PROGETTO ACEA, PER I COMITATI LA BATTAGLIA CONTINUA… SE ANCHE ARRIVA LO STOP, MOLTI PROBLEMI RIMARRANNO SUL TAPPETO
CHIUSI – La seduta di sabato scorso dell’Inchiesta Pubblica regionale sul progetto Acea ci ha praticamente messo una pietra sopra. O quasi.
Il sindaco, intervenuto nel finale, ha lasciato intendere che la storia può finire qui. Che non ci sono le condizioni affinché il progetto possa andare avanti e che la Variante al Prg necessaria, anzi indispensabile, per poter procedere, con tutta probabilità il Consiglio Comunale di Chiusi non l’approverà. Naturalmente per Bettollini & C. non sarà facile gestire l’exit strategy, ma se così andrà, l’amministrazione potrà dimostrare che qualche uscita di sicurezza se l’era lasciata aperta e che le dichiarazioni sul valore dell’Inchiesta Pubblica non erano campate in aria o solo fumo negli occhi. I giudizi politici sono altra cosa e ognuno si terrà i suoi e li farà valere al momento opportuno.
Il Comitato canta vittoria ed esalta il ruolo dei suoi esperti nel “contraddittorio”. Ed indubbiamente i comitati hanno avuto il merito di tenere calda la questione, di approfondire per proprio conto e di porre domande serie e solide, al di là dei toni da vandea e a tratti anche un po’ terroristici, di certi post sui social. I due tecnici sono apparsi preparati e puntuali. Ma sabato, se i comitati fossero stati assenti o fossero rimasti in silenzio, l’esito finale sarebbe stato il medesimo.
Noi avremmo scritto, ad esempio, le stesse identiche cose che abbiamo scritto sabato sera. Questo perché già quella sfilza di “osservazioni” e “prescrizioni” dei 16 enti preposti a rilasciare i pareri di merito, sia pure in fase istruttoria, da sola bastava e avanzava per capire che il progetto presentato da Acea evidenziava lacune, carenze e omissioni tali da indurre più di un minimo ragionevole dubbio. Quel minimo dubbio che il sindaco ha sempre detto che per poter dare l’ok non avrebbe dovuto esserci.
Nessuno dei 16 enti, Comune compreso, ha scritto “va bene così”, tutti hanno evidenziato dei limiti e chiesto integrazioni, aggiunte, nuove valutazioni, assicurazioni sui controlli e sui processi… Poi Acea ci ha messo – come abbiamo già scritto – parecchio del suo, dando alla platea l’impressione di non raccontarla giusta. Il problema evidenziato da uno dei tecnici dei Comitati, dei 4 camini mancanti sul rendering presentato, probabilmente alla fine è un aspetto marginale, non sarebbero quei camini, le ciminiere dell’Ilva, ma il solo fatto di averli occultati, getta una pessima luce sul proponente.
A nostro avviso può essere più preoccupante l’utilizzo copioso di acido nitrico, che andrebbe pure trasportato, come la “materia prima” e i due prodotti finali, aggiungendo camion a camion e qualche rischio in più connesso ad eventuali incidenti o malfunzionamenti. Con l’acido nitrico non si scherza… Anche su questo Acea ha detto poco o niente. Più niente che poco.
Il presidente Usa Clinton fu messo sotto impeachment per un atto sessuale con una stagista (blow job lo chiamano gli americani), ma non per l’atto in sé, quanto perché lo aveva negato. Cioè per aver detto una bugia al Congresso. A questo punto ciò che uscirebbe da quei 4 camini è quasi ininfluente. E’ il progetto fallace, quella bugia nei disegni, che insieme alle “osservazioni” sopra citate, e ad altre omissioni, che induce a pensare che sia meglio lasciar perdere.
Ovvio che la grandiosa mobilitazione attivata dai comitati, le assemblee e quei lenzuoli appesi alle finestre, un peso l’hanno avuto, come hanno avuto un peso le dichiarazioni di diversi sindaci e amministratori dei dintorni. Una cosa così non si vedeva da decenni. E la partecipazione, la cittadinanza attiva è sempre una bella cosa.
Ma nel merito specifico, se la nostra lettura della seduta di sabato non verrà smentita dai fatti, e cioè se il progetto verrà stoppato, come abbiamo adombrato, perché così ha lasciato intendere il sindaco, sarà per tutta quella sfilza di dubbi e rilievi contenuti nelle osservazioni degli enti preposti e per l’approssimazione di Acea, più che per altre ragioni. Sarà perché l’Inchiesta Pubblica si è rivelata, effettivamente, non solo importante, ma decisiva.
