I 70 ANNI DI TEX WILLER, UN EROE SPICCIATIVO MA ANTIRAZZISTA E NEMICO DEI POTENTI

venerdì 28th, settembre 2018 / 20:09
I 70 ANNI DI TEX WILLER, UN EROE SPICCIATIVO MA ANTIRAZZISTA E NEMICO DEI POTENTI
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Era il 30 settembre 1948 quando nelle edicole italiane uscì il primo albo a striscia di Tex, il personaggio creato da Gianluigi Bonelli e realizzato graficamente da Aurelio Galleppini destinato a diventare il più amato eroe del fumetto italiano e uno dei più longevi del fumetto mondiale. Sono passati 70 anni. E il ranger è certamente un po’ invecchiato. Ma come canta Guccini nella sua Locomotiva, “gli eroi son sempre giovani e belli”. E Tex è un eroe senza tempo. All’inizio, nel ’48 Galleppini lo disegnò facendolo somigliare a Gary Cooper, il divo dei western del cinema. Una moda, questa, che è continuata negli anni, tanto che Berardi e Milazzo gli autori di Ken Parker, altro eroe del west con venature socialisteggianti, lo fecero a immagine e somiglianza di Robert Redford nei panni del trapper Jeremiah Johnson nel film Corvo Rosso non avrai il mio scalpo di Sidney Pollack. Tex con il tempo ha cambiato sembianze è diventato via via più somigliante a Clint Eastwood o a George Clooney… Ma è rimasto il ranger sempre pronto a intervenire per ristabilire la legalità e la giustizia, per affermare i diritti delle comunità locali contro lo strapotere delle compagnie minerarie, o dei magnati delle ferrovie, di banchieri e latifondisti senza scrupoli.

In questo senso, se Ken Parker legge il Capitale di Marx e ogni tanto lo cita o tende ad applicarlo, Tex è meno “teorico”, ha modi spicci, un po’ come Salvini, non disdegna menare le mani e metter mano alla pistola, se necessario, ma è ancora più “radicale” di Ken Parker. E contro i prepotenti, gli sfruttatori, i mercanti (di armi, di schiavi, di whisky…), contro i politicanti di Washington non usa mezze misure. E’ sempre contro mano. Come i comunisti. Come i No Tav. E’ un uomo di legge, ma poco incline ad assecondare le logiche del potere. E’ un bianco. Amico delle “giacche blu” e delle Giubbe Rosse, ma non è nemico degli indiani. Anzi li difende. E’ addirittura il capo di una tribù, o di una “nazione”, quella dei Navajos. Si fa chiamare “Aquila della Notte”. Tra i suoi fedelissimi pards insieme a Kit Carson c’è anche il navajo Tiger Jack, suo “fratello di sangue”, tipo taciturno, e anche lui di pochi complimenti, abilissimo nel seguire tracce e ad usare tutte le armi, più o meno convenzionali, dal Winchester, alla pistola, al coltello, all’arco.

Tex è un eroe diverso da quelli dei film con John Wayne e Gary Cooper degli anni ’40, ’50 e ’60. Non è un “alfiere del progresso”, sterminatore di pellerossa brutti, sporchi e selvaggi. E’ fieramente antirazzista, e in qualche modo Tex Willer è stato un precursore degli eroi “buonisti” e più politicamente corretti raccontati da certi film dagli anni ’70 in poi, come “Soldato Blu”, “Il piccolo grande uomo”, “Un uomo chiamato cavallo”, “Balla coi lupi” e il citato “Corvo Rosso” di Pollack.

E forse rileggere un po’di Tex (che non è il Capitale di Marx e nemmeno “Stato e rivoluzione” di Lenin”, ma è comunque lettura istruttiva) farebbe bene ai giovani governanti di oggi che in quanto a letture – anche quelle di gioventù – sembrano un po’ sprovvisti. E farebbe bene anche a tanti segretari di partito, sindaci e assessori. Perché pur con modi spicci e senza tanti complimenti o giri di parole Tex ti fa capire da che parte bisogna stare. Tex e i suoi amici ce lo dicono da 70 anni esatti. Da quando l’Italia si diede la Costituzione che è alla base della Repubblica, da quando la Dc vinse le elezioni contro il Fronte Popolare Pci-Psi e determinò la scelta dell’Alleanza Atlantica…

Da allora ha continuato a dircelo tra scazzottate e revolverate, cavalcate tumultuose e litigate feroci con politici e banchieri.  E con le sue avventure ci ha fatto conoscere i panorami dell’America profonda, dai deserti dell’Arizona e del New Mexico alle paludi della Lousiana,  dalle città della east e della west coast alle nevi del grande nord… Paesaggi che generazioni intere hanno cominciato poi a conoscere e ad amare attraverso il cinema certo, ma anche attraverso le canzoni dei Creedence, dei Buffalo Spingfield,  lei Lynayrd Skynayrd  o di Bruce Springsteen. Tex è arrivato prima, anche in questo caso.

I 70 anni di Tex saranno celebrati con una mostra, a Milano, presso il Museo della Permanente. La mostra si intitola, appunto “Tex, 70 anni di un mito”, rimarrà aperta dal 2 ottobre fino al 27 gennaio 2019. ed è curata da Gianni Bono, storico e studioso del fumetto. Una bella occasione per ripercorrere l’epopea del West (con le sue contraddizioni) e seguire l’evoluzione anche grafica del personaggio, attraverso i vari disegnatori che lo hanno raccontato. La consigliamo. Tra l’altro da fine anno ci sarà anche il “Frecciarossa” con fermata a Chiusi. Sarà più facile e più veloce fare un salto a Milano…

m.l.

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