FERLINGHETTI, IL GURU: LA MORTE DEL PIU’ BEATNIK DEI POETI DELLA BEAT GENERATION

mercoledì 03rd, marzo 2021 / 09:35
FERLINGHETTI, IL GURU: LA MORTE DEL PIU’ BEATNIK DEI POETI DELLA BEAT GENERATION
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Il 22 febbraio all’età di 102 anni lascia le luci della ribalta l’artista libertario e anarchico Lawrence Ferlinghetti, un uomo che ha attraversato l’arte in tutte le sue forme e che ha sfidato la censura allargando il principio della libertà di espressione. Poeta guru della Beat Generation, pittore, autore radiofonico, libraio, editore di quella che fu la controcultura americana fondata sul rifiuto delle norme imposte, le innovazioni nello stile, la sperimentazione delle droghe, la sessualità alternativa, l’interesse per la religione orientale e il rifiuto del materialismo.

Nel 1953 si stabilisce a San Francisco dove fonda con P.D. Martin la City Lights Book Store che diventa sin da subito un centro propulsore di fermenti culturali ed artistici pubblicando le opere dei più noti poeti beatnik e degli outsiders europei. Nel 1956, in seguito alla pubblicazione de L’Urlo di Allen Ginsberg, Ferlinghetti viene processato per vendita e diffusione di materiale osceno, ma la sua vittoria legale diventa simbolo di vittoria per la libertà di stampa e di pensiero E’ stato un poeta non facile da etichettare, anarchico e ateo ma con uno sguardo sempre rivolto al messaggio di Gesù Cristo e alle religioni orientali che si intersecano a vicenda sfociando in un misticismo cosmico rivelatore di verità assolute. Un’ironia frizzante e pungente permea i suoi testi conferendogli musicalità e ritmo, sobrio e accattivante lascia che il lettore si interroghi sulle dinamiche del mondo facilitando il suo percorso verso la presa di coscienza della realtà circostante.

“Il mondo è un bel posto dove nascere se non vi importa che la felicità non sia sempre così divertente, se non vi importa un po’ di inferno ogni tanto, (…) perché anche in paradiso non cantano tutto il tempo (…). Il mondo è un bel posto dove nascere se non vi importa molto delle menti spente.“

Accettazione del lato oscuro delle cose, la sua complementarità con il bello, la filosofia dello Yin e Yang, l’apertura verso l’altro portano a trasformare il suo messaggio poetico in messaggio politico, convinto fino alla fine che la parola e l’arte siano le principali fautrici del cambiamento poiché attraverso di loro è possibile modificare le coscienze.

Un’aria primaverile ed un solicello irriverente hanno accompagnato il passaggio di Lawrence Ferlinghetti, il più beatnik di tutti i Beat, colui che è riuscito a planare sulle cose dall’alto lasciando ad ognuno la possibilità di interpretare l’arte, la scrittura, gli eventi, con leggerezza, semplicità e sempre con un alto spirito di libertà. “Il poeta come un acrobata s’ arrampica sul bordo della corda che s’è costruita ed equilibrandosi sulle travi degli occhi sopra un mare di volti marcia per la sua strada verso l’altra sponda del giorno”. Già. Proprio così.

Paola Margheriti

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