DOMENICA E LUNEDI’ SI VOTA: IL REFERENDUM CHE FRANTUMA PARTITI E SCHIERAMENTI. ANCHE A LIVELLO LOCALE MOLTE SORPRESE

DOMENICA E LUNEDI’ SI VOTA: IL REFERENDUM CHE FRANTUMA PARTITI E SCHIERAMENTI. ANCHE A LIVELLO LOCALE MOLTE SORPRESE
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Domenica 20 e lunedì 21 si vota per il referendum confermativo della riforma proposta dai 5 Stelle, che prevede il taglio dei parlamentari. Come accennavamo ieri, in altro articolo, i due schieramenti, quello del Sì e quello del No sono molto variegati e tutti i partiti registrano al loro interno posizioni diverse da quella ufficiale. Il Pd ad esempio è per il Sì (perché la riforma fa parte del patto di governo con il M5S), ma molti esponenti anche di spicco si sono espressi per il No, non solo la “corrente di sinistra” capeggiata da Cuperlo, ma anche figure come Veltroni, o Orfini. E pure vecchi dirigenti del Pci che pure già dagli anni ’70 sosteneva la necessità di una riduzione dei parlamentari, dopo la nascita delle Regioni, come Aldo Tortorella o Emanuele Macaluso, per non parlare di D’Alema e Prodi. L’Anpi è per il No.

A livello locale alcuni ex sindaci di sinistra sono schierati per il NO: Palmiro Giovagnola di Città della Pieve, Fiorello Primi di Castiglione del Lago… Sono per il no l’ex parlamentare e segretario della federazione senese del Pci Riccardo Margheriti (ora presidente Anpi), l’ex vicesindaco di Cetona ed ex segretario provinciale dei Comunisti Italiani Cesare Menchetti, L’ex senatore umbro Leonardo Caponi,  i dirigenti socialisti senesi Giorgio Del Ciondolo e Emiliano Migliorucci., l’ex presidente della Provincia di Siena Fabrizio Nepi che è sindaco a Castelnuovo Berardenga.

Tra i sindaci in carica però, in pochi si sono esposti: oltre Nepi, lo ha fatto il civico Fabio Roncella di Montegabbione, anch’egli per il No. Mentre Juri Bettollini, di Chiusi anche se è uscito dal Pd è per il Sì.

Tutti gli altri sono rimasti per tutta la la campagna elettorale e se ne stanno tutt’ora sottocoperta. Nessuno che abbia fatto anche un mezzo post su facebook per dire come la pensa. Né quelli in quota Pd, né gli altri di matrice civica o in area centro destra.

Nonostante Salvini e la Meloni siano ufficialmente schierati per il Sì al taglio dei parlamentari, il leader della destra pievese Lorenzo Berna è per il No: “L’unica motivazione per votare SI è quella che, con la riduzione dei parlamentari, una buona parte di quelli oggi in carica rimarrà a casa e senza lavoro. Non vi è alcuna ragione per credere, infatti, che quelli che verranno dopo saranno migliori di quelli di adesso. Anzi, possiamo già facilmente prevedere che saranno, se non peggiori, quanto meno dello stesso livello. E questo a me non pare un buon risultato”,  scrive.  Anche il mondo dei “comitati” è per diviso. Per esempio la poliziana Lucia Lazzeri Contini e Paolo Scattoni sono per il NO, Luciano Fiorani per il Sì. Michele Pinassi, già capogruppo M5S al comune di Siena, adesso candidato alle regionali pr Sì Toscana a Sinistra di Fattori, sostiene il No.  A favore del no, anche i “teatranti” Franco Romani di Montepulciano e Francesco Storelli di Chiusi. 

In Umbria, anche perché non ci sono le regionali, come in Toscana, a catalizzare l’attenzione, l’esito del referendum preoccupa la sinistra Dem“Per le piccole regioni, tra cui la nostra, i pericoli derivanti dalla riduzione del numero di parlamentari sarebbero ancora più rilevanti: si stima che la soglia per l’accesso al futuro Senato potrebbe divenire anche del 20 per cento, con una compressione forte di quel pluralismo sociale, culturale e politico, fondamentale per un corretto funzionamento della democrazia, rendendo irrilevante la rappresentanza dei territori più piccoli e delle minoranze. L’Umbria passerebbe da sette a tre senatori e da nove a sei deputati; è evidente che – dati i piccoli numeri – il taglio si farebbe sentire in modo particolarmente rilevante, con l’effetto di ridurre la possibilità di rappresentare la pluralità di interessi e bisogni delle donne e degli uomini della nostra regione. Per queste ragioni l’Associazione SINISTRADEM – CAMPO APERTO UMBRIA si impegna e invita a votare NO al prossimo Referendum costituzionale.“

Ovvio che riducendone il numero sarebbe sempre più difficile eleggere parlamentari dai territori periferici e a fare la parte del leone sarebbero le città e le realtà più grandi. E nessuno, in mancanza di una riforma elettorale che cambi i meccanismi di selezione e scelta del candidati da parte dei partiti, può garantire che in futuro gli eletti sarebbero di qualità migliore di adesso. Anzi, forse, restringendo il campo, le segreterie e le consorterie avrebbero gioco più facile. Non  a caso uno degli slogan del NO è “Voglio essere rappresentato meglio, non meno”.

Insomma il panorama è davvero molto frastagliato, più delle coste della Norvegia.. E se sulla carta il Sì dovrebbe largamente prevalere (Pd, M5S, Fratelli d’Italia, Lega…) le divisioni e le defezioni nei vari partiti, sia a destra che a sinistra, potrebbero anche portare delle sorprese. E già qualche sorpresa si intravede scorrendo questo piccolo elenco. L’amico Fiorani ad esempio, negli ultimi giorni ha pubblicato diversi post in chiave anti Bettollini, ma sul referendum si ritrova dalla stessa parte del sindaco di Chiusi e in rotta di collisione, invece, con altri “No-Betto” accaniti come Lucia Lazzeri Contini o Paolo Scattoni. Capita. Mentre Bettollini è sulla linea ufficiale del Pd e dei 5 Stelle…  La politica riserva sempre situazioni paradossali o quantomeno diverse da quelle che ti aspetti.

 

 

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