DANTE ENTRA IN FABBRICA PER PARLARE DI CORRUZIONE E IMBARBARIMENTO DELLA POLITICA. UN ESPERIMENTO DA REPLICARE!
La politica è per molti una malabolgia. E in tanti se ne tengono alla larga. Basti vedere quanti hanno votato in Sicilia (ma anche in Emilia Romagna alle ultimi regionali). Certi fatti come l’arresto per evasione fiscale del deputato siciliano – gli eletti all’assemblea regionale li chiamano così – De Luca appena eletto, anzi con le schede ancora calde, sono di quelli che confermano la deriva preoccupante in cui è scivolata la “rappresentanza degli italiani”. Non ha fatto in tempo, il neo governatore Musumeci a dire ” gli impresentabili non mi hanno votato” che subito gliene hanno arrestato uno, proprio della sua lista. Come inizio non c’è male, per l’ex missino “autonomista unitario”, quindi non secessionista, appoggiato da Salvini che invece appoggia sempre i secessionisti.
Stranezze, incongruenze, scivoloni, figure di merda di una politica imbarbarita. Piena di “barbari” alla conquista dell’impero in disfacimento.
Anche tra i barbari qualche differenza c’è: ci sono gli Attila che vogliono fare solo bottino e dove passano loro non cresce più l’erba e ci sono quelli che si ergono a difesa del salvabile, ma hanno problemi con la lingua, non azzeccano un congiuntivo neanche a pagarli e si basano su regole tutte loro, per lo più farlocche. Sempre barbari sono del resto. E comunque tra di loro più Masaniello che Machiavelli, a occhio e croce…
In questo quadro sconfortante e a tinte fosche, brilla come una perla rarissima e lucente l’iniziativa della rappresentanza sindacale di una fabbrica umbra. Precisamente di Montone, nell’alto Tevere. La fabbrica in questione è la Sea Camper, che – come dice la denominazione sociale – produce camper e occupa circa 200 lavoratori. Non è una fabbrica in crisi (e questa è già di per se una notizia, data la situazione nazionale e dell’Umbria in particolare dove sono parecchie le industrie che hanno annunciato tagli pesanti al personale). L’iniziativa “brillante” e in totale controtendenza rispetto all’andazzo generale e all’imbarbarimento è questa: ieri, martedì 7 novembre, l’assemblea di fabbrica, per iniziativa della Fiom e della locale Lega Spi Cgil, non ha affrontato solo questioni sindacali, legate all’orario, al salario, alle indennità. Ha affrontato, come in una lezione universitaria, i Canti XXI e XXII dell’Inferno della Divina Commedia. Quelli che Dante dedica ai “barattieri”, ovvero ai politici e funzionari pubblici corrotti che scontano la loro pena immersi nella pece bollente e molestati di continuo da terribili diavoli alati, chiamati ‘malebranche’… Naturalmente la scelta di quei due canti non è stata fatta a caso. Il tema della corruzione politica (lo stesso Dante fu esiliato e condannato a morte per baratteria) è infatti molto attuale. E non è un caso che un sperimento del genere, cioè il tentativo di riportare la politica a volare alto e non solo nella melma dell’affarismo, venga da una assemblea di lavoratori. Da una assemblea di fabbrica. Gran parte delle conquiste sociali e culturali degli anni ’70 (lo Statuto dei Lavoratori, il nuovo diritto di famiglia, la riforma sanitaria, la scuola media unica e i decreti delegati, la maggiore età e il voto ai 18enni, la legge sul divorzio e quella sull’interruzione di gravidanza che non era un invito ad abortire, ma la possibilità di farlo in sicurezza e non più in forme clandestine e pericolose, la musica e la cultura intese come beni da rendere fruibili a tutti vedi Umbria Jazz, l’Estate Romana, i festival di poesia ecc..) furono il frutto del movimento del ’68, ma anche e soprattutto dell’autunno caldo del ’69, di ciò che allora si discuteva nelle fabbriche.
