BUFERA BANCA VALDICHIANA, I PODEMOS DI CHIUSI CHIEDONO UNA POSIZIONE UNITARIA DEL CONSIGLIO COMUNALE
CHIUSI – E quattro. Dopo il sindaco, il Comitato soci autoconvocato (che è organismo esterno ed estraneo alla struttura ufficiale della banca), il Movimento 5 Stelle, sulle strategie e i terremoti all’interno di Banca Valdichiana arriva anche la presa di posizione dell’altro gruppo di minoranza nel consiglio comunale di Chiusi, ovvero di Possiamo.
I Podemos erano già intervenuti ai tempi della fusione tra le Bcc di Chiusi e Montepulciano e nell’agosto scorso, dopo il ribaltone ai vertici con la sostituzione del presidente e della vicepresidente, proponendo la convocazione di una assemblea dei soci “per ristabilire un clima di fiducia e soddisfare le giuste richieste di metodi trasparenti”. Adesso tornano sull’argomento: “Ancora una volta – scrivono – dobbiamo dare atto a singoli cittadini la capacità di porre in risalto questioni essenziali nel segno della ricerca di trasparenza e condivisione delle scelte, che sia i vertici della Banca, nella loro autonomia, che l’Amministrazione Comunale, espressione degli interessi della collettività hanno sistematicamente ignorato. La situazione in questi giorni si è ulteriormente aggravata con le dimissioni di ben quattro componenti del CdA, dimissioni motivate dal netto contrasto con la governance della banca rispetto alle scelte strategiche della banca stessa. Tardive ed isolate giungono a nostro avviso le iniziative del sindaco che ha convocato un incontro per l’11 febbraio con Associazioni di categoria e Comitato soci, come in ritardo ci appare anche la convocazione dei sindaci del territorio da parte del Presidente di Banca Valdichiana“.
Secondo i Podemos chiusini “la situazione sta assumendo connotati molto preoccupanti tanto da far rischiare seriamente la perdita definitiva dello storico rapporto con il territorio. È evidente che le divisioni e il clima che si è creato non facilitino la possibilità di adottare le decisioni più utili per la Banca e per l’intera realtà che, ricordiamolo, avvengono in un contesto economico e sociale difficile, dove il ruolo degli Istituti di Credito Cooperativo rappresenta un fattore essenziale di tenuta e rilancio del tessuto produttivo”.
Piuttosto critico il documento di Possiamo, anche nei confronti del sindaco Bettollini, laddove definisce la sua iniziativa di martedì 11 “tardiva e solitaria e senza una precisa visione”.
Nella nota stampa si legge: “Crediamo che l’Amministrazione comunale possa svolgere un ruolo più incisivo se, anziché convocare le Associazioni di Categoria e il Comitato soci della Banca via Facebook, si fosse fatto interprete di un mandato ricevuto dal Consiglio Comunale, quale espressione dell’intera comunità. Possiamo Sinistra per Chiusi auspica che nell’interesse di tutta la collettività sia individuato un percorso al fine di assumere una posizione unitaria dell’intero Consiglio Comunale”.
Quindi i Podemos criticano sì Bettolini per il metodo seguito e per l’iniziativa “solitaria”, ma in sostanza non dicono che abbia torto a porre la questione e meglio sarebbe, se a porre la questione fosse l’intero Consiglio Comunale. Come dire a al sindaco e anche alla maggioranza e ai 5 Stelle, troviamo una posizione unitaria che rappresenti al meglio l’interesse della collettività chiusina. Il che rafforza il concetto, espresso forse in maniera un po’ estemporanea dal primo cittadino. Vedremo se Bettollini, il Pd e il M5s raccoglieranno la sollecitazione. E anche come la Banca risponderà alle dimissioni dei 4 consiglieri della componente chiusina, se li sostituirà oppure no. Lo Statuto consente entrambe le soluzioni: dovendo il Cda essere composto da un minimo di 7 e un massimo di 11 consiglieri, gli 8 rimasti in carica potrebbero essere sufficienti per andare avanti.
Intanto questa mattina il Cda dei banca Valdichiana incontra i sindaci del territorio, martedì 11 si terrà l’incontro convocato in Comune da Bettollini con le parti sociali e il comitato autoconvocato dei soci…
Ma i processi aggregativi nel mondo Bcc sono una direttiva del Gruppo Iccrea, direttiva che è stata approvata e condivisa anche dall’assemblea dei soci di Banca Valdichiana al momento dell’adesione alla holding. Questo non va dimenticato. Come non va dimenticato che con i nuovi assetti, l’autonomia delle singole banche è sensibilmente ridotta rispetto al passato e i Cda debbono operare nell’ambito dei “patti” e delle direttive sottoscritti con il gruppo Iccrea. I margini di scelta sono dunque limitati. Il management di Banca Valdichiana continua a rassicurare soci e clienti sulla solidità dell’istituto e non fa mistero del fatto che ogni strategia e ogni mossa siano passi concordati e “orientati” dai parametri e vincoli di gruppo.
Il mondo delle Bcc è cambiato e cambierà ancora. Le attuali Bcc aggregate in soggetti sempre più grandi e robusti dal punto di vista del patrimonio, del territorio di competenza, del numero di soci e dipendenti, somigliano più al Monte dei Paschi pre crisi (cioè quando era una grande banca locale) che non alle vecchie piccole Casse Rurali e Artigiane di paese o di aree limitate…
Banca Vadichiana vive anche anni complicati, segnati da una fusione mai del tutto digerita (Chiusi-Montepulciano), da bilanci in rosso e molte tensioni interne alla struttura intesa come Cda e anche come direzione e apparato: l’uscita anticipata del direttore Benicchi, la sostituzione con strascichi legali del suo successore Barbi, il ribaltone ai vertici e ora le dimissioni in blocco di 4 consiglieri, tra cui l’ex presidente e l’ex vicepresidente, proprio in vista di una nuova fusione. Il tutto in meno di 3 anni. E’ normale che ciò crei disorientamento, preoccupazione e anche illazioni, congetture. E anche attenzioni particolari da parte del gruppo Iccrea, che potrebbe anche imporre scelte dall’alto e magari l’azzeramento del Cda e il commissariamento, già parzialmente avviato con la nomina del direttore generale Trabacca nel 2019…
Molti si interrogano sul perché Banca Valdichiana si trovi adesso in queste condizioni e in questo clima, sul come e perché si sono create le criticità patrimoniali e finanziarie e su come sono stati gestiti i vari passaggi inerenti la governance, prima, durante e dopo la fusione Chiusi-Montepulciano. E anche questo, visto il clima, è normale e comprensibile.
Questo però avviene soprattutto a Chiusi, non in altre aree di operatività della Bcc. Non con la stessa “intensità”, almeno. Anche le prese di posizione della politica (Sindaco, 5 Stelle e Possiamo) arrivano tutte da Chiusi, non da Montepulciano, Sarteano, Castiglione del Lago o Arezzo, Cortona e Castiglion Fiorentino… Il fronte insomma è a Chiusi. E’ a Chiusi che al momento si combatte. E a dire il vero anche in modo piuttosto confuso.