LE INVOCAZIONI DEL PAPA E LE DISTRAZIONI DI DIO

Il Papa ai giovani ha gridato: “Non fatevi rubare i vostri sogni”. Una frase assai suggestiva, pronunciata per altro da tanti altri leader politici, nel corso della storia. Un’affermazione certamente condivisibile. Il fatto è che pronunciato da un monarca assolutista com’è di fatto il Papa, che si fregia persino del dogma dell’infallibilità, quel grido lascia un po’ perplessi. Insomma il pulpito a me non pare quello giusto, per pronunciare quelle stupende, affascinanti parole.
Papa Francesco ha aggiunto poi: «Non accontentatevi del passo prudente di chi si accoda in fondo alla fila. Ci vuole il coraggio di rischiare un salto in avanti, un balzo audace e temerario per sognare e realizzare come Gesù il Regno di Dio, e impegnarvi per un’umanità più fraterna. Abbiamo bisogno di fratellanza. Rischiate, andate avanti». Anche questa frase contiene dei passaggi difficili da condividere. Intanto perché di Gesù non vi è traccia nella storia. Poi quel darsi da fare per far trionfare il “Regno di Dio” a me lascia sgomento (Dio, come gli Dei dell’Olimpo e altre credenze, sono una geniale invenzione come tutti sanno del genere umano).
Il Regno presuppone che ci sia un regnante, quindi un assolutista, altrimenti che Regno sarebbe mai?
Francamente che ci siano persone che si adoperano perché il Regno si materializzi, la cosa mi lascia sgomento. Il Regno del loro Dio, ma anche altre fedi monoteiste vanno dichiarando da secoli che ad affermarsi deve essere il Regno del loro Dio. Risultato di tutto questo ragionare per padreterni onnipotenti o sedicenti tali, piuttosto permalosi e egocentrici è una guerra perenne.
Gli inventori di quel Regno fanno dire a questo fantasmagorico padreterno: “Io sono il tuo unico Dio” e per rafforzare tale proclama subito dopo gli mettono in bocca un altro slogan: “Non avrai altro Dio al di fuori di me”. Poi, giù a cascata, tutta la storiella della creazione dell’Universo, dell’uomo fatto con la creta a sua immagine e somiglianza, che con un suo soffio comincia a muoversi. Sulla creazione della donna invece, si ha la prima manifestazione di misogamia. Infatti lei, sempre stando agli inventori del padreterno onnipotente, la fanno nascere da una costola dell’uomo e poi, per affibbiargli subito una prima colpa che risulterà nei secoli incancellabile, a questa Eva gli fanno mangiare la mela. Una mela particolare, infatti, quello è l’albero della sapienza e averla trangugiata e fatta mangiare anche ad Adamo, ha voluto significare che lei ha preteso di sapere, non accontentarsi e andare oltre la narrazione celeste, quindi trasgredire gli ordini.
Poi sempre per restare in tema, non sanno rispondere al perché nascono bambini malati. I credenti si rifugiano nella fede, affermando che a noi intendendo il genere umano, non è consentito comprendere i disegni imperscrutabili di Dio. Qualcuno nei secoli ha azzardato anche l’ipotesi che tanto dolore e sofferenza, sono un prezzo che qualcuno deve pagare per redimerci dai peccati. Insomma un Dio un po’ vendicativo, fuori da ogni logica del Diritto, che se la prende con i più deboli per scontare i peccati degli adulti. Parlare di questo Dio come un soggetto che ama infinitamente il genere umano, mi pare quantomeno azzardato. Io intendo la vita di ogni essere umano libera, piena di Diritti civili, proprio quei Diritti che la chiesa cattolica romana ha sempre contestato e combattuto.
