CHIUSI, RIPARTE IL FRECCIAROSSA. SARA’ IN FUNZIONE FINO AL 31 GENNAIO. MA DI QUESTIONI APERTE SUL TEMA TRASPORTI CE NE SONO ALTRE
CHIUSI – Questa mattina, 12 ottobre, il Freccia Rossa è tornato a fermarsi alla stazione di Chiusi. Il servizio riattivato a giugno era stato sospeso a metà settembre, come molti altri servizi in tutta Italia. Ma da oggi le due fermate, al mattino per Roma-Napoli-Salerno, e la sera per Firenze-Bologna-Milano, sono di nuovo in funzione e lo resteranno non fino al 6 gennaio come l’anno scorso, ma fino al 31 gennaio.
In sostanza il mese di interruzione sarà riguadagnato, all’inizio dell’anno nuovo. Il sindaco Bettollini ha salutato la riattivazione del servizio con una diretta Facebook dai binari della stazione, ma Trenitalia ha riattivato le fermate su Chiusi non per le pressioni politiche o per fare un piacere al sindaco Bettollini, ma perché il Frecciarossa è un treno “a mercato” e il mercato ha dato risposte positive, nonostante l’annata particolare causa Covid.
Infatti, nonostante la quasi totale assenza di stranieri e la riduzione dei posti per assicurare il distanziamento di sicurezza, la Stazione di Chiusi ha registrato da giugno a settembre una media di 55 passeggeri al giorno, un po’ più della metà di quella registrata l’anno scorso, ma data la situazione e le restrizioni, il risultato, in proporzione, è forse migliore.
Chiusi insomma può contare ancora sulla coppia di Frecciarossa, che è un bel biglietto da visita per la città e per il territorio circostante, sia sul versante toscano che su quello umbro. Chiusi è l’unica fermata della Freccia in Italia che non sia capoluogo di provincia e per Trenitalia e Rfi la fermata del treno veloce è anche la conferma che l’investimento fatto di recente sulla stazione (oltre 7 milioni di euro) è stato utile e fatto con criterio.
Certo, la mobilità, e soprattutto la mobilità con mezzi pubblici collettivi, è uno dei principali fattori di rischio in relazione al Covid, quindi con la ripresa della curva dei contagi in tutta Italia, soprattutto in Campania e Lombardia (i due capolinea della Freccia che ferma a Chiusi), anche l’utilizzo dei treni ne risente. Sarà così finché perdurerà l’emergenza. Ma il fatto che Trenitalia abbia deciso di mantenere attive anche fermate come quella di Chiusi, dice anche che il servizio è considerato “sicuro” e offerto nel rispetto delle norme di tutela e distanziamento…
Come abbiamo scritto tante volte su queste colonne, la fermata del Frecciarossa non è la panacea di tutti i mali, non è la soluzione al problema dei trasporti in questa parte d’Italia, non è la soluzione ai problemi annosi dei pendolari e da sola non può garantire il rilancio della stazione di Chiusi e farle riacquistare la centralità che ha avuto per parecchi decenni, dalla metà dell’800 a tutti gli anni ’80 del ‘900. Ma è un segnale positivo, un tassello importante. Adesso servirà agire anche sul resto.
Si attende anche di sapere chi sarà il nuovo assessore ai trasporti della Regione Toscana. Il neogovernatore Eugenio Giani ha detto che la squadra la presenterà il 19 ottobre e ha rivendicato autonomia dai partiti… L’assessore uscente Vincenzo Ceccarelli è risultato, insieme a Marras di Grosseto e Bezzini di Siena, tra i più votati. Ma non è detto che verrà riconfermato.
