SALVINI ALLA CONQUISTA DELL’UMBRIA: IL BAGNO DI FOLLA AL TRASIMENO. MA QUALCUNO GLI CANTA IN FACCIA BELLA CIAO

SALVINI ALLA CONQUISTA DELL’UMBRIA: IL BAGNO DI FOLLA AL TRASIMENO. MA QUALCUNO GLI CANTA IN FACCIA BELLA CIAO
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CITTA’ DELLA PIEVE – Due giorni fa e ieri mattina il “capitano” ha fatto il suo tour nel Trasimeno. Ha cominciato a Città della Pieve, prima a Palazzo Corgna, poi alla sala Sant’Agostino, gremita come nelle grandi occasioni. Molta gente plaudente, arrivata anche dai dintorni. E ad aspettarlo e a fare gli onori di casa il sindaco Risini, l’assessore Castelletti. Insieme al sindaco di Montegabbione Roncella, tutti espressione di liste civiche, insieme al senatore Briziarelli e ad altri esponenti umbri della Lega.

Ora, se Salvini fosse ancora ministro, si potrebbe anche comprendere una certa “cortesia istituzionale”. Ma Salvini non è più ministro, è solo il capo politico di un partito, che nell’occasione non stava facendo una visita istituzionale, ma un tour di campagna elettorale in vista delle regionali umbre. Viene dunque da porsi una domanda: ma se al posto di Salvini, fosse arrivata Giorgia Meloni, o Zingaretti, o Marco Rizzo, anche loro leader di partito, sarebbero corsi tutti ugualmente? E si sarebbero fatti fotografare in prima fila o in capannello come hanno fatto con Salvini, che è il leader della Lega e basta, niente altro? 

Questo ovviamente connota ancora una volta la coalizione di Risini a Città della Pieve e quella di Roncella a Montegabbione come aggregazioni civiche, ma vicine alla Lega, che del resto dichiarò per prima il proprio appoggio. Ciò non è uno scandalo, per  liste che si sono presentate in alternativa al Pd e soci, ma ne annacqua indubitabilmente il carattere civico. Risini, Casteletti e Roncella forse avrebbero fatto bene a stare un po’ più defilati, ora, su questo fronte prestano il fianco a chi li dipinge come amministratori in quota Lega.

Ovviamente in piazza c’era, come sempre avviene oramai, anche chi ha aspettato Salvini per cantargli in faccia Bella Ciao. Pochi, ma agguerriti militanti dell’ANPI, che poi Salvini ha sbeffeggiato sui social… Va invece sottolineata e apprezzata la tenacia di chi canta il proprio disappunto verso una politica da osteria (o da Papete) ma anche inumana e un piuttosto “greve” anche le lessico.

E c’era uno schieramento di polizia che Città della Pieve sembrava il G8. Alla fine tra poliziotti e carabinieri e pubblico plaudente era quasi pari e patta.  Forse una “mobilitazione” un po’ eccessiva, sempre per la storia che Salvini non è più ministro, ma solo leader di partito. Se per ogni parlamentare che si muove parte uno spiegamento di forze del genere, si fa presto a prosciugare le case del Ministero degli Interni e di quello della Difesa.

Dopo Città della Pieve, il Capitano è andato a Tavernelle, poi a cena da Faliero. Il posto più “popular” che ci sia intorno al lago. E la mattina dopo a Passignano, San Feliciano e Castiglione del Lago. Tutte località “rivierasche”, cosicché sui social si è scatenata anche l’ironia: “Chiudete i porti!”, “Ora fermate gli sbarchi clandestini alla Polvese!” “occhio ai battelli delle Ong, ma anche a quelli che sbarcano con mezzi propri!” “Gli immigrati pescano il nostro pesce!” e via così…

Certo, il bagno di folla c’è stato. Salvini ha sparato a pallettoni sui 5 Stelle e sul Pd per il nuovo governo,  li ha definiti “politici Vinavil” perché attaccati alla poltrona come con la colla, ha attaccato la riproposizione dell’inciucio nazionale alle regionali umbre. Il vento fascioleghista che soffiava fortissimo qualche mese fa, quando il leader della Lega era anche ministro plenipotenziario e stava in Tv h24 a reti unificate, adesso è un po’ meno forte, va a folate. L’uragano è stato declassato, perché il fronte si è diviso, una parte del vortice si è staccato dall’altra e si è affievolito appoggiandosi sui contrafforti che sembrava dovesse spazzare via…  Ma lui, il Capitano non molla. Fa il capopopolo. Chiama alle “barricate” (ha usato anche questo termine, a Città della Pieve, dove qualcuno, sempre su Facebook, ha replicato “Noi le Barricate ce le abbiamo già!”, alludendo ad un quartiere popolare appena fuori delle mura…).

In Umbria può vincere la partita, perché i due fronti principali (lo schieramento che sosterrà la sua candidata Donatella Tesei e quello che invece sosterrà Vincenzo Bianconi) sono più o meno appaiati nei sondaggi, ma a destra c’è l’incognita Ricci che potrebbe portare via voti preziosi, mentre sul fronte avverso, Bianconi ha appena perso per strada la federazione civica Umbria dei Territori e parte della sinistra radicale corre per conto proprio (PC e Potere al Popolo). Le “variabili” insomma potrebbero essere decisive,anche per poche manciate di voti, sulla vittoria finale. L’Umbria è sempre stata il “cuore verde d’Italia”, Salvini  vorrebbe e spera che il verde sia quello delle camicie della Lega. Ma c’è una parte di Umbria (e non solo) che non ci sta a farsi travolgere dal vento leghista nella terra di san Francesco che non era uno che chiudeva i porti…

m.l.

 

 

 

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