equilibri che persistevano da migliaia e migliai di anni,e probabilmente li ha cambiati più in negativo che in positivo alla fine.Chi l’ha detto che l’allungamento della vita nelle aree più sviluppate del globo possa corrispondere anche ad un ingrandimento ed implementazione della felicità? L’uomo è colui che ha cambiato il mondo servendosene per il proprio profitto ed ancora persiste in questa visione dello sviluppo infinito ma che gli si stà giustamente ritorcendo contro e non credo che ci siano vie di uscita se lo sviluppo permanga a questi livelli.Ma se mi permette,lei sig ra o sig.na Cristina Maranesi non se la dovrebbe prendere contro i singoli che magari mangiano carne perchè sono stati abituati e cresciuti in un mondo dove ci hanno raccontato che occorreva mangiarla e le nostre madri ci hanno allevato in tal modo, ma credo se la dovrebbe prendere e gridare allo scandalo verso il sistema del profitto per il quale siamo arrivati a sostenere l’economia della distruzione della dignità umana che poi chiaramente si riversa verso la cancellazione anche di quella naturale e dell’equilibrio naturale degli animali.E’ lì che occorre incidere e non fermarsi al pietismo e se ci pensa bene la condizione verso la quale lei giustamente si scaglia è generata e prodotta dall’organizzarsi attorno ai meccanismi economici per i quali diventa fondamentale che anche gli animali costretti a non vivere in un loro habitat siano carne da macello per gli uomini che costruiscono industrie attorno a tale sfruttamento produttivo(per loro stessi)e che incrementano i profitti magari alimentando gli stessi animali con destrogeni e veleni che diventano dannosi per la stessa salute umana. Ma se le persone non comprendono questo e ragionano seguendo la pubblcità dell’industtria e la divulgazione di notizie atte a inficiare la propria salute, tale catena continuerà distruggendo la natura e con essa il regno animale.Dia uno sguardo all’appena terminato G20 a Roma con i grandi della terra,e con i media densi ed univocamente indirizzzati ad esaltazioni e discorsi verso gli organizzatori ed i potenti del mondo, notizie queste veicolate appunto da tutti i media all’esclusivo servizio dei potenti. Si sono salutati tutti contenti e soddisfatti dello sviluppo capitalistico e parlano di possibili correzioni a tale sviluppo dicendo a destra ed a manca che ne beneficiamo tutti, che i vaccini debbono essere diffusi in tutto il terzo mondo e che questo purtroppo si è vaccinato al 25% fino ad oggi contro la nuova pandemia e sono ricorsi anche al Papa affinchè ci metta la propria firma verso il convincere le coscenze alla diffusione dei vaccini al terzo mondo.Hanno tutti dimenticato ciò che ha detto però il segretario generale dell’Onu riguardo alle possibilità di invertire la rotta avuta fino ad oggi ed ha definito il vertice un grande fallimento.In occidente sotto il dominio economico degli Stati Uniti e sotto il suo controllo chiunque si alterni al potere se la prende contro la Cina e la Russia ree di avvalersi per le fonti energetiche del carbone e di altri prodotti inquinanti.Ci vuole scommettere che se Cina e Russia non avessero rappresentato un ostacolo ai loro commerci internazionali in modo tale da far scaturire le sanzioni contro tali due paesi in sede occidentale e nell’ambito delle alleanze sarebbero stati stati vassalli come lo sono stati quelli dell’Europa(noi in prima fila) che si sono fatti coinvolgere per esempio nelle guerre in medio oriente ed in Africa e che sarebbero stati facilmente addomesticabili dalla voce del padrone ?
le posizioni compassionevoli verso la sorte degli animali lasciano il tempo che trovano e non incidono minimamente sul ”cambio di passo” che potremmo sperare.Ciò che invece ha speranza(poca attualmente e non molta di sicuro) ma di far cambiare passo è la contestazione pubblica di certe impostazioni che ci hanno insegnato per anni e con le quali siamo andati avanti ad occhi chiusi rendendo la via libera al profitto dialtri e di coloro che si appropriano dei processi produttivi e li organizzan chiamandoli col termine ”sviluppo”.Chieda a questi lodatori del profitto privato e soprattutt dell’aziendalismo che ha conquistato anche la cosiddetta ”sinistra”a cui nulla interessa del benessere umano e che mai fanno autocritica sul loro operato ma che pensano ad un continuo modo di investire i soldi in tali filiere quanta acqua in media necessiti per produrre un kg. di carne.Poi ci risentiamo anche sulla stampa e sui media che li lodano non parlando di altro.
