MONTEPULCIANO, IL “SOGNO” DI PASQUINI: SHAKESPEARE TRA I FIGLI DEI FIORI

giovedì 25th, luglio 2019 / 12:00
MONTEPULCIANO,  IL “SOGNO” DI PASQUINI: SHAKESPEARE TRA I FIGLI DEI FIORI
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MONTEPULCIANO – Quale spettacolo teatrale può essere più appropriato il 24 luglio, in una delle piazze più belle d’Italia, scrigno di architetture rinascimentali? Se facessimo un sondaggio probabilmente uscirebbe fuori “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare. Un classico, appena successivo agli anni d’oro del Rinascimento Italiano. Ed è inglese. Ma cambia poco.

Cambia invece e non poco l’ambientazione del “Sogno” portato in scena, appunto ieri, 24 luglio in Piazza Grande a Montepulciano dal regista poliziano Carlo Pasquini.

Sì perché Pasquini coadiuvato alla regia da Marta Parri ha avuto l’idea (brillante) di trasporre il mondo antico della commedia nell’era moderna e in particolare negli anni “psichedelici” e fantastici dei “figli dei fiori”. Come i giovani protagonisti della commedia gli hippy cercarono di liberarsi dalle restrizioni della società, scegliendo la propria strada e trovando un nuovo senso della vita. Mentre il mondo magico di elfi e fate si adatta perfettamente a quel mondo magico e psichedelico che i figli dei fiori cercarono in tutti i modi di ricreare con la forza dell’amore e con il culto della natura.  Peace & Love, “fate l’amore non la guerra”. Ma Pasquini e Parri sono andati anche oltre proponendo in forma integrale, cosa alquanto rara, le musiche che Felix Mendelssohn compose su commissione del Re di Prussia nel 1843 proprio per accompagnare il Sogno Shakespeariano…

L’opera di Pasquini, inserita nel cartellone del 44° Cantiere Internazionale d’Arte, ha visto sul palco una compagnia di 12 giovani attori,con le coreografie di Cristina Peruzzi; la Corale Poliziana, la Royal Northern College of Manchester diretta da Roland Boer, i cantanti Noemi Umani (soprano) e Zhu Aoxue (mezzo soprano). Insomma un’opera corale nel senso vero del termine. Una grande performance con più forme ed espressioni artistiche al proprio interno. E con un pizzico di irriverenza e “sperimentazione” che da 45 anni è la cifra del “Cantiere” di Montepulciano. E anche di Carlo Pasquini.

 

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