MONTEPULCIANO, IL VINO DEL SINDACO

venerdì 26th, ottobre 2018 / 11:15
MONTEPULCIANO, IL VINO DEL SINDACO
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MONTEPULCIANO – Nella sinistra italiana più di una figura di spicco si è avvicinata al vino. Non nel senso della bottiglia, per mandare giù le sconfitte e le delusioni. Al vino come produzione. E come produzione di eccellenza che fa fare anche dei bei soldi. Al Salone del gusto di Torino i fotografi beccarono l’ex sindaco di Orvieto Stefano Cimicchi che parlava della sua produzione con Carlo Petrini e Beppe Grillo. E’ noto che Massimo D’Alema abbia una tenuta in Umbria tra Narni e Otricoli dove produce vini di gran nome firmati tra l’altro dal re degli enologi Riccardo Cotarella. D’Alema ha impiantato dei vitigni francesi nel cuore verde d’Italia, tirandone fuori, con Cotarella, ottimi risultati. E pure un certo prestigio al di là e al di fuori della politica.

Ma quello che “d’ogni vino è il re” si produce altrove. Per la precisione a Montepulciano, terra del Vino Nobile una delle primissime DOCG d’Italia. E nella terra del Nobile, tra i tanti produttori, molti dei quali affiliati all’apposito Consorzio del Vino Nobile, ce n’è uno che è noto, in loco, anche per altri incarichi. Si chiama Andrea Rossi ed è il sindaco della città del Poliziano.

Certo, a Montepulciano, fare vino è quasi un obbligo per chiunque abbia un fazzoletto di terra, una questione di principio, di identità, di storia e tradizione. Ma Andrea Rossi, il sindaco non è un produttore qualsiasi, è uno dei massimi produttori. Oltre all’azienda agricola di famiglia e ad un lussuoso resort, che gestisce da anni in società con altri, nel 2017 Rossi ha acquisito anche una delle denominazioni top della Toscana e d’Italia: la tenuta Tor Calvano Gracciano, della famiglia Folonari (che manterrà la proprietà del marchio). Non una proprietà immensa, ma di grande pregio: 20 ettari di cui 12 a Vino Nobile, il resto a Rosso di Montepulciano, Chianti e Igt.

L’operazione Andrea Rossi l’ha fatta in cordata con altri soci: Omar Pellegrini, Giuseppe Prencipe e Alessandro Maiocchi.  Alla rivista Wine News lo stesso sindaco poliziano dichiarava: “Abbiamo voluto lanciarci in questa nuova avventura, nel segno del lavoro sulla qualità e sull’eccellenza, come il prestigio del territorio e della denominazione del Vino Nobile di Montepulciano, del resto, impongono. Ci piaceva l’idea di investire nel territorio e nella sua eccellenza, ed è capitata questa opportunità che, dopo una lunga trattativa, siamo riusciti a cogliere. Quella del 2017 è stata per noi la prima vendemmia – spiega Rossi – e abbiamo deciso di recuperare il marchio storico Fattoria Svetoni (in passato l’azienda è appartenuta alla famiglia poliziana Mazzucchelli Svetoni, ndr), anche per evidenziare ulteriormente il legame con il territorio e la sua storia. In questa tenuta si produceva vino già dal 1865”. 

Anche dal punto di vista economico una operazione consistente. Le cifre dell’affare, naturalmente non sono note. Ma le stime di Wine News parlano di 140-160.000 euro per un ettaro iscritto a Nobile di Montepulciano. Un po’ meno per gli altri. Siamo comunque sopra ai 2 milioni e mezzo di euro, complessivamente.

Andrea Rossi che da sindaco ha visto decollare Montepulciano come meta turistica, soprattutto grazie al vino e alla promozione fatta anche attraverso associazioni come “Le Strade del Vino Nobile” nelle quali si è impegnato molto, anche personalmente, vedrà scadere il suo mandato di  primo cittadino nella primavera 2019. Ma a novembre ci sarà il referendum per la fusione dei Comuni con Torrita di Siena.

Se la fusione dovesse concretizzarsi c’è chi dice che l’area vocata a vino Nobile potrebbe allargarsi al territorio torritese, facendo lievitare il valore dei terreni. La cosa è molto difficile in realtà, per questioni di Disciplinare e di quote, ma non impossibile… Il presidente del Consorzio del Nobile Piero Di Betto, ex sindaco, predecessore di Rossi ha recentemente dichiarato che l’area della DOCG rimarrà quella che è. Le spinte però potrebbero essere forti…

Rossi, in forza della fusione potrebbe anche ricandidarsi come sindaco del comune unico, il suo partito spinge perché lo faccia, ma lui sembra al momento più indirizzato a dedicarsi alle sue attività imprenditoriali. Anche perché, in caso di fusione il nuovo comune voterà con il doppio turno e al ballottaggio non è detto che il Pd vincerebbe ancora. Anzi più probabile il contrario. A nessuno piace perdere, figuriamoci ad un abituato a vincere.

Ma al di là di come andrà la vicenda della fusione e poi quella elettorale, quando – tra qualche anno – qualcuno si troverà davanti una bottiglia con l’etichetta “Fattoria Svetoni” penserà comunque che quel vino è il vino del sindaco.

m.l.

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