Il primo round Acea lo ha perso con i Comitati, ma ancor di più lo ha perso nei confronti dei vari enti, nessuno dei quali ci ha visto chiaro. Senza i rilievi degli enti, o con pareri favorevoli, Acea avrebbe potuto decidere anche di andare al muro contro muro coi comitati, fino in fondo. Così invece, per la multiutility romana la partita è più complicata.
Su queste colonne abbiamo sempre sostenuto che si dovesse aspettare il confronto tra i pro e i contro, in sede di Inchiesta Pubblica, per poter dare una valutazione compiuta e informata. E infatti a noi è bastata la seduta di sabato per dire che a questo punto l’unica cosa da fare è fermarsi. Perché il progetto non è chiaro e ha molti punti controversi, perché l’esposizione di Acea i dubbi non li ha fugati, non solo perché la gente è contro, a prescindere.
Siamo anche convinti che sia stata (e sia) più decisiva l’Inchiesta Pubblica fatta adesso, con tutti i pareri istruttori e i rilievi sul tappeto, che non una qualsiasi assemblea o serie di assemblee a priori.
L’Inchiesta pubblica infatti è un passaggio istituzionale, serio, rigoroso. Non un semplice confronto popolare. Non a caso il regolamento della Regione prevede compensi non proprio irrisori per il Presidente e per i due “commissari a latere”, quello per Acea e quello per i Comitati: 20 mila euro per il presidente e 10 mila a testa per i due commissari. Faranno un bel Natale.
I Comitati non si fidano più di tanto e continuano a tenere alta la guardia: venerdì 29 terranno una iniziativa pubblica ale 21,00 a Città della Pieve, con i due esperti che sono intervenuti sabato, l’ing Bazzocchi e l’ing. Marrocchi. Nella stessa giornata, alle 18 a Chiusi si riunirà il Consiglio Comunale, che era già convocato, ma discuterà due interrogazioni sul tema Acea, una di Possiamo e una della maggioranza Pd-Psi, che nell’occasione cambierà anche capogruppo con Simone Agostinelli (Pd) che sostituirà Gianluca Annulli (Psi). Sempre i comitati chiedono un pronunciamento ai Comuni che non hanno preso posizione o non l’hanno presa contro (Montepulciano, Sarteano Castiglione del Lago…).
Ribadiamo che, secondo noi, la questione si sta avviando verso l’archiviazione. E un nulla di fatto. Perché le condizioni e le premesse non sono tali da poter procedere. Ma potremmo anche sbagliarci. Sabato prossimo, 30 novembre Acea proverà a rispondere alle domande e ai rilievi e ad uscire dal pantano in cui si è cacciata da sola. Ci pare difficile che possa riuscirsi. Ma un tentativo lo farà.
Intanto, al di là di come andrà realmente a finire, e anche se finirà con uno stop all’impianto Acea, i problemi sul tappeto rimarranno tutti sul tappeto.
Rimarrà da capire ad esempio come, saltando il progetto dell’impianto per i fanghi, Acea intenderà procedere riguardo al Depuratore esistente. Se andrà avanti con il progetto di demolizione e ricostruzione con ammodernamento ed eliminazione della materia di matrice non organica/biologica oppure no… Può andare avanti così?
Rimarrà il problema della bonifica dell’area ex Centro Carni, che adesso però è di proprietà di Acea e non più del Comune. E anche di cosa potrà farci Acea, in quell’area, se non potrà realizzare il carbonizzatore… Tenere fermi e immobilizzati 2 milioni e 300 mila euro (tanto ha speso per il terreno) non è molto economico, neanche per una grande azienda come Acea.
Come Primapagina nel 2016 (campagna elettorale amministrativa di Chiusi) proponemmo di destinarla ad un grande parco energetico fotovoltaico, per dare energia e corrente elettrica alla zona industriale, riutilizzando un terreno dismesso e evitando ulteriore consumo di suolo agricolo per piazzare pannelli solari, per dire…
Perché non proporre ad Acea una cosa del genere, in alternativa all’impianto fanghi?
