ARBITRO AGGREDITO, GIUDICE SPORTIVO DURISSIMO: BARALDO (PIAZZE) SQUALIFICATO FINO AL GENNAIO 2021
PIAZZE- Pugno di ferro del Giudice Sportivo nei confronti del giocatore che domenica scorsa, durante la partita Atletico Piazze-Asd Montallese, si rese protagonista di un brutto episodio ai danni dell’arbitro. Alessandro Baraldo, difensore dell’Atletico Piazze, è stato infatti squalificato fino al 15 gennaio 2021. Ventisei mesi.
“In seguito all’ammonizione ricevuta si dirigeva verso il Direttore di Gara con atteggiamento minaccioso sino a sfiorargli la fronte e lo offendeva. Alla notifica dell’espulsione afferrava l’arbitro al collo, stringendolo per alcuni secondi, provocando gli momentaneo dolore. A causa della pressione esercitata il D.G. cadeva a terra rimanendo confuso e stordito per alcuni secondi. Sanzione aggravata in quanto capitano“. Così si legge nel Bollettino ufficiale che segnala le sanzioni dopo ogni giornata di campionato.
Completamente confermata dal Bollettino dell’organo della giustizia sportiva, la versione del fatto riportata da Primapagina. Per il giocatore che ha perso la testa per la doppia ammonizione e l’espulsione, un lunghissimo stop che potrebbe anche significare fine della carriera calcistica. Baraldo non ha ancora 30 anni, ma due anni di squalifica non sono bruscolini.
Brutta tegola anche per la squadra dell’Atletico Piazze che perderà il proprio capitano e uno dei punti di forza per due campionati e mezzo: quello in corso, tutto il prossimo e metà di quello successivo. E già da domenica prossima avrà il problema di sostituirlo.
Un altro giocatore di altro campionato “per aver offeso l’arbitro” è stato squalificato per 3 giornate. Nel caso di Baraldo il Giudice Sportivo ha punito severamente l’atto violento, le mani addosso al Direttore di gara.
Adesso il giocatore rischia anche una denuncia penale.
Lo abbiamo già scritto nell’articolo precedente su questo episodio: “Gli arbitri a volte eccedono con il protagonismo, commettono errori grossolani, dirigono le partite a senso unico, in certi casi si mostrano moto fiscali, ma non per questo possono essere aggrediti in campo o fuori. Sanno benissimo anche loro di non essere la figura più amata del calcio, sanno bene che il più delle volte sono considerati i colpevoli delle sconfitte o dei “venduti”… ma questo fa parte del gioco. E’ così da quando un pallone ha cominciato a rotolare, preso a calci, su un campo rettangolare con due porte. Ma niente autorizza o giustifica la violenza. Neanche quella verbale, figuriamoci quella fisica!”
In questo caso c’è stata violenza fisica e nell’atto violento anche un implicito disconoscimento di quella che è l’autorità in campo. Un disconoscimento delle regole e dei ruoli. Spetta alla società se mai contestare nelle sedi e ne modi dovuti la condotta arbitrale, non ai giocatori. Che non possono farsi giustizia da soli come nel Far West. Una partita di calcio può anche essere una vera e propria battaglia. Ma non può diventare una sfida all’Ok Corral.