PROGETTO ACEA, PER I COMITATI LA BATTAGLIA CONTINUA… SE ANCHE ARRIVA LO STOP, MOLTI PROBLEMI RIMARRANNO SUL TAPPETO

lunedì 25th, novembre 2019 / 18:02
PROGETTO ACEA, PER I COMITATI LA BATTAGLIA CONTINUA…  SE ANCHE ARRIVA LO STOP, MOLTI PROBLEMI RIMARRANNO SUL TAPPETO
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – La seduta di sabato scorso dell’Inchiesta Pubblica regionale sul progetto Acea ci ha praticamente messo una pietra sopra.  O quasi.

Il sindaco, intervenuto nel finale, ha lasciato intendere che la storia può finire qui. Che non ci sono le condizioni affinché il progetto possa andare avanti e che la Variante al Prg necessaria, anzi indispensabile, per poter procedere, con tutta probabilità il Consiglio Comunale di Chiusi non l’approverà. Naturalmente per Bettollini & C. non sarà facile gestire l’exit strategy, ma se così andrà, l’amministrazione potrà dimostrare che qualche uscita di sicurezza se l’era lasciata aperta e che le dichiarazioni sul valore dell’Inchiesta Pubblica non erano campate in aria o solo fumo negli occhi. I giudizi politici sono altra cosa e ognuno si terrà i suoi e li farà valere al momento opportuno.

Il Comitato canta vittoria ed esalta il ruolo dei suoi esperti nel “contraddittorio”. Ed indubbiamente i comitati hanno avuto il merito di tenere calda la questione, di approfondire per proprio conto e di porre domande serie e solide, al di là dei toni da vandea e a tratti anche un po’ terroristici, di certi post sui social. I due tecnici sono apparsi preparati e puntuali. Ma sabato, se i comitati fossero stati assenti o fossero rimasti in silenzio, l’esito finale sarebbe stato il medesimo.

Noi avremmo scritto, ad esempio, le stesse identiche cose che abbiamo scritto sabato sera. Questo perché già quella sfilza di “osservazioni” e “prescrizioni” dei 16 enti preposti a rilasciare i pareri di merito, sia pure in fase istruttoria, da sola bastava e avanzava per capire che il progetto presentato da Acea evidenziava lacune, carenze e omissioni tali da indurre più di un minimo ragionevole dubbio. Quel minimo dubbio che il sindaco ha sempre detto che per poter dare l’ok non avrebbe dovuto esserci.

Nessuno dei 16 enti, Comune compreso, ha scritto “va bene così”, tutti hanno evidenziato dei limiti e chiesto integrazioni, aggiunte, nuove valutazioni, assicurazioni sui controlli e sui processi… Poi Acea ci ha messo – come abbiamo già scritto – parecchio del suo, dando alla platea l’impressione di non raccontarla giusta. Il problema evidenziato da uno dei tecnici dei Comitati, dei 4 camini mancanti sul rendering presentato, probabilmente alla fine è un aspetto marginale, non sarebbero quei camini, le ciminiere dell’Ilva, ma il solo fatto di averli occultati, getta una pessima luce sul proponente.

A nostro avviso può essere più preoccupante l’utilizzo copioso di acido nitrico, che andrebbe pure trasportato, come la “materia prima” e i due prodotti finali, aggiungendo camion a camion e qualche rischio in più connesso ad eventuali incidenti o malfunzionamenti. Con l’acido nitrico non si scherza… Anche su questo Acea ha detto poco o niente. Più niente che poco.

Il presidente Usa Clinton fu messo sotto impeachment per un atto sessuale con una stagista (blow job lo chiamano gli americani), ma non per l’atto in sé, quanto perché lo aveva negato. Cioè per aver detto una bugia al Congresso. A questo punto ciò che uscirebbe da quei 4 camini è quasi ininfluente. E’ il progetto fallace, quella bugia nei disegni, che insieme alle “osservazioni” sopra citate, e ad altre omissioni, che induce a pensare che sia meglio lasciar perdere. 

Ovvio che la grandiosa mobilitazione attivata dai comitati, le assemblee e quei lenzuoli appesi alle finestre, un peso l’hanno avuto, come hanno avuto un peso le dichiarazioni di diversi sindaci e amministratori dei dintorni. Una cosa così non si vedeva da decenni. E la partecipazione, la cittadinanza attiva è sempre una bella cosa.

Ma nel merito specifico, se la nostra lettura della seduta di sabato non verrà smentita dai fatti, e cioè se il progetto verrà stoppato, come abbiamo adombrato, perché così ha lasciato intendere il sindaco, sarà per tutta quella sfilza di dubbi e rilievi contenuti nelle osservazioni degli enti preposti e per l’approssimazione di Acea, più che per altre ragioni. Sarà perché l’Inchiesta Pubblica si è rivelata, effettivamente, non solo importante, ma decisiva.

Il primo round Acea lo ha perso con i Comitati, ma ancor di più lo ha perso nei confronti dei vari enti, nessuno dei quali ci ha visto chiaro. Senza i rilievi degli enti, o con pareri favorevoli, Acea avrebbe potuto decidere anche di andare al muro contro muro coi comitati, fino in fondo. Così invece, per la multiutility romana la partita è più complicata.