Alla Sea Camper di Montone Fiom e Spi Cgil hanno voluto portare Dante dentro la fabbrica, in assemblea. E lo hanno fatto chiamando due giovani attori, Elena Galvani e Jacopo Laurino della compagnia Stradanova Slow Theatre, che hanno piazzato leggii e amplificatori in sala mensa e hanno cominciato a raccontare e recitare il sommo poeta davanti ad oltre cento lavoratori.
“Leggere Dante in un luogo di lavoro è stata per noi un’esperienza molto bella – racconta l’attrice Elena Galvani – era la prima volta che ci capitava, ma speriamo di poterlo rifare perché è stato davvero arricchente”.
Le maestranze della Sea Camper hanno apprezzato: “È molto bello che in fabbrica si possa fare cultura – sottolinea un giovane operaio metalmeccanico – perché se ne è persa l’abitudine, ma ce n’è bisogno, noi lavoratori ne abbiamo grande bisogno. Per questo spero che questa esperienza si possa replicare in futuro. E anche il fatto di trovarci insieme operai, impiegati e pensionati è stato certamente positivo”.
Ecco, a noi piacerebbe non solo che l’esperimento potesse essere replicato in quella stessa fabbrica o in quel territorio. Ci piacerebbe che fosse replicato ovunque. Anche in altre parti dell’Umbria e in Valdichiana, per esempio. Perché dalla letteratura, dalla poesie, dal cinema, gli stessi lavoratori possono imparare e capire meglio un sacco di cose, perché, come diceva Don Milani “un operaio conosce 100 parole, il padrone 1.000, per questo è lui il padrone”…
Se la Fiom, lo Spi Cgil o altri, da queste parti, vorranno replicare l’iniziativa o proporre qualcosa di simile, per quanto nei nostri mezzi, potremmo anche dare una mano. E molto volentieri.
m.l.
Dante Alighieri, Fiom, Montone, Sea Camper
Leggendo Dante certamente si legge anche la storia,ma ci vorrebbero anche iniziative proprio per raccontarla la storia, soprattutto quella del 900 che tanti giovani soprattutto in politica non conoscono e non vogliono nemmeno conoscere.Se la conoscessero forse sarebbe un incentivo a comportarsi diversamente, e la politica riacquisterebbe senso e valore. A cominciare dalla scuola questo oggi e ieri non è avvenuto. Ed i perchè ci sono.Avevo personalmente preso contatto per proiezioni serali della 2° Guerra Mondiale a Villastrada con filmati raccolti dal mio archivio di carattere precipuamente militare e filmografico, ma poi tale cosa è passata nel dimenticatoio anche dentro la gente che si dice sia più sensibile a queste materie.Credo che ci sia bisogno di un nuovo rinascimento delle coscenze perchè diversamente lo sprofondare di tutti non si ferma.tanti si lavano la bocca con il 2% in più di PIL ma se il consumo di cultura rimane sotto il livello minimo-perchè in Italia è così- è difficile andare in una situazione di miglioramento. Potremmo forse consumare di più, ma se non si comprende perchè al maggior consumo non corrisponda un maggior sviluppo e maggior lavoro che comunque si adegua in ritardo e non termina la precarietà,si crederà a quello che ci vogliono far credere.
Senza storia e senza conoscenza del passato non c’è futuro.Saremo costretti ad accettare l’esistente senza possibilità di cambiare verso.E l’esistente non sono gli interessi delle classi subalterne ma di coloro che le guidano e che producono che siano e che restino subalterne. Va bene anche Dante ma deve essere interpretato,sciorinato e penetrato dal presente,per chè al di là delle differenze epocali del periodo dove dante stesso ha vissuto, i contrasti e le lotte erano di uguale matrice. perchè le spinte a dominare le masse c’erano anche allora, magari nella maniera più rude e più diretta, ma ciò che era costretta a subire la gente era la stessa cosa di oggi.Sono diverse le modalità ma l’essenza sempre quella è: il dominio dell’uomo sull’uomo.
Bravissimo sig. Sacco nel individuare la “regola universale” del “dominio dell’uomo sull’uomo” ma appunto, il confronto culturale è sempre un arricchimento sia per il piccolo operaio che per il padrone , più umiltà nelle relazioni umane porterebbe più pace.
Per M.me Benedicte Canelle. Il punto è proprio questo che abbiamo toccato ed è fondamentale e la ringrazio moltissimo poichè mi permette di continuare il ragionamento partendo dal punto in cui Lei si è fermata invocando più cultura da entrambe le parti. Questo è uno dei problemi,forse il maggiore di tutti che è stato analizzzato nel tempo da filosofi,economisti,politici e politologi e chi più ne ha più ne metta,ed è stato anche cercato l’applicazione in tutta la storia umana a qualunque latitudine…Quello che lei invoca speranzosa -è il fatto se ho ben capito- che sia l’operaio sia il padrone debbano possedere un approccio alla cultura che permetta di convivere e svilupparsi e con essi tutta la società interamente.Ottimo principio in teoria ma perchè non succede mai ? La risposta, non la sola chiaramente, credo che sia semplice ed è quella che il sistema economico-sociale-culturale dove sono immersi tutti e due e con essi tutta la società, che si chiama : SISTEMA DEL PROFITTO e che non contempla affatto la cultura, non sia quello il suo fine, il suo fine è la SOPRAVVIVENZA. Avvolti culturalente da tale sistema i comportamenti umani rispondono giocoforza a tali idee e direttive.Il problema è di poter cambiare tali regole in maniera pacifica e non violenta e distruttiva ma se si tenta di fare questo il sistema vigente si rimangia tutto in poco tempo ciò che lo stesso sistema aveva concesso ai subalterni che con grandi fatiche e lotte avevano imposto. E lo fa perchè a guida della società i governi che l’hanno guidata fin’ora in qualsiasi luogo del mondo, sono collusi anche culturalmente ed egoisticamente con tali principi, anzi, SONO PROPRIO LORO CHE CONTRIBUISCONO A SVILUPPARLI CON LE LORO POLITICHE. Nel recente passato quella catena che inchiodava le masse alla loro povertà è stata spezzata solo due volte negli ultimi 3 secoli poichè le volte precedenti e per decine di secoli quegli anelli di quella catena si sono sempre rinsaldatiogni volta che si sono spezzati. A recente memoria d’uomo queste due volte sono state La Rivoluzione Francese e quella Russa, che comunque hanno lasciato un segno indelebile nella storia,difficilmente riassorbibile dal sistema economico, sia nelle forme di modo di ragionare sia nella cultura.Quel modo di ragionare ha prodotto altre forme di pensiero che il sistema non è mai riuscito a riassorbire e farle indietreggiare fino a cancellarle,nonostante si sia prodigato con i mezzi più alti che aveva e che anche oggi possegga, ricorrendo persino alle guerre.Purtroppo, e sottlineo purtroppo,le uniche volte che il sistema è cambiato sono state le volte dove sono stati prodotti scossoni violenti e non progressivi.Chi pensa che la cultura in un mondo dominato interamente da un modo di ragionare imperneato sul profitto e quindi sull’egoismo degli uomin,i possa fare progressi tali da cambiare il sistema, credo che rimarrà deluso.Il più forte non abdicherà mai alle proprie prerogative di dominio sia delle coscenze sia economico e trova ogni mezzo per distogliere le attenzioni e le spinte a cambiare.Questa è indiscutibilmente la storia vissuta fino ad oggi. Se una spinta deve venire per un cambiamento è quella che la torta(intesa come risorse e ricchezza prodotta in tutto il mondo) non sia più divisa in modo come avviene fino ad adesso che alla tavola un solo commensale se ne prende la metà e gli altri commensali se ne leticano una fetta per uno.Questo è il modo per poter continuare a fare come stiamo facendo, ma credo che la riscossa-se riscossa la si possa definire-debba venire dalle vittime che si organizzano e cambiano il sistema che ha impostato il carnefice.Il problema quindi è quello dei media che oggi soprattutto deviano tale sforzo in mille modi, facendo nascere