Poi rimarrà sul tappeto e sullo sfondo il problema del tipo di sviluppo e delle vocazioni del territorio, tema sollevato sabato scorso anche da Davide Croff, ex presidente di BNL, il quale ha fatto riferimento – come fanno anche i comitati – alla bellezza, al paesaggio, al turismo, all’agricoltura. Il tema è serio ed è alla base di ogni ragionamento. Ma le zone industriali (quella di Chiusi Le Biffe non è solo industriale, ma anche commerciale e direzionale) non si possono cancellare, le imprese, i capannoni, gli impianti servono. E le imprese sono quasi tutte”insalubri”. La stessa economia circolare, quando si parla di rifiuti e riutilizzo degli stessi, non si può fare senza costruire impianti.
Il problema dei fanghi prodotti dai depuratori, anche i nostri depuratori, resterebbe anche quello irrisolto. Ma andrà affrontato e alla svelta. L’ipotesi prospettata da Acea con la tecnologia Ingelia, non sarebbe forse la soluzione migliore, questo si è capito, ma in qualche modo e da qualche parte quei fanghi andranno trattati e smaltiti perché nei campi non si possono più spargere e inviarli in discarica o agli inceneritori non è il massimo…
I Comuni che si sono detti – per le loro ragioni – contrari all’impianto Acea a Chiusi, dove mandano attualmente i fanghi dei loro depuratori? Magari una soluzione ce l’hanno già… Ce la facciano sapere.
m.l.
” Ma sabato, se i comitati fossero stati assenti o fossero rimasti in silenzio, l’esito finale sarebbe stato il medesimo.”
I direi che è meglio lasciar stare. Le richieste dei diversi settori ed enti erano conosciuti da mesi. Com’è che si scoprono solo ora? Quella documentazione è stata discussa anche se non su Primapagina. Il sindaco invece di negare perché non li ha a suo tempo considerati?
Soluzioni alternative ce ne sono e sono già da tempo disponibili (riconversione del bacino Ruhr, ad es.). E’ chiaro che gli “impianti” sono necessari, ma si possono costruire in molti modi diversi: ad es., la disastrosa cementificazione di Po’ Bandino o di Corciano non poteva essere programmata e progettata diversamente? Una maggiore attenzione al “paesaggio” che offre la zona delle Biffe vista dalla Pieve è un altro esempio. Spesso, per non dire sempre, la tutela è anche attenzione alla qualità della vita.
x Enzo Sorbera. Lo dico da più di mezzo secolo. Vox clamans in deserto. Qui però la domanda è ancora èiù semplice. Se come sostiene l’articolo dell’azione dei comitati non c’è bisogno perché le osservazioni al progetto sono risolutive perché non lo si è visto otto mesi fa quando quelle osservazioni sono state pubblicate e prontamente segnalate? http://www.chiusiblog.it/?p=35418
Leggendo questo articolo un marziano che arriva oggi sulla terra capisce che il comitato e isui tecnici sono perfettamente inutili, che le osservazioni degli enti sono uscite sabato e che il sindaco aveva tutto sotto controllo e che può non far approvare il progetto. Follia non mi sembra un termine abbastanza forte per definire questa interpretazione a dir poco fantasiosa. Che il sindaco urlasse in televisione, fino a pochi giorni fa, le stesse cose che affermava Acea non viene detto, che ogni due minuti dava dei bugiardi ad opposizioni e comitato non viene detto…per favore un minimo di dignità e coerenza.
L’articolo non dice che l’azione dei comitati non sia risolutiva, dice che nella seduta dell’Inchiesta Pubblica di Sabato scorso, sono state sufficienti le osservazioni dei 16 enti preposti a far capire che il progetto presenta dei “buchi” e aspetti controversi, quindi così non può essere approvato. Così come è stata sufficiente l’esposizione lacunosa di Acea. Il fatto che quelle osservazioni siano state rese note, in pubblico, nell’Inchiesta, di fronte allo stesso proponente, è più dirompente che averle pubblicate o rese note una ad una man mano che pervenivano… Credo che se il Comune confermerà il “non luogo a procedere” come il sindaco ha fatto capire e come ha confermato anche in dichiarazioni successive (vedi Corriere della Sera) sarà più per il “conforto” di quelle osservazioni, che per l’azione dei comitati. Secondo me, come ho scritto, sia il Comune, che Acea, se i pareri fossero stati positivi potevano anche andare al muro contro muro coi comitati. Così no. Le parole sono importanti… non è che uno ci può leggere quello che gli pare.
