SANITA’: NOTTOLA E I SUOI FRATELLI, TRA ECCELLENZE, CARENZE E DISFUNZIONI
MONTEPULCIANO – L’11 dicembre scorso si è svolta l’assemblea dei sindaci della Valdichiana senese, Amiata e Valdorcia sulla “Riorganizzazione ospedaliera e prospettive future”. Erano presenti il Direttore Generale dell’Azienda USL Toscana Sud Est Enrico Desideri, il Direttore Sanitario Simone Dei e il Direttore Amministrativo Francesco Gherardi, il Responsabile di Zona Roberto Pulcinelli e la Responsabile del presidio ospedaliero di Nottola Rosa Lamantia. Presenti anche il Comitato di Partecipazione della Società della Salute e la Consulta del Terzo Settore (associazioni di utenti, libero associazionismo e volontariato). Si è parlato del sistema sanitario del sud est della Toscana, ma anche dell’ospedale di Nottola.
Partendo dal presupposto che “i servizi per la salute erogati nell’area senese sono un modello di riferimento a livello nazionale (la Sanità pubblica italiana è considerata da enti di ricerca internazionali come la numero 1 al mondo, in ambito nazionale la Toscana occupa posizioni di leader e la ASL Toscana Sud Est è il riferimento in regione)”, i Sindaci affermano con forza che “questa situazione, mentre deve essere considerata un patrimonio di tutti, deve anche valere come punto di partenza per uno sforzo sempre maggiore e non come un punto d’arrivo”.
L’Assemblea si è svolta a due anni dall’inizio del processo di costruzione della nuova ASL Sud Est ed ha avuto anche il carattere di una “verifica del lavoro fin qui svolto e del percorso che occorre ancora fare, sempre a tutela di un Servizio Sanitario Pubblico che, grazie anche allo sforzo del personale dipendente, è percepito ancora oggi come un’eccellenza”. Facendo notare che non sempre le esigenze dei territori sono andate di pari passo e in sintonia con le scelte aziendali, i sindaci hanno espresso preoccupazione per la mancanza di assunzioni che, a fronte di pensionamenti e mobilità che nei tre ospedali di zona hanno interessato sia i medici che le altre professioni sanitarie, non ha garantito il turnover ed hanno chiesto un impegno straordinario all’azienda affinché sia garantito il ritorno alla normalità. Hanno anche portato all’attenzione della dirigenza il problema delle liste di attesa troppo lunghe, relativamente alle prestazioni di diagnostica. E a questo proposito l’azienda Asl ha risposto che sta lavorando al problema e che la soluzione dipenderà anche dai medici prescrittori che dovranno assumersi la responsabilità di indicare l’urgenza o meno degli esami, canalizzando le richieste verso le risposte in 72 ore, 15 giorni o 6 mesi…
Quanto agli Ospedali sul territorio, i Sindaci confermano l’adesione al progetto della rete di nosocomi della Toscana Sud Est con Nottola, che garantisce tutte le prestazioni di emergenza/urgenza, come riferimento centrale rispetto alla Fratta (Cortona) ed all’Amiata.
Andrea Rossi, sindaco di Montepulciano e presidente della Società della Salute fa sapere che “per Nottola deve essere avviato il progetto che renderà l’Ospedale attivo h24 (nella Asl Sud Est ce ne sono solo altri quattro), ma si vigilerà affinché in questa fase di completamento del progetto stesso non si perdano le specializzazioni che potranno essere anche distribuite negli altri presìdi delle due zone.
Nottola, che ha mantenuto la terapia intensiva, è a tutti gli effetti un ospedale “vero” che mantiene cioè i servizi vicini al cittadino, senza però ridurre l’offerta sanitaria specialistica.
Infine i Sindaci hanno chiesto per il primo semestre del 2018 un’assemblea pubblica in cui saranno messi a disposizione dell’opinione pubblica i “numeri” della sanità nell’area Valdichiana-Valdorcia-Amiata.
Emergerà così, per esempio, che il Pronto Soccorso di Nottola totalizza 30.000 accessi all’anno (era stato progettato per 15/18.000, sono disponibili fondi per circa 1,2 milioni di euro per adeguamenti anche strutturali che dovranno essere effettuati il prima possibile) o che il Punto Nascite della Valdichiana Senese è l’unico che fa registrare un incremento di nascite , essendo diventato un riferimento anche per aree come l’alto Lazio o il Trasimeno, oltre i confini regionali, o, infine, che eccellenze come l’ortopedia, la chirurgia o la cardiologia raggiungono ottimi risultati.
Insomma i sindaci sono pronti – dicono – “a denunciare i casi di eventuale mala sanità, o disfunzioni e negligenze nei servizi, senza però dimenticare quell’ingente flusso di “buona sanità” che, ogni giorno, fornisce servizi a migliaia e migliaia di abitanti”.
Contemporaneamente all’assemblea dei sindaci però, una interrogazione di due consiglieri regionali della Lega (Casucci e Vescovi) pone l’accento su un dato. L’ospedale di Nottola ha solo 153 posti letto per una popolazione di 61 mila abitanti: 1 ogni 400 abitanti, considerando solo i residenti della Valdichiana senese e non anche quelli della vicina Umbria o della Valdorcia che fanno riferimento alla struttura. Non solo, ma nei 153 sarebbero compresi anche i posti letto del triage e quelli dell’Hospice che non dovrebbero essere conteggiati. Poi c’è un altro dato: la popolazione residente in Valdichiana senese “over 65” è circa il 25% del totale. Cioè circa 16.000 residenti hanno più di 65 anni. “Questa tipologia di persone generalmente è quella che richiede più assistenza, maggiori cure e attenzione nella ricerca della patologia. E anche ricoveri più lunghi, perché negli anziani è più lenta la ripresa e la riabilitazione. Tutto questo può “sballare” una gestione dei posti letto basata solo su numeri aridi e non sulle effettive caratteristiche dell’utenza. Il direttore generale della Asl Desideri anche in risposta ai sindaci afferma che “Nottola dovrà diventare il riferimento per tutta la casistica in emergenza/urgenza sia chirurgica che ortopedica, così come dovrà sviluppare alcune linee di attività per le quali attualmente la popolazione afferisce ad altre strutture sia in Area Vasta che regionali”. Ma come e quando ciò potrà avvenire non lo dice. Tutto resta, come sempre, nel vago. E tra le gente il dubbio che la sanità pubblica venga piano piano smantellata è sempre più forte, checché ne dicano i sindaci e i direttori generali.
Andrea Rossi, montepulciano, OSPEDALE NOTTOLA, Regione Toscana
Sarei curioso di sapere come e quali sono gli istituti di ricerca che a seguito del loro lavoro pongano la sanità pubblica italiana come la prima al mondo e la Toscana come regione al top di tale elenco.Io credo che con i tempi che corrono dove assistiamo a proclami che hanno a riferimento statistiche talvolta positive ma sempre contraddittorie sulla ripartenza dell’economia, un po’ di megalomania divenuta quasi una moda di cui tutti fanno uso nei media,non guasti mai…Dico così perchè i punti che tu stesso citi di disservizi, di mancanza di personale, di mancanza di strutture, di costi differenziati fra regione e regione, di posti letto e di parametri dei servizi resi(per esempio i pronto soccorsi ogni numero di abitanti) ritengo che tutto questo messo insieme anche ad altro, come cifre aggregate a livello nazionale in rapporto alla qualità dei servizi, non possa far piazzare la sanità pubblica italiana al primo posto mondiale come dici. Altra cosa sono le eccellenze sia del materiale umano che vi opera sia la qualità di quanto la specialistica pone al servizio dei cittadini, quella credo anch’io che possa essere di livello elevato, ma credo lo si debba soprattutto alla struttura universitaria ed alla preparazione dei docenti che vi lavorano.Il primo capitolo di spesa per grandezza di cifre in Toscana è la sanità pubblica ma attendendo che sia riorganizzata come dovrebbesi nel frattempo produce anche disservizi, per non parlare poi dei buchi di certe province e degli inquisiti che vi sono stati ,che fra l’altro è un fatto ormai storico portato alla consapevolezza di tutti(vedi Massa). Allora, dico io, in un tempo in cui appare sempre di più l’influenza del privato sul pubblico inteso questo nel senso dei problemi irrisolti per le lunghe code di attesa per le prestazioni sanitarie e le levitazioni dei costi a carico degli utenti, perchè si continua a sbandierare che l’italia abbia una sanità pubblica eccellente nei confronti di altri stati.Uno sguardo anche al sud andrebbe dato quando si declamano certi livelli di prestazioni ed in particolar modo in Calabria ed in Sicilia i cui utenti della sanità pubblica sono costretti da anni a recarsi al nord per non rischiare di morire sotto gli interventi chirurgici e per farsi fare gli esami prescritti in un tempo consono.Allora vediamo di non amplificare cose che risultano seriamente compromesse e fatte passare per ”normali” oppure scavallate affinchè non facciano parte di quanto si afferma nelle statistiche predette, perchè il risultato che ne viene fuori è logicamente falsante.Il San Raffaele od il Gemelli per esempio sono delle eccellenze in certi campi e dove lavorano anche pubblicamente e privatamente professionisti di fama mondiale è verissimo, ma andiamo a vedere le situazioni che esistono in strutture tipo Cardarelli di Napoli od altri che sono moltissimi ed al di là della professionalità dei medici che vi lavorano c’è gente che non consiglierebbe nemmeno il callista in certi luoghi…..Ed allora nei giudizi io credo che sarebbe bene ridimensionare un po’ l’ormai modalità divenuta quasi una moda di sparare ” bombe” tanto in uso ultimamente e che amano fare certi partiti politici di nostra conoscenza. Ridurre gli sprechi è giusto e doveroso ma il principio dei vasi comunicanti in economia deve poter riportare il livello di qualità delle prestazionie soprattutto il poter comprendere che il fattore umano è sostanziale per un buon funzionamento delle strutture perchè se gli addetti sono obbligati a fare lavori per pienare i vuoti di servizi e di competenze limati nel tempo da una metodologia di ricerca di risparmio che ha raggiunto punte inverosimili,assisteremo ad una prestazione di scarsa qualità anche se a capo delle prestazioni esistono ed operano uomini di grande eccellenza. Risparmiare sulla sanità è l’ultima cosa che uno stato sociale deve fare perchè è da tali risparmi che inizia il degrado generale e quindi anche la mancanza di credibilità dei cittadini verso le istituzioni.Le classi abbienti si possono permettere economicamente di farsi curarei nei migliori luoghi di eccellenza ma non dimentichiamo che se alla gente comune viene riservato un servizio scadente è la democrazia a venir meno. Ecco perchè quelle statistiche credo che siano farlocche, proprio perchè non rispecchiano la realtà nazionale,soprattutto quando ci si paragona al resto del mondo occidentale.
Lo dicono i sindaci, non io
AAAAHHH….., ecco spiegato l’arcano…lo dicono i sindaci….. Che ci sia anche lì il famoso conflitto d’interesse ? Eppure nel principio della pubblica amministrazione indipendentemente di destra,centro o sinistra, espletata con la doverosa dovizia del cosiddetto ”buon padre di famiglia” non dovrebbe essere applicabile il ben noto e ricorrente fatto che come disse Upton Sinclair ”è difficile far capire qualcosa ad un uomo il cui stipendio dipenda dalla capacità che ha questi di non capire”.E così è la politica, specialmente oggi dove la maggior parte di coloro che vi militano non è che delle cose non se ne rendano conto perchè non c’è più nessuno che abbia la sveglia al collo e gli anelli al naso, purtuttavia fanno da gnorri.E soprattutto questi sono coloro che tale sistema difendono, ed allora è chiaro che parole come ”sinistra” perdano totalmente il loro significato etico e morale.Ma sanno molto bene anche questo.
Lo dicono i sindaci nell’esercizio della loro funzione di “direzione” e controllo sulla gestione delle strutture e dei servizi sanitari. Ma quale conflitto di interesse? Nel merito si può discutere (e l’articolo qualche interrogativo lo pone), ma che ne abbiano titolo e dovere è fuori di dubbio. Via… (e i sindaci delle tre zone Valdichiana, Amiata e Valdorcia non sono tutti di sinistra).
Dalla tua risposta dico che forse non ci siamo capiti. Io non intendevo che i sindaci non abbiano titolo ad attivarsi per ciò che riguarda la sanità e per cercare di farla funzionare meglio sul territorio di loro competenza,ho detto ciò che hai letto nei confronti di ciò che è stato propagandato sul livello della sanità pubblica stessa che sia al primo posto nel mondo.Quella secondo me è una bufala che viene anche contraddetta da ciò che hai tu stesso detto parlando delle discrasie e delle negatività.E la politica su questo negli ultimi anni ha avuto una tendenza a far apparire le cose che non esistono ed a servirsene in maniera mediatica per assicurarasi consensi, ed anche il discorso che è stato fatto è uno di questi esempi.Solo questo ho detto. D’altra parte le cose negative le viviamo tutti quando abbiamo bisogno di servirsi della sanità pubblica da aspetti più minimi a quelli più grandi, mentre quando non ne abbiamo bisogno certamente le cose che avvertiamo divengono personalmente meno inficianti e più lontane, più diluite..Quello che più mi indigna però è il fatto che se ne parli come un grande risultato in un ambito che però mette a nudo il segno della mancanza di risorse di un sistema che si basa solo sul profitto poichè teoricamente e giustamente intende la sanità come risorsa sociale e misurazione della qualità di vita delle persone mentre in pratica a quelle uscite nei capitoli di spesa non corrispondono delle mere entrate e quindi viene considerata una spesa improduttiva, che giocoforza bisogna che venga fatta ma è semprepiù attaccata da tendenze economiche invasive : vedi la penetrazione dell’attività privata cheb è avvenuta e che ancora si predispone ad essere nel futuro come tendenza, non a caso si dice che la sanità venga svenduta fra il silenzio generale.E la politica su questo invece di correre ai ripari ci si rifà pure il maquillage dicendo che sia una sanità pubblica al primo posto nel mondo e quindi chi questo afferma non è certamente difendibile perchè dice una solenne cazzata.Eppure mi sembra che di esempi su questo anche la comunità dei nostri territori li abbia avuti in questi anni. Sarcasticamente parlando e non a caso il nome della località dove sorge l’ospedale del nostro territorio, in bocca a parecchia gente ha cambiato la lettera iniziale N ( Nottola) con quella che alfabeticamente la precede…ora mi sono spiegato meglio oppure è solo un caso che si dica ” Vox Populi Vox Dei ? ”.Che i sindaci si preoccupino quindi mi sembra logico e giusto ma non fanno altro che il loro dovere, quello che la politica dei loro partiti non ha fatto durante tutti questi anni.Media inclusi.
No, non ci siamo capiti, i sindaci non solo possono “attivarsi”… Sono deputati a farlo, perché le linee guida spettano a loro, per legge… La sanità pubblica nei territori è materia loro. La ‘Società della Salute’ e l’assemblea dei sindaci, citate nell’articolo, non sono associazione volontaristiche tra sindaci dello stesso partito, sono organismi che hanno voce in capitolo e determinano le decisioni in materia di sanità e territorio. Poi i sindaci sono fatti in tanti modi, ci sono anche quelli che denunciano primapagina per aver espresso un’opinione. Per fortuna però non fanno parte della Società della Salute Valdichiana…
Lo sò benissimo che il controllo e l’attivazione dei comuni in materia di sanità spetta ai sindaci – e per essere precisi non solo a loro- ma che fra l’altro loro stessi hanno un grossissimo peso vincolante sulle decisioni e sò anche-guarda caso- che il Comitato della Salute non è una associazione di volontariato fra sindaci del territorio.Detto questo, le premesse che sono scaturite dal tuo post -parole tue che lo avessero detto i sindaci quando hanno fatto riferimento alle statistiche di cui parlavamo-hanno avuto come mia risposta che quanto emerso( statistiche) fossero una bufala e difatti ti ho risposto chiedendo ” quali istituti fossero quelli e su quali basi si fossero costruite tali affermazioni sul primo posto al mondo della sanità pubblica italiana ed il top all’interno di questo della Toscana ?
chiedilo ai sindaci, non a me… hanno citato loro “istituti d ricerca”. Io ho solo scritto un articolo di cronaca su un’assemblea dei sindaci, riportardone i contenuti.
Comunque anche per il Sole 24 ore, fonte indipendente, l’eccellenza sanitaria in Italia è in Toscana:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-07-05/sanita-eccellenza-e-toscana-non-solo-sud-profondo-rosso-132523.shtml?uuid=AE6Qv7rB