Su queste colonne abbiamo sempre sostenuto che si dovesse aspettare il confronto tra i pro e i contro, in sede di Inchiesta Pubblica, per poter dare una valutazione compiuta e informata. E infatti a noi è bastata la seduta di sabato per dire che a questo punto l’unica cosa da fare è fermarsi. Perché il progetto non è chiaro e ha molti punti controversi, perché l’esposizione di Acea i dubbi non li ha fugati, non solo perché la gente è contro, a prescindere.

Siamo anche convinti che sia stata (e sia) più decisiva l’Inchiesta Pubblica fatta adesso, con tutti i pareri istruttori e i rilievi sul tappeto, che non una qualsiasi assemblea o serie di assemblee a priori.

L’Inchiesta pubblica infatti è un passaggio istituzionale, serio, rigoroso. Non un semplice confronto popolare. Non a caso il regolamento della Regione prevede compensi non proprio irrisori per il Presidente e per i due “commissari a latere”, quello per Acea e quello per i Comitati: 20 mila euro per il presidente e 10 mila a testa per i due commissari. Faranno un bel Natale.

I Comitati non si fidano più di tanto e continuano a tenere alta la guardia: venerdì 29 terranno una iniziativa pubblica ale 21,00 a Città della Pieve, con i due esperti che sono intervenuti sabato, l’ing Bazzocchi e l’ing. Marrocchi. Nella stessa giornata, alle 18 a Chiusi si riunirà il Consiglio Comunale, che era già convocato, ma discuterà due interrogazioni sul tema Acea, una di Possiamo e una della maggioranza Pd-Psi, che nell’occasione cambierà anche capogruppo con Simone Agostinelli (Pd) che sostituirà Gianluca Annulli (Psi). Sempre i  comitati chiedono un pronunciamento ai Comuni che non hanno preso posizione o non l’hanno presa contro (Montepulciano, Sarteano Castiglione del Lago…).

Ribadiamo che, secondo noi, la questione si sta avviando verso l’archiviazione. E un nulla di fatto. Perché le condizioni e le premesse non sono tali da poter procedere. Ma potremmo anche sbagliarci. Sabato prossimo, 30 novembre Acea proverà a rispondere alle domande e ai rilievi e ad uscire dal pantano in cui si è cacciata da sola. Ci pare difficile che possa riuscirsi. Ma un tentativo lo farà.

Intanto, al di là di come andrà realmente a finire, e anche se finirà con uno stop all’impianto Acea, i problemi sul tappeto rimarranno tutti sul tappeto.

Rimarrà da capire ad esempio come, saltando il progetto dell’impianto per i fanghi, Acea intenderà procedere riguardo al Depuratore esistente. Se andrà avanti con il progetto di demolizione e ricostruzione con ammodernamento ed eliminazione della materia di matrice non organica/biologica oppure no… Può andare avanti così?

Rimarrà il problema della bonifica dell’area ex Centro Carni, che adesso però è di proprietà di Acea e non più del Comune. E anche di cosa potrà farci Acea, in quell’area, se non potrà realizzare il carbonizzatore… Tenere fermi e immobilizzati 2 milioni e 300 mila euro (tanto ha speso per il terreno) non è molto economico, neanche per una grande azienda come Acea.

Come Primapagina nel 2016 (campagna elettorale amministrativa di Chiusi) proponemmo di destinarla ad un grande parco energetico fotovoltaico, per dare energia e corrente elettrica alla zona industriale, riutilizzando un terreno dismesso e evitando ulteriore consumo di suolo agricolo per piazzare pannelli solari, per dire…

Perché non proporre ad Acea una cosa del genere, in alternativa all’impianto fanghi? 

Poi rimarrà sul tappeto e sullo sfondo il problema del tipo di sviluppo e delle vocazioni del territorio, tema sollevato sabato scorso anche da Davide Croff, ex presidente di BNL, il quale ha fatto riferimento – come fanno anche i comitati – alla bellezza, al paesaggio, al turismo, all’agricoltura.  Il tema è serio ed è alla base di ogni ragionamento. Ma le zone industriali (quella di Chiusi Le Biffe non è solo industriale, ma anche commerciale e direzionale) non si possono cancellare, le imprese, i capannoni, gli impianti servono. E le imprese sono quasi tutte”insalubri”. La stessa economia circolare, quando si parla di rifiuti e riutilizzo degli stessi, non si può fare senza costruire impianti.

Il problema dei fanghi prodotti dai depuratori, anche i nostri depuratori, resterebbe anche quello irrisolto. Ma andrà affrontato e alla svelta. L’ipotesi prospettata da Acea con la tecnologia Ingelia, non sarebbe forse la soluzione migliore, questo si è capito, ma in qualche modo e da qualche parte quei fanghi andranno trattati e smaltiti perché nei campi non si possono più spargere e inviarli in discarica o agli inceneritori non è il massimo…

I Comuni che si sono detti – per le loro ragioni  – contrari all’impianto Acea a Chiusi, dove mandano attualmente i fanghi dei loro depuratori? Magari una soluzione ce l’hanno già… Ce la facciano sapere.

m.l.

 

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube