CHIUSI: SANTA MUSTIOLA MARTIRE E SENZA TETTO: UN TABERNACOLO SI’ UNA CASA VERA NO

lunedì 06th, luglio 2020 / 18:47
CHIUSI: SANTA MUSTIOLA MARTIRE E SENZA TETTO: UN TABERNACOLO SI’ UNA CASA VERA NO
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CHIUSI –  Cinque anni fa, esattamente il 24 giugno 2015 su queste colonne uscimmo con un pezzo intitolato “Chiusi, un paese della Madonna” che prendeva spunto dall’inaugurazione di una “installazione di taglio sacro” in una rotonda nella zona artigianale e produttiva delle Biffe. Installazione che seguiva ad altre già poste in opera in precedenza, in vari posteggi, incroci, rotatorie, piazzette, giardini… Più madonne che telecamere di sicurezza. Cose mai viste – diciamolo – negli anni precedenti in una cittadina laica e progressista come Chiusi, come se adesso Chiusi volesse fare concorrenza sul terreno delle edicole votive alla vicina Umbria papalina, dove, anche in passato certe installazioni erano di gran lunga più frequenti. Per ragioni storiche. Bene, qualche giorno fa, in concomitanza con i festeggiamenti patronali in onore di Santa Mustiola, a Chiusi ne è comparsa un’altra di edicole votive. Precisamente al Lago, all’ingresso dell’area verde nei pressi del Ristorante Pesce d’Oro. Trattasi di tabernacolo in muratura, con aiola e con immagine della santa patrona della città su lastra di plexiglass. Sotto l’immagine c’è scritto che Santa Mustiola veglia su di noi. E così pescatori, camminatori, ciclisti, avventori e addetti del ristorante, gente che sta lì a prendere il sole, ma anche oche, germani, folaghe, svassi maggiori, garzette, aironi e pure lucci, tinche, persici reali, boccaloni e pesci gatto saranno tutti più tranquilli… Perché la benedizione e lo sguardo vigile di Santa Mustiola non farà distinzioni (non sarebbe da santi) e proteggerà tutti. Uomini, donne e animali. Indistintamente. Come si conviene a una santa, che tra l’altro morì martirizzata per difendere le proprie idee minoritarie e all’epoca ritenute rivoluzionarie e sovversive, lei che tra l’altro era di stirpe altolocata, e dunque a maggior ragione invisa al potere, perché considerata oltre che sovversiva anche traditrice della casta…

L’installazione dell’edicola votiva al Lago si deve all’azione congiunta del Comitato dei festeggiamenti patronali e del Comune che ha messo a disposizione il terreno e ha ripristinato un manufatto preesistente. A nostro modestissimo avviso anche questa opera e questa ulteriore presenza sacra a vigilare sulla cittadinanza si poteva evitare. Niente di personale contro Santa Mustiola, ci mancherebbe, ma ormai, come dicevamo i tabernacoli con santi e madonne sono più delle telecamere di sicurezza… E sono sparse in ogni angolo del territorio comunale, anche laddove non ci azzeccano una mazza. Neanche fossimo in un paese confessionale a rito unico dominante.

E allora ci stupisce anche che mentre si trova il modo di porre in opera un tabernacolo in onore della santa patrona, la chiesa chiusina (ribadiamo, la Chiesa chiusina, non il Comune) non abbia ancora  trovato il modo di piazzare da qualche parte, nella cattedrale o in un ‘altra chiesa o in una pertinenza delle stesse, il bassorilievo in bronzo di Vasco Nasorri raffigurante proprio la storia di Santa Mustiola che da più di 10 anni non trova collocazione.

Ne parlammo il 3 luglio 2017, qui su primapagina.  Ebbene sono passati altri tre anni e ancora niente. La povera Santa Mustiola di Nasorri è ancora una martire errante dimenticata, profuga e senza tetto. E mentre papa Francesco si sgola ogni giorno per ribadire concetti come accoglienza, solidarietà, apertura, la chiesa chiusina su questo fronte sembra essere rimasta al governo Conte-Salvini, quando il ministro degli interni chiudeva i porti ai migranti e faceva arrestare Karola Rackete…

Lo diciamo senza acrimonia, ma sarebbe stato meglio, da parte della chiesa di Chiusi, trovare una collocazione al gruppo bronzeo di Nasorri che erigere quel tabernacolo all’ingresso dell’area verde del Lago. Che ci sta più o meno come il famoso cavolo a merenda. Noia non la dà, ma se ne poteva anche fare a meno.

Certo l’opera di Nasorri è imponente, è un bassorilievo in bronzo di 290 cm per 200 e pesa circa 600 kg. Ma possibile che non si trovi una parete dentro o fuori di una chiesa su cui poggiarla?

Secondo noi questa storia è uno scandalo e anche un segno di scarso riconoscimento della Chiesa locale verso un artista che invece ha dato molto alla chiesa.

Su questo il Comune non può farci più di tanto… La scultura è di tipo sacro, non può essere posizionata in luoghi laici, quindi la soluzione spetta alla chiesa, non all’ente pubblico. Al quale non spetterebbe nemmeno di posizionare qua e là le edicole votive. Rispetto alla Costituzione già è una forzatura il crocifisso nelle scuole, nelle caserme, negli uffici, figuriamoci le madonnine e i santi patroni nei posteggi, agli incroci, e sulle rotatorie.

m.l. 

 

 

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