ELOGIO DI GIANNI CUPERLO, IL MARIOLINO CORSO DEL PD E DELLA POLITICA ITALIANA

lunedì 12th, ottobre 2020 / 12:53
ELOGIO DI GIANNI CUPERLO, IL MARIOLINO CORSO DEL PD E DELLA POLITICA ITALIANA
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Scrivevamo due giorni fa, parlando del giro di consultazioni nei circoli Pd di Chiusi sulla questione sindaco, che la segretaria chiusina Simona Cardaioli non ha mai nascosto di avere una concezione della politica diversa dal sindaco e anche di non amare per nulla quello che lei stessa definisce “il partito dei sindaci”, inteso come il partito che si appiattisce sull’amministrazione o sul sindaco in persona e ne subisce la leadership senza alcuna autonomia.
Anche un dirigente nazionale del Pd è intervenuto sull’argomento (“il partito dei sindaci” non il caso Chiusi, ovviamente). Si tratta di Gianni Cuperlo, che lo ha fatto in una intervista rilasciata a Umberto De Giovannangeli su Il Riformista il 9 ottobre.
Tra le altre cose Cuperlo dice: “Anni fa si criticavano gli amministratori perché vittime dell’ansia di tagliare nastri, inaugurare opere, e così facendo perdevano la capacità di progettare spazi e comunità nel medio e lungo periodo. Ecco, la politica i politici, categoria in sé da rifondare hanno percorso un sentiero analogo e si sono predisposti a gestire un’agenda che quasi mai scollina il trimestre”
E più avanti incalza: “se per un quarto di secolo avanza una liquidazione o liquefazione dei partiti senza più una lettura dei mutamenti, se si teorizza che l’identità della nuova aggregazione si riassume nelle regole statutarie sulla scelta del leader, poi è difficile stupirsi di un progressivo deserto delle idee, almeno nel cuore della rappresentanza e questo finisce col togliere ossigeno anche ai movimenti. La giornata del dirigente o del deputato è scandita dal bisogno di tenere sempre acceso il canale web che lo lega al suo insediamento, si tratti di una quota di elettorato o di una posizione gerarchica nella propria corrente. Abbiamo professionalizzato quella branca del lavoro intellettuale, ma non nel verso indicato da Weber. Abbiamo preso contromano e derubricato la vocazione, il beruf, a “mestiere” dove sono richieste alcune capacità, ma di ordine informatico e comunicativo. Estetica, profilo pubblico, linguaggio o la narrazione hanno soppiantato percorsi che affondavano in verifiche del grado di maturità e competenza. Se oggi azzardi un ragionare simile non vieni compreso perché almeno un paio di generazioni hanno conosciuto solamente quella pratica… Del resto a vent’anni scegli la parte dove stare non perché ti fanno votare alle primarie, ma perché la senti come la parte giusta della storia, quella più vicina ai tuoi valori e bisogni, alla tua utopia. Magari non sarà più il sogno di una cosa, mi contenterei fosse il desiderio incompiuto di correggere il mondo per come è”.
Gianni Cuperlo non è neanche parlamentare. Non ha mai fatto il ministro. Nel Pd è una “mosca bianca“, uno che prova a volare più in alto, ma nessuno lo vede… Da anni è di sicuro la mente più lucida che ha il Pd al proprio interno, ma è forse il più inascoltato dei dirigenti. Forse perché non urla mai, non sbraccia. Ha la faccia pulita e gentile, non fa battute sarcastiche, ma magari cita Max Weber o Gramsci o Chomsky…
Qualche giorno fa, sul Corriere della Sera un giornalista ha definito Cuperlo  il Mariolino Corso della politica italiana: “Ogni volta che vedo Cuperlo comparire in Tv o leggo qualche sua intervista perso a Mariolino Corso, grandissimo giocatore della grande Inter degli anni ’60-70.  Corso indossava a maglia n.11, aveva un piede sinistro pazzesco. Cuperlo gioca nel Pd e sortisce lo stesso effetto di Corso: rispetto alla media degli altri dirigenti del suo partito, appare di un’altra categoria, per cultura e chirurgica capacità di analisi… e esattamente come Corso, Cuperlo se ne sta sempre un po’ defilato, lì a sinistra, quella certa sinistra… e i mazzieri del Pd il pallone glielo passano raramente… “. 
In effetti, sì, Cuperlo può somigliare in qualche modo a Mariolino Corso, che era l’ala sinistra dell’Inter di Herrera ed è morto nel giugno scorso.  Anche Cuperlo è l’ala sinistra del Pd. Corso era geniale, capace di giocate straordinarie, correva poco per essere un’ala, e sembrava pure lento, con quella faccia un po’ così e i capelli radi che tutto sembrava meno che un calciatore, ma pensava velocissimamente e faceva correre il pallone e gli altri… Disegnava parabole imprendibili per i portieri avversari (le famose “punizioni a foglia morta”) e assist al bacio per i suoi compagni. E’ stato un giocatore straordinario, ma non è mai stato un leader, un trascinatore, un prim’attore, non era il number one di quell’Inter dei miracoli. A brillare di più erano Facchetti per l’eleganza della falcata, Mazzola per i dribbling ubriacanti e la velocità, Suarez che veniva dal Barça ed era il geometra, anzi l’architetto del centrocampo…
Cuperlo idem, non è un leader, non è un centravanti di sfondamento, né un fine e cinico stratega, uno stopper dai modi e piedi ruvidi, o un dribblomane. E’ un… “poeta” della politica. Uno che vola più in alto degli altri, uno che pensa più ai contenuti che alla tecnica comunicativa, ma rimane relegato su quella fascia che spesso è in ombra… E’ vero: Cuperlo somiglia, politicamente parlando, al giocatore geniale che è stato Mariolino Corso. Con la differenza che Corso aveva a fianco Sarti, Burgnich, Facchetti, Guarneri, Picchi, Mazzola, Domenghini, Jair, Suarez, Peirò… Cuperlo, nel Pd, ha intorno (e davanti) solo una miriade di… Bedin. Con tutto il rispetto per Bedin, un signor mediano. Ma solo un mediano. Nessuno che abbia i colpi di Corso, né “la genialità di uno Schiaffino”, la visione di gioco di Rivera, il lancio lungo di Antognoni.
m.l.
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