Una chiesa che ancora oggi vorrebbe imporre un unico modello di famiglia. Singolare che in soccorso a tale scemenza, oggi il potere clericale si trovi un alleato: tale Salvini. Un giovanotto piuttosto irruento, che di famiglia certamente se ne intende. Una prima l’ha già sciolta, ora ne sta formando un’altra. Ma siccome il ragazzo è giovane, ha tanto tempo a disposizione, per chissà quante altre avventure. Poi dalla piazza gremita è giunta una richiesta perentoria: chiarire il senso delle parole contenute nel “Padre nostro”. “Non abbandonarci alla tentazione”; “Trattienici dal fare del male”; “Liberaci dai pensieri cattivi”. Questa sarebbe la traduzione corretta secondo papa Francesco delle parole contenute in quella preghiera. Quindi non più “indurci in tentazione”, perciò non più un Dio che tenta di mettere alla prova i suoi fedeli, ma un Padre che li aiuta a superare le voglie. Siamo dunque alle invocazioni, quindi al riconoscimento di una subalternità da parte del credente, a questo padre padrone dei cieli. Per tentazione e cattivi pensieri la chiesa intende com’è noto soprattutto il sesso, le sue piacevoli pratiche e fantasie. Azioni che sarebbero per la chiesa peccaminose, che “sporcano l’anima”, come ci dicevano le suore al catechismo. Ma stando ai fatti boccacceschi e a quelli ben più drammatici legati alla pedofilia del clero, che la cronaca ci racconta giornalmente, pare proprio che questo padreterno non faccia nulla per aiutare i propri adepti-sottoposti, per superare il canto voluttuoso delle sirene dell’erotismo.
Infine papa Francesco ha aggiunto: «La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, della vostra intuizione, della vostra fede». I due sostantivi io ritengo che cozzino vistosamente con il concetto di fede. Due sostantivi che raccontano di una voglia di sapere, di osare, di scoprire, di non accontentarsi della narrazione. L’esatto contrario della FEDE, che per definizione è dogmatica e indiscutibile.
Renato Casaioli
Si potrebbe concludere che il bisogno dell’essere umano che si distingue dagli altri esseri viventi perchè ha la ragione( poi ci potrebbero essere anche altri esseri viventi che ce l’hanno più dell’uomo, e più il tempo passa e più penso che questa condizione possa essere veritiera, per il semplice fatto che un cane era un cane anche 500 mila anni fa, l’uomo in 2000 anni ha consumato e finito il mondo), è un bisogno instillato dal proprio egoismo dettato dalla coosiddetta ragione,che è il desiderio e la speranza di sopravvivere in qualche modo alla morte fisica. Tutte le religioni si basano su questa speranza.Dal momento che -detto brutalmente- alle cose per farle vere basta crederci,chissà come mai a tanti pensatori, filosofi, scienziati e letterati non sia mai venuto in mente (per fortuna negli ultimi 2 secoli qualcuno si è affacciato da tale davanzale) che quella che ho detto poc’anzi sia una formidabile arma di ricatto durante il corso della vita, un luogo dove l’individuo si rifugia e riceve così la panacea delle proprie debolezze, debolezze materiali, affettive, umane insomma e si rifiuta di metterle in discussione, poichè le abbraccia ben sapendo che la sorgente di quell’acqua di cui si ciba proviene da uomini come lui e non da un Dio come dicono altri uomini come lui, a cui nella vita materialmente vissuta conviene spargere tali idee perchè per 2000 anni gliene è valsa la pena, per motivi di potere, comando, di posizione materialmente dominante. Un vecchio contadino ignorante di Villastrada ai primi del secolo andava ripetendo a tutti coloro che incontrava” ricordati, i preti non lavorano, hanno 24 ore di tempo per pensare”. Codesta è una considerazione che potrà sembrare gretta e scarna e contenente principi di ignoranza e per certi versi lo può anche essere,ma la maggior parte degli adepti che professano religioni o vivono della credulità della gente,o vivono delle necessità della gente pasturandoli con ciò che la gente voglia sentire, o si sono organizzati nel tempo per per costituire un coacervo di forze talmente potenti che sono sopravvissuti per 2000 anni anche al crollo di imperi.Quindi caro Renato noi facciamo parte di una società che viene anche da quello e per fortuna -come si vede e non senz’altro per loro volontà- nella storia degli ultimi secoli del genere umano -c’è stato chi li ha messi in discussione, ma spesso come si dice volgarmente”sono stati bene ed hanno speso poco”. Hanno chiesto scusa del loro opererato dopo secoli per bocca dei più alti rappresentanti ma la gente continua a SUBLIMARE nella propria mente che per vivere ci sia necessità del loro verbo.Sà quanto è successo e le contraddizioni d questa struttura e sà anche che succedono cose incresciose nel mondo come guerre, malattie, fame, miseria,stati di bisogno e ciononostante crede in Dio e non si vuole spiegare il motivo di tali sofferenze e spesso arriva anche a dire che il Padre Eterno sia talmente magnanimo che ti mette davanti al bene od al male e ti dà la libera scelta.Einstein che era un uomo straordinario la cui intelligenza è arrivata a concepire concetti che difficilmente altri menti umane hanno potuto interpretare, nel suo testamento spirituale scrisse”non posso immaginare un Dio che punisca e rimeriti gli oggetti della propria creazione che sono gli uomini”. Purtuttavia il bisogno di credere fa parte-fino ai tempi in cui viviamo e per un lungo futuro- di un atteggiamento mentale umano di sublimazione e soddisfacimento di tale bisogno. Lecito ? Forse sì, anche lecito, ma ritengo che tale debolezza umana non debba essere strumentalizzata da altri.Anche per un semplice motivo che la realtà è una, una soltanto,e quando ho detto che ognuno alle cose per farle vere basta crederci è questa la condizione della strumentalizzazione del pensiero che rifiuta la realtà. Certamente l’uomo è una creatura troppo limitata per capire la complessità dell’universo ma è attraverso questa limitatezza che si è fatta strada nei millenni la forza che l’ha dominato e che l’ha asservito e reso schiavo e meno libero nella materialità della vita vissuta qui, una volta, adesso ed anche-speriamo sempre di meno- per il futuro, perchè la materialità della condizione umana segna anche il modo di pensare degli uomini.Si chiama- lo dico sempre-” materialismo storico” e 200 anni or sono non era da essere inteso.Forse qualcosa nel futuro dell’uomo cambierà.
E’ comprovato da secoli, le religioni tutte, la Cristiana non fa alcuna eccezione, scommettono sul desiderio dell’immortalità che attanaglia da sempre l’essere umano. Siamo l’unica specie animale su questo pianeta, che ha coscienza di se. Una capacità riflessiva dell’uomo che l’ha portato a raggiungere grandi traguardi e altri ne raggiungerà in futuro, ne sono sicuro, a meno che non sopraggiunga nel frattempo una regressione della sua mente, fino a farlo tornare allo stato puramente istintivo. Per il momento, nonostante le bestialità di cui è capace l’uomo, non se ne intravvedono i sintomi. Certo tutta questa evoluzione del nostro cervello ha prodotto anche molti interrogativi fin dagli albori della civiltà umana. Primo fra tutti la morte e il dopo. Per millenni l’unica risposta alla morte è stata ed è ancora, attraverso la creazione di un artificio: un mondo immateriale, dove per l’eternità vivremo. Un’illusione appunto, attraverso la quale crediamo con un bel po’ di ipocrisia, di aver sconfitto la natura finita tipica di ogni essere vivente. Insomma dopo la fine inizia subito un nuovo inizio e questa volta per l’eternità. E’ su questo bisogno atavico, su questo egoismo, che le religioni (altra invenzione del genere umano), fanno leva. Organizzazioni che con il corso dei secoli si sono evolute, al solo fine del mantenimento e conquista di sempre maggiori fette di potere materiale. Non a caso tutte le religioni, hanno sempre combattuto con estrema fermezza, lo sviluppo del sapere scientifico umano. Come andrà a finire non lo so. Cerco di immaginare, voglio sperare, che la cultura in senso lato, possa contribuire nel tempo, a farci comprendere che bisogna adoperarsi per vivere una vita serena e in pace, qui su questa terra, accettando con quanta calma possibile, buttando al macero le illusioni, che tutto abbia una fine. Il grande scienziato Veronesi, diceva che “Morire è un dovere. Che spetta però alla scienza farci vivere però il più a lungo possibile e in salute”. Mi pare un ragionare accettabile.