Quanto al “resto” cui facevamo riferimento poc’anzi, vale la pena ricordare che sul tappeto per quanto riguarda Chiusi c’è per esempio la questione del raddoppio con elettrificazione della Chiusi-Siena. E a tal proposito, da queste colonne abbiamo più volte proposto che almeno la tratta Sinalunga-Montepulciano-Chiusi venga utilizzata come metropolitana di superficie a servizio dell’Ospedale di Nottola che dalla stazione di Montepulciano dista meno di 3 km con una “navetta” potrebbe essere raggiunto in meno di 5 minuti. Ma è tornata d’attualità, anche grazie ad una serie di servizi di questo giornale e all’iniziativa politica bibartisan di alcuni consiglieri regionali umbri, pure l’annosa questione del collegamento più rapido Chiusi-Perugia sia su strada che per ferrovia. E i soldi del Recovery Fund potrebbero dare una mano a risolverla. Qualcuno ha ricordato la “bretella ferroviaria Tuoro-Castiglione del Lago” che consentirebbe ai treni da Perugia e da Chiusi di evitare di arrivare a Terontola e poi tornare indietro.
In questi giorni di bagarre all’interno del Pd chiusino, con la “resa dei conti” tra partito e sindaco nelle assemblee di circolo, sia alcuni esponenti politici che il Comitato Aria hanno chiesto che la discussione si spostasse dalle diatribe personalistiche e dal toto candidati, alle questioni reali. Lo hanno fatto ad esempio Marco Nasorri e Luca Scaramelli di Podemos. E in un certo senso anche la consigliera 5 Stelle Martinozzi. Ecco: questa della Chiusi-Siena e del Treno per Nottola è una questione concreta. Come lo è il collegamento Perugia-Chiusi e più in generale tutta la questione del trasporto pubblico su gomma e su rotaia sia per i pendolari che usano i pezzi per lavoro o per andare a scuola e all’università, sia per chi i mezzi li usa per turismo (anche quello cosiddetto “dolce e ecocompatibile”) o per altre necessità, come quella di raggiungere ad esempio l’ospedale o il tribunale. Vogliamo parlare di cose concrete e non di nomi? Bene. Cominciamo, da queste? Ovviamente la domanda vale anche per il Pd, non solo per gli altri…
m.l.
Ho sempre ritenuto strategico difendere la centralità della Stazione di Chiusi, sia per collegare il nostro territorio con le grandi direttrici nazionali, sia nell’ottica di costruire un nuovo sistema della mobilità interna ad un ampio bacino della Toscana meridionale e di una parte dell’Umbria.
La stagione dei tagli al trasporto ferroviario con cui ci siamo scontrati per anni non è finita, ma qualcosa probabilmente sta cambiando.
Il nostro territorio deve continuare nelle battaglie per riqualificare un traposto pubblico a servizio dei pendolari e dei cittadini che vorrebbero usare il treno. Contemporaneamente occorre cogliere ogni spiraglio, ritrovando una visione comune, politica e istituzionale per ridisegnare un sistema infrastrutturale della mobilità locale integrata tra gomma e ferro.
La fermata dei due treni veloci, dovuta a una nuova strategia delle ferrovie che, in una logica di mercato sono alla ricerca di clienti e nuovi bacini, deve essere colta come occasione ulteriore per mettere in piedi un lavoro di concertazione e programmazione di questa parte di territorio toscano e umbro.
In questo Chiusi deve giocare un ruolo trainante, senza alimentare inutili autocelebrazioni e sterili protagonismi, che in una area di campanilismi è la cosa più deleteria.
Questo tema, oltre alle questioni legate all’innovazione tecnologica e all’ambiente sono i cardini essenziali di una nuova visione politica e di programmazione comunale e territoriale, che deve essere tra le priorità nel confronto che dovrebbe aprirsi. Speriamo di poterne discutere.
Lo snodo chiusino è assai importante per la sua centralità: portare Siena e Perugia a Chiusi su una linea più veloce non è un’utopia e sicuramente pagherebbe in termini di ulteriori investimenti ferroviari (penso a una possibile fermata di Italo, ad es.). Come sempre, è molto importante non perdere di vista l’utilità per il territorio (pendolarismo studentesco, di lavoro e di necessità – la questione della metropolitana di superficie per gli ospedali di Nottola, Siena e Perugia è sicuramente attuale e cogente -). La strategia di accordo interregionale è fruttuosa e speriamo che si consolidi nei prossimi mesi.
Marco Masorri, ma sulla Chiusi-Siena come metropolitana di superficie (nel tratto Chiusi-Montepulciano-Sinalunga) a servizio di Nottola sei d’accordo? E sulla bretella Tuoro-C.Lago? Sulla variante alla Pievaiola per collegare la stessa Pievaiola con Chiusi e quindi “avvicinare” Perugia che ne pensi? E soprattutto che ne pensano i Podemos (che sono la forza politica a cui tu stesso fai riferimento)? Sono pronti a fare una battaglia in tal senso e se mai quali sono le condizioni che ritengono indispensabili per farla?
Marco, non so quanti anni sono che sostengo di potenziare il trasporto ferroviario nella nostra realtà: dalla Chiusi – Siena, alla possibilità di utilizzare il tratto Chiusi , Montepulciano, Sinalunga come collegamento per Nottola. Basta riprendere tutti i documenti presentati in Consiglio provinciale. Sono d’accordo anche per il collegamento con Perugia. Da una mobilità integrata ferro rotaia, a mio avviso, passa il futuro di un nuovo modello di sviluppo del nostro territorio. Ovviamente, i possibili progetti vanno studiati verificati con attenzione. Tuttavia, il problema, non è tanto far passare queste idee, quanto costruire una spinta politica, istituzionale e sociale unitaria e compatta dell’intero territorio.
Osservo una cosa.La programmazione è necessaria,lo studio dei flussi sul territorio altrettanto necessario, ed è necessario creare una rete di percorrenza che assolva all’interesse pubblico.Pacifico, no? Detto questo mi sembra che si pongano sul piatto questioni che sono in ballo da anni ed anni e che non sono state risolte.Mai ! Adesso si vorrebbero programmare interventi e risolvere i problemi tutti insieme? Con quali sostanze? Poi alla fine la risposta è:”con quelle che arriveranno” Ma arriveranno è futuro, tante le volte l’aveste dimenticato.
Quindi queste diventano discussioni che alla fine lasciano il tempo che trovano,perchè se qualcosa si realizzerà all’interno delle iniziative di cui si parla,non sappiamo nè quando nè come nè verso chi si indirizzerà la prevalenza degli investimenti e quanti potranno essere tali investimenti.Semprechè ci siano.Quindi si parla del nulla.Riprovate a leggere piano piano ciò che avete scritto e vedrete che si raccontano belle storie.
Marco Nasorri, mi fa piacere che tu sia d’accordo, il che vuol dire che sei anche disponibile a riprendere una battaglia che hai già fattto… adesso le condizioni sono cambiate: perché per esempio la Regione Umbria si è mossa e si sta muovendo, la Toscana pure. E quanoe alle risorse, Caro Carlo, adesso arriveranno quelle del Recovery Fund e sono parecchi soldi che dovranno servire soprattutto per ammodernare e mettere in sicurezza il Paese, non solo dal unto di vista sanitario. Questi progetti vanno esattamente in quella direzione… E’ un’occasione unica e forse irripetibile.
Non c’è solo il Recovery Fund – che (forse) arriverà -: se fosse solo quello, potremmo rischiare di avere tanti soldi e niente idee. Mi fa ben sperare l’inversione di tendenza che si manifesta sul piano politico: il dialogo e la definizione dei problemi sembra che finalmente si sostituiscono allo slogan e agli annunci. Questo è un fatto che può portare molto più lontano rispetto a quanto mette in evidenza Carlo. Se c’è un rischio, è nello sbandieramento del “faremo”. Invece, occorre sudare su uno “stiamo facendo” sapendo che la politica è un lavoro che richiede tempo, progettualità e produce risultati perfettibili. Ripeto. L’accordo con l’Umbria per la tratta Chiusi – Perugia è un fatto positivo. A questo primo frutto, possiamo aggiungerne altri – già evidenziati nell’articolo e nei commenti – purché si ragioni sui piccoli passi in un quadro più generale di valorizzazione del territorio.