nuovi bisogni, nuove inutilità che appaiono utilità piegando i poveri a tali logiche.Il problema è quindi in massima parte non di quantità di forza messa nel processo ma di cultura atta a capire i fatti che ho descritto sopra e trovare la volontà di cambiare pensiero ed angolo visuale delle cose.E chiaramente anche un partito politico che sappia guidare le persone per avvicinarsi a tale processo, non come quelli esistenti che sono fatti apposta per indurre i votanti a comportarsi secondo l’tilità del sistema in cui sono immersi,mascherati da progressisti ma producenti un lavoro sopraffino nelle menti dei ”sudditi” che si credono protagonisti. E mi lasci dire, talvolta l’incazzatura sociale se ben guidata, certi frutti li produce e personalmente penso e spero che in futuro li possa produrre ancora di più, e forse fra i film già visti nella storia , qualche film sarà ancora da girare,anche perchè- e poi la finisco- quando le risorse non sono per tutti ma per pochi e la logica del sistema spinge in una direzione sola che è quella nella quale i pochi si dividono la ricchezza prodotta lasciando cader le briciole dalla tovaglia raccolte dai sudditi,credo che giocoforza debbano aumentare le speranze di cambiamento e se l’uomo non sia culturalmente e materialmente servo di altri uomini si renderà conto che la direzione in cui debba marciare è una sola,che è il contrario esatto di quella percorsa fino ad oggi.E’ strano, ma con tali discorsi si può essere d’accordo tutti od almeno una buona parte, ma quando si entra in cabina e si vota, quello che esce dalla cabina è sempre un risultato che premia la parte che ha il potere.Ed è vera l’ammissione di Mark Twain al riguardo dei ” padroni del vapore” quando disse: ”se le elezioni le vincessimo noi, loro non ce le farebbero fare”. E’ una frase che andrebbe scritta sulla roccia e che la si possa cambiare veramente solo con una cultura diversa che non è senz’altro quella del ”padrone del vapore”.Quella cultura porta acqua al suo mulino e lo sà bene. Chi ancora non lo sà sono coloro che fanno marciare il vapore.Ma è inevitabile che saranno costretti dagli avvenimenti e dalle condizioni a rendersene conto.anche perchè non è sostanzialmente vero quello che si sforzano a metterci dentro il cervello dalla televisione che la crisi sia finita e che cominci la ripresa. ma si capisce che secondo la loro logica debbano tentare il tutto per tutto per far passare tale imput nella testa delle persone.Per loro sfortuna il mondo è grande e purtroppo le crisi che hanno prodotto in tale dimensione globalizzata oggi collega tutti i mebri del constesto umano e basta guardare il comportamento dei poveri che rappresenta una mina vagante per detto sistema, i cui errori oggi tutti siamo costretti a pagare e tutto questo mette in evidenza una cosa principale che è quella di quanto sia instabile e fragile l’organizzazione umana che ha gestito tale processo economico sotto le leggi del capitalismo.Perchè è stato nei secoli il capitalismo a produrle ed a continuare a gestirle fino ad oggi.Non un altro sistema che non esiste e che quando in parte esisteva era nato come reazione al capitalismo.
Per la Sig.ra Benedicte Canelle….Ed in quanto all’ ”umiltà” che lei auspica che possa essere da tutte e due le parti per addivenire ad un mondo più umano, le farei notare che a NON ESSERE UMILI non sono le classi subalterne,ma sono quelle di coloro che comandano.Umiltà intesa forse come lei dice che possa risultare utile ad entrambi gli schieramenti è un concetto Cristiano che nella politica che produce effetti materiali,non è mai esistito.E’ esistito solo nelle intenzioni di persone pervase da una spinta religiosa instillata nel tempo e nella storia dalla Chiesa.Sbaglio o ci fu qualcuno che disse ” che fosse più facile per un cammello passare dalla cruna di un ago chè ad un ricco raggiungere il regno dei cieli ?”.L’umiltà è una parola che contrassegna una speranza, un sentimento ,che se l’avessero messa in campo storicamente le classi che hