CHIUSI SCALO, 18ENNE RUMENO TROVATO MORTO IN VIA OSLAVIA. TORNA L’INCUBO DROGA

sabato 30th, giugno 2018 / 17:38
CHIUSI SCALO, 18ENNE RUMENO TROVATO MORTO IN VIA OSLAVIA. TORNA L’INCUBO DROGA
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CHIUSI – Tragedia, ieri pomeriggio, a Chiusi Scalo. Un ragazzo di 18 anni, di origini rumene, è stato trovato morto in casa in via Oslavia, nel vecchio palazzo dove un tempo abitavano gli operai della fornace. Quanto alle cause del decesso, si parla di infarto, ma forse causato da una possibile overdose o da un coctail sbagliato tra alcol e sostanze stupefacenti. Sarà l’autopsia a chiarirne la dinamica. Resta il fatto che una giovane vita è stata spezzata. Il ragazzo, residente a Chiusi da tempo, non studiava e non aveva un lavoro. Ma nessuno, nemmeno tra i vicini di casa, lo identificava come un “tossico”.

Sono intervenuti il 118 e la Polizia, che non hanno potuto far altro che constatare la morte del ragazzo, avviando, nel caso della Polizia, le immediate verifiche per capire cosa sia successo. Al momento non si sa se il giovane era solo quando si è sentito male o se con lui ci fosse qualcun altro.  Tutti elementi che gli inquirenti cercheranno di appurare. Per ora resta solo il dramma di una morte inusitata e assurda. E quantomeno il dubbio, se non la conferma, che il fenomeno droga, anche in realtà apparentemente tranquille e sonnacchiose come Chiusi Scalo, non è un retaggio del passato, degli anni ’70 e ’80, ma una realtà presente e diffusa, anche laddove non te lo aspetti.

A margine del grave episodio di ieri, nei capannelli tra i cittadini, in via Oslavia e in tutto il resto della cittadina, tutti adesso parlano dei “luoghi di spaccio”, degli spacciatori… Dei “giri loschi” che tutti vedono e tutti conoscono, ma nessuno denuncia. Che nel caso del ragazzo rumeno morto ieri si sia trattato di un fatto di droga è tutto da appurare. Ma la sensazione diffusa è che di quello si tratti…

Però, altro dato che emerge è che la notizia non è comparsa nelle cronache giornalistiche. Nemmeno nei tg locali. In paese se ne parla, ma sottovoce e sottotraccia. Non tanto per pudore, per rispetto ad un 18enne che ha perso la vita, quanto, forse, per il fatto che era rumeno. Un immigrato. Uno di quelli che per molti “sono troppi e se ce e fossero di meno sarebbe meglio…”.  Insomma viene da pensare che la morte di un 18enne rumeno faccia meno impressione e meno clamore di altre morti.

Tra l’altro, come dicevamo, il fatto è avvenuto n via Oslavia, nell’edificio che negli anni ’50-60 era quello che ospitava le famiglie dei fornaciai. Famiglie che la sera cenavano con la porta di casa aperta, che con il resto del quartiere erano una famiglia sola… Gente con pochi soldi in tasca e la schiena bruciata dal sole, ma gente di cuore, solidale, che divideva quel che c’era: i pomodori dell’orto, il fiasco del vino…

Oggi il mondo è cambiato. Quel mondo e quelle famiglie non ci sono più. Neanche in via Oslavia. Un tempo, di fronte ad un fatto del genere in via Oslavia avrebbero pianto tutti. I ragazzi, gli uomini, le donne, gli anziani…

Ieri c’era sgomento nell’aria, certamente. Ma la paura e la preoccupazione per la droga che entra dappertutto sembrava più forte della pietà per quel ragazzino morto a 18 anni.

m.l.

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