GLI ETRUSCHI DI CHIUSI FACEVANO SACRIFICI UMANI… MA LA NOTIZIA E’ VECCHIA DI TRE ANNI

venerdì 03rd, gennaio 2020 / 16:44
GLI ETRUSCHI DI CHIUSI FACEVANO SACRIFICI UMANI… MA LA NOTIZIA E’ VECCHIA DI TRE ANNI
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CHIUSI — Qualche giorno fa molti giornali e siti web hanno rilanciato con una certa enfasi la notizia che una tomba etrusca di Chiusi farebbe pensare alla possibilità che gli etruschi facessero sacrifici umani. Ad affermarlo è stata la stessa direttrice del Museo Nazionale Archelogico di Chiusi Maria Angela Turchetti in una intervista alla rivista “Archeologia Viva”.

L’affermazione della direttrice Tuschetti deriverebbe da una scoperta fatta nel 2016 nella Necropoli di Poggio Renzo. Tra le tombe rinvenute ce ne sarebbe una, la n.4, che “per posizione stratigrafica, contesto archeologico, postura dell’individuo e dati antropometrici rappresenta una significativa anomalia, tanto che per questa deposizione non si esclude l’ipotesi di un’uccisione rituale o di un sacrificio umano”.

“Se le ipotesi formulate trovassero conferma – spiega la direttrice del Museo Turchetti – nel prosieguo delle ricerche, questa sepoltura potrebbe gettare nuova luce sulla società di Chiusi e sulle leggi religiose e civili vigenti all’epoca di Porsenna”. 

Ma la notizia non è nuova, se ne parlò già nella primavera del 2017. E anche su queste stesse colonne. In un articolo del 3 aprile del 2017 si riportavano già le medesime affermazioni della dottoressa Turchetti. Che ne parlò, qualche giorno dopo, anche in una conferenza del Gruppo Archeologico.

In quell’articolo di quasi 3 anni fa scrivevamo:

“Gli Etruschi, popolo più volte rappresentato come gaudente e poco incline alla violenza, più votato alla bella vita che alla guerra, facevano sacrifici umani? Molti popoli antichi li facevano. Ma pure loro? E, per essere più precisi, pure gli Etruschi della Lucumonia di Chiusi? La cosa non si può escludere. Anzi, il recente scavo archeologico in località Poggio Renzo, cominciato un anno fa, avrebbe portato alla luce elementi tali da avvalorare questa tesi.

A Poggio Renzo è stata scoperta una necropoli composta da 5 tombe, in parte già saccheggiate e in parte intatte. La n.4  “per posizione stratigrafica, contesto archeologico, postura dell’individuo sepolto, dati antropometrici, rappresenta una significativa anomalia rispetto alle tombe circostanti, pertanto per questa specifica deposizione non si può escludere l’ipotesi di una uccisione rituale o di un sacrificio umano”. Così spiega la dottoressa Maria Angela Turchetti, che all’epoca dello scavo era direttrice del Museo Nazionale di Chiusi e ancora lo è, anche se è stata recentemente nominata Soprintendente del Museo di Spoleto.

Parlando con gli archeologi e appassionati che hanno eseguito lo scavo, emerge la possibilità che l’uomo sepolto nella tomba n.4 potrebbe essere un prigioniero, o comunque uno straniero, probabilmente un asiatico o mediorientale, immobilizzato per impedirne la fuga, fatto inginocchiare e sgozzato come un capretto sacrificale.

Da qui l’ipotesi, plausibile, di una “uccisione rituale” o di “sacrificio umano”. La tecnica usata sembra ricordare quella più volte ostentata, di recente, dai guerrieri dell’Isis.

Sepolture “anomale” che in qualche modo fanno pensare a sacrifici umani sono state rinvenute anche nella Necropoli di Tolle (zona La Foce, nel Comune di Chianciano Terme) dove su circa 1.000 sepolture a fossa, a camera e a buca, a incenerazione e inumazione, sono state trovate una decina, prevalentemente a inumazione, in cui è stata rilevata un posizione anomala del defunto, inducendo gli studiosi a parlare di possibili sacrifici umani…

Tolle e Chiusi. Necropoli importanti di uno stesso territorio. Della stessa lucomonia, anche se databili in un lasso di tempo molto consistente: dal VII al V secolo a.C.

Probabilmente i  nostri avi Etruschi erano sì gaudenti, amanti della bella vita, del sesso libero, del buon mangiare, ma erano anch’essi ancora legati a tradizioni cruente e crudeli con le quali pensavano di ingraziarsi gli Dei…

Certo il fatto che le vittime potessero essere degli stranieri, magari mediorientali o asiatici – forse prigionieri, forse immigrati – ci dice che certe cose che accadono al mondo d’oggi hanno radici antiche e che l’Isis da un lato e chi vorrebbe affondare  a cannonate i barconi coi migranti dall’altro non hanno inventato proprio niente…”. 

Rileggere a volte fa bene.

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