PERUGIA, LA SANITA’ PRIVATA SI FA VIVA PROPONENDO UN TEST IMMUNOLOGICO RAPIDO. MA A PAGAMENTO

PERUGIA, LA SANITA’ PRIVATA SI FA VIVA PROPONENDO UN TEST IMMUNOLOGICO RAPIDO. MA A PAGAMENTO
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Qualche giorno fa, su queste stesse pagine titolavamo “L’ora dello sciacallo”, riferendoci ai tentativi da parte di “ignoti” di introdursi nelle case delle persone anziane e sole con la scusa del tampone. Una cosa odiosa, quella dell’azione degli sciacalli, che si ripete ad ogni calamità o disgrazia. C’è sempre chi cerca di lucrare dalla sofferenza, e dalle difficoltà altrui.

Ma c sono anche sciacalli di altro tipo, diciamo con il colletto bianco. Quelli che hanno tentato e tentano di vendere mascherine e altri apparati protettivi al miglio offrente e a prezzo maggiorato, per esempio. Quelli che hanno fatto schizzare il costo di un flacone di Amuchina a 16 euro, neanche fosse Vino Nobile e di quello  buono…

E’ di oggi la notizia che a Perugia, un laboratorio di analisi privato si è dichiarato pronto a fare un test immunologico rapido per il Covid 19. Tutti potranno farlo, rispondendo prima ad un questionario, tipo autocertificazione. Ma il test costerà 70 euro.

La procedura funziona così: si chiama, si risponde ad un questionario sulla condizione fisica, se tale condizione lo consente si prende un appuntamento. Poi ci si reca alla struttura e in cinque minuti viene effettuato il test immunologico che rivela se ci sono o meno anticorpi nel sangue. Il laboratorio ha creato un percorso ad hoc, pulito,  per tutti i pazienti che rispondono alle caratteristiche. Per poter fare il test si deve certificare di non avere sintomi quali febbre, tosse o affanno. Solo in quel caso verrà fissato  un appuntamento. Il target dichiarato è quello degli asintomatici. Chi è in isolamento domiciliare non sarà accettato. Dopo due ore dal test si può già avere il risultato, collegandosi al sito del laboratorio. Tutto ciò a partire da domani 3 aprile.
“Abbiamo prenotazioni per i primi tre giorni. Ne abbiamo 45 per venerdì e lunedì, poi 50 per martedì, pazienti spalmati in dieci ore per evitare che si incontrino. Di kit al momento ne abbiamo mille e ne abbiamo ordinati altri 5 mila”, dice la direttrice della struttura… Per il momento l’operazione non è concordata o a convenzione con Regione o Asl. E’ una iniziativa privata.

Con 70 euro puoi sapere se hai gli anticorpi capaci di fermare il coronavirus…  Chi può spendere e non ha altri impedienti può dunque chiedere l’appuntamento e fare il test. Ma è normale? E’ giusto? E’ normale che la sanità provata, assente su tutta la linea dal prim giorno in cui è esplosa la pandemia, si fa viva solo per fare test a pagamento. Eccola, è tutta qui la differenza tra sanità pubblica e sanità privata. Mentre tanti operatori sanitari, anche già pensionati, tanti giovani neolaureati, si mettono a disposizione, andando volontari a dare una mano nelle zone più colpite, come in tempo di guerra o dopo un terremoto, c’è chi cerca di tirar su un business dalla paura della gente. Perché alla fine 70 euro li può spendere anche un pensionato, una impiegata, un operaio, una commessa, una cassiera del supermercato, un ferroviere o un netturbino, non solo un calciatore, un dipendente della Regione o un giornalista Rai…

Se il test costasse 3.000 euro sarebbe una cosa per ricchi, e – si sa – c’è sempre chi può chi non può – così, è un modo per spillare soldi anche a chi ne ha pochi. Ma ha paura. Molta paura.

Ovviamente non è illegittimo, né un reato. Ma è un segnale chiaro. Chiarissimo. Il segnale che smantellare la sanità pubblica a vantaggio di quella privata è stato un errore strategico madornale. E sarà il primo da correggere una volta fuori dall’emergenza.

 

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