Ok, ma detto tutto questo sui guasti prodotti dal capitalismo e dalla logica del profitto, visto che le stalle esistono e la carne l’uomo continua a mangiarla, meglio avere una stalla ben costruita, non inquinante, dove gli animali sono tenuti bene o una stalla in cui gli animali fanno la stessa fine, ma nel frattempo sono tenuti male, in cui si produce puzza e inquinanento mettendo a repentaglio l’ambiente circostante? Le stalle sono aziende insalubri, tutte, ma non sono tutte uguali. La San Giobbe mi pare dimostri come spesso anche sulle aziende insalubri si facciano equazioni troppo semplicistiche.
bellissimo articolo concordo pienamente mi chiedo solo :ma da dove diavolo viene il resto della carne Chianina servita ogni giorno nei ristoranti italiani?
Da altri allevamenti, anche all’estero. La Chianina – può sembrare strano – è allevata non solo in Valdichiana e in Toscana, ma anche all’estero: Australia, Brasile, Sudafrica…
x Marco Lorenzoni. Rileggi per bene il mio intervento e vedrai che l’equazione giornalistica (perchè è solo giornalistica e che non entra per nulla nel merito del concetto dello sviluppo distorto) è paragonabile al fatto che si dica alla fine:”tanto visto la carne si mangia lo stesso, è bene mangiare quella di animali accuditi bene e nutriti meglio chè quella di bestie sofferenti”. E secondo te questo risolve il problema? Risolve il problema di continuare a fare profitto, anzi farlo più in grande stile,più in scala industriale rivolta ad un consumo di massa ma non cambia certamente le finalità di tutto questo meccanismo. Da come reagisci sembra che dia quasi fastidio parlare di profitto e di interessi e che il problema alla fine non sia quello secondo te.Ma rispondimi invece tu a questa domanda: ma vedere i problemi separatamente porta alla risoluzione di cui abbiamo bisogno ? E allora per favore ti ricordo che quando si scrive si dà un messaggio ed in questo caso il messaggio ”meglio così che invece in un altro modo” serve a risolvere il problema in questo caso ?Te lo chiedo. I problemi si risolvono se si prende coscenza di ciò che producono, di ciò che ne stia dietro, delle finalità non solo di mero profitto che esiste da quando esiste il mondo,ma anche di quelle etiche visto che viviamo in una ”affluent society” che scarica i suoi problemi sul terzo mondo e che tanti ne ha scaricati in passato e che ne continua ancor oggi a scaricare,anche producendo guerre,fame e distruzione di risorse,ed anche contribuisce a far formare una società che si interessa a causa delle proprie frustrazioni esistenziali di altro che è tipico comportamentale ” dell’affluent society” e cioè degli animali vestiti come vestono gli uomini col cappottini dei cani,con intere filiere produttive di cibo per animali,mentre vede magari i cinghiali dentro le città che rovistano nei cassonetti dell’immondizia perchè questo modo di produzione ha devastato l’abitat degli animali, e quindi la carne di mucche trattate bene che a me e a chi consuma tale carne personalmente magari questo non lo sà ed anche se lo sapesse rappresenterebbe non molto ! Siamo della generazione che è nata quando la carne era un cibo prelibato e riservato solo a chi se lo poteva permettere e non c’era tutti i giorni in tavola nelle nostre famiglie ed il perchè lo si capisce, oggi invece è la verdura per esempio che costa molto di più della carne ed è anche quella che abbisogna di irrigazione e che stà divenendo un problema a grande velocità poichè a livello globale l’acqua scarseggia.Come vedi le multinazionali dell’acqua hanno ben pensato di investire i loro profitti su un bene naturale di cui abbisognano tutti e questo gli viene consentito dalla politica che hanno contribuito ad erigere con le loro influenze e con il complesso mediatico che indirizza le menti a dire come è stato detto anche a Chiusi quando si vide che l’acquedotto comunale faceva acqua da tutte le parti ed ormai era uno spreco ed il denaro pubblico era insufficiente per far funzionare bene la fornitura di acqua alla popolazione,meglio quindi cedere la gestione alle multinazionali dell’acqua ” almeno si ha la sicurezza che l’acqua possa arrivare dappertutto”. Questo è stato il concetto, promosso sia dalle mutinazionali è soprattutto anche dalla politica.Pensi che dietro a tale discorso non vi siano interessi o non te ne cale nulla perchè tanto il mondo ormai và cosi ?. Ma che discorsi sono ? Quindi come vedi quello delle risorse e di chi le consuma non è un problema da poco ma forse il maggiore che ci stia di fronte ed il discorso del ”prodotto avviato al consumo” nel qual caso la carne non esula affatto da tutto questo e se gli animali sono accuditi meglio o peggio credo che sia un discorso che interessi solo il pietismo degli animalisti che guarda caso però si interessano spesso solo al benessere degli animali( è un fatto di civiltà senz’altro ma spesso è solo quello) ma di tutte le altre questioni per le quali siamo arrivati fino ai punti in cui ci troviamo la maggior parte delle volte sono stati sempre silenti.Alla fine quello che ne viene fuori da tutto questo è il modo di come si campi materialmente che fà il modo di pensare.Hai sentito l’altra persona che è intervenuta nel Post e che magari si trova in difficoltà perchè non ce la fà a dar da mangiare alla famiglia con le poche risorse di cui dispone e cerca lavoro ? A lui non interessa nulla se per produrre 1 kg. di carne occorrano metri cubi di acqua in tutto il ciclo produttivo ma dice ciò che dice perchè ha bisogno di lavorare e di mettere la propria vita e quella della sua famiglia in sicurezza di una entrata economica certa e continua. E’ lo sviluppo così come è organizzato che crea certi problemi e la separatezza delle questioni porta acqua a chi organizza la produzione nel modo in cui vediamo e non ai singoli che devono mettersi a disposizione con la loro forza lavoro.Verrebbe da sè il dire: ” ma tu vorresti cambiare il mondo allora?”
La risposta ai crescenti scettici che in questa situazione crescono in progressione geometrica è ” SI” e non larvata il” NI” all’ accettazione di questo stato di cose ! E’ proprio lì la differenza e nel mobilitarsi per dare il segno del cambiamento, diversamente alternative non ci sono perchè sarà quella del prossimo futuro una società abbrutita dove ci saranno schiavi e schiavisti e le carte costituzionali che parlano di diritti e di doveri dei cittadini saranno carta igienica.Il ricatto sui poveri ha sempre funzionato in tal modo e dal ricatto si arriva inevitabilmente allo Stato Autoritario che mi sembra fra l’altro si faccia strada nella mente di chi sublimamente oggi semprepiù lo reclama, ma che sarebbe-e non lo dimentichiamo-quello Stato che reclamerebbero sempre coloro a cui andrebbe a genio l’ordine sul disordine da loro stessi provocato.
COMPLIMENTI ALLA BELLISSIMA STALLA
Iniziative imprenditoriali come quella raccontata nell’articolo, sono le ben venute. In ben altre inchieste giornalistiche che di tanto in tanto vanno in onda, si vedono scene davvero raccapriccianti. Violenze gratuite per giunta di ogni tipo nei confronti dei poveri animali, in nome di un esasperato super profitto da raggiungere in tutti i modi. Il pensiero corre agli organi di controllo. Insomma se dei giornalisti riescono a documentare quegli inferni zoologici, lo potrebbero benissimo fare anche chi per compito istituzionale, ha il dovere di sorvegliare e reprimere. Le stalle sono luoghi fisici, difficili da smontare in pochi minuti. Si certo da poche ore c’è il decreto Brunetta, quello che obbligherà i vari enti di controllo ad avvisare prima la proprietà. Sembrerebbe una barzelletta, ma sarà così davvero. Ai vegetariani un invito a spogliarvi di tutto quell’integralismo ideologico. Mangiate quello che vi pare, ma lasciate che anche altri possano mangiare liberamente quello che più gli piace. Sentenziare, sostenere che voi avete la “Verità”, mi sa tanto di oscurantismo religioso.