Non credo che l’azione dei comitati avrebbe avuto un impatto tale da stoppare l’azione amministrativa se tale azione fosse stata confortata da pareri favorevoli. Diciamo che il merito dei comitati è stato quello di aver alzato il livello di consapevolezza su un problema che potrebbe avere effetti non controllabili. E’ cmq evidente che da parte di qualcuno si è giocato a rimpiattino (penso alle ciminiere fantasma) e che il comitato ha avuto un innegabile merito di controllo e di richiamo d’attenzione. Oggi abbiamo un possibile esito negativo circa un impianto insalubre ed è un dato confortante. Si apre però lo scenario di una proposta alternativa a quella avanzata e forse scartata. Qui si parrà la nobilitate: il Comitato, su questo, spero che abbia la forza di misurarsi con una proposta di forza equivalente e realmente alternativa. Se è un problema che dovrà essere affrontato quando effettivamente si sarà scritta la parola fine sulla vicenda valorizzatore/carbonizzatore, prepararsi fin da ora non sarebbe male.
Se l’amministrazione avesse letto e studiato quello che si sapeva il 12 aprile non ci sarebbe stato bisogno di tutti questi mesi per arrivare a una decisione. Quando su chiusiblog è stato chiesto di fare questo perché doveroso, nessuno ha risposto. Da un po’ di tempo lo sport preferito da taluni è l’arrampicata sugli specchi. Per fortuna ormai sono sempre di più quelli che non si appassionano allo spettacolo.
x Enzo Sorbera. Un’alternativa? A cosa?
Può darsi che il Comune abbia voluto attendere il “suggello” dell’inchiesta Pubblica.Ovvero del confronto faccia a faccia e davanti alla gente per verificare se il progetto era affettivamente fallace. Del resto aveva sempre dichiarato di avere fiducia in questo passaggio. Si è coperto insomma la via di fuga. Alla fine, come nello sport quello che conta è il risultato. Quanto al resto ovvio che restano aperti dei problemi, tutti irrisolti (in questo articolo ne indichiamo alcuni) sia quelli collegati al progetto carbonizzatore che altri. E quindi è altrettanto ovvio che bisognerebbe indicare anche delle soluzioni alternative per i fanghi, per l’utilizzo di quel’area, per il modello di sviluppo ecc. Come scritto nell’articolo noi ne avevamo indicata una nel 2016, ma oggi lo scenario è diverso: l’interlocutore non sarebbe più il comune ma Acea, e a differenza di allora non ci sono più i contributi pubblici al fotovoltaico, che lo rendevano appetibile… Però, concordo con Enzo Sorbera, anche i Comitati potrebbero forbire dei suggerimenti. Acquisterebbero forza…
Possibile che si voglia continuare in questa assurda difesa? L’annuncio della Inchiesta Pubblica è in una comunicazione del governatore Rossi del 10 luglio scorso. Sai quante volte se ne poteva discutere prima del 10 luglio. Ora si chiede un’alternativa. Molto semplice: il rispetto del Piano Urbanistico con una variante così come proposta dal Comitato ARIA (non sono ammessi nuove in salubri di prima classe). Come si può dare credibilità a una società “nascondi camini”? Intanto si ritiri e poi si vedrà. I tempi si allungano e non c’è fretta. Vediamo se il dubbio che abbiano presentato un progetto per il quale era evidente (come afferma l’articolo) la non ammissibilità per poi riscuotere il premio di consolazione. Se qualcuno pensa di essere arrivato nella terra degli sprovveduti si è sbagliato di grosso.
La politica non è affatto come lo sport dove conta il risultato, la politica è fatta da persone che devono essere credibili, in tutti i campi chi sbaglia paga per gli errori fatti, non ci sono persone buone per tutte le stagioni, la politica non può essere una zona franca dove chi sbaglia può precipitosamente tornare indietro e cancellare tutto con un colpo di spugna. Sindaco e maggioranza urlavano con violenza fino a qualche giorno fa sostenendo le parole di acea e dando dei bugiardi a opposizioni e comitato, queste persone non sono più credibili e pensare che debbano gestire un eventuale fase successiva è una follia.
Non lo dico io, lo dicono migliaia di cittadini che aspettavano una risposta a 2250 firme, che aspettavano un’informazione seria da parte di chi amministra, che aspettavano che chi amministra invece che perdere tempo a scrivere post sui social avesse studiato le carte e non parlasse a caso.