ESPLOSIONE IN UNA PORCILAIA DISMESSA A TAVERNELLE: UNA BOMBA CONTRO CHI?
TAVERNELLE – Ieri pomeriggio, intorno alle 17 un boato secco e terrificante ha scosso la zona industriale della Potassa, nei pressi di Tavernelle. Gli operai e impiegati della Trafomec e di altre aziende si sono precipitati fuori dagli stabilimenti. Il botto è stato avvertito fino a 5-6 km di distanza. Sul momenti tutti hanno pensato all’esplosione di un bombolone del gas, o di qualche impianto industriale. Poi però una nube biancastra a forma di fungo ha segnalato con più precisione il luogo dello scoppio. Certo, non molto lontano dalle fabbriche e dai capannoni, ma in piena campagna. Per la precisione a fianco di una vecchia porcilaia facente parte di una azienda agraria dismessa insieme a vari casolari, anch’essi disabitati e dismessi da tempo.
A causare la deflagrazione non sarebbe stato un bombolone del gas, ma un ordigno. Non si sa bene, ancora, di quale natura. Probabilmente non un ordigno bellico rimasto interrato per 74 anni, cioè dal passaggio del fronte nel 1944, perché lo scoppio è avvenuto in superficie. L’ordigno era cioè alla luce del sole. Un ordigno bellico rimasto lì per decenni sarebbe stato notato in precedenza.
Sul posto sono giunti immediatamente i Vigili del Fuoco e i Carabinieri della Tenenza di Città della Pieve. Un uomo, di origine straniera, è stato subito interrogato dai militari dell’Arma (FOTO). Pare infatti che alcuni dei casolari abbandonati fossero stati occupati, nonostante le precarie condizioni strutturali, da immigrati albanesi. I proprietari dell’azienda agraria dismessa, un fratello e una sorella residenti a Tavernelle e senza eredi, sono entrambi deceduti. Dopo la paura iniziale, ci si interroga sulla natura del fatto. E dell’ordigno esploso. Gli inquirenti stanno cercando di appurare di cosa si trattasse in realtà e del perché sia esploso o sia stato fatto esplodere. Tra le ipotesi c’è quella di una “bravata” sfuggita di mano agli autori. Ma non si escludono altre piste, come quella di un possibile “avvertimento”, un atto cioè intimidatorio verso qualcuno. Ma verso chi? E perché? Una ‘faida’ tra gli occupanti abusivi di quei casolari, o il gesto di qualcuno che ce l’ha con loro? Oppure – ipotesi peggiore – in Valnestore c’è in giro gente che sta preparando attentati?
Di sicuro non si è trattato di un mortaretto, o di un botto di capodanno particolarmente potente, perché l’esplosione ha formato una buca nel terreno e i mortaretti non causano buche di quel genere… Poi quella nube biancastra, visibile a molte centinaia di metri di distanza…
Non è normale che una bomba esploda alle 5 del pomeriggio in una porcilaia abbandonata a poca distanza da una zona industriale. Quei casolari andranno setacciati con cura.
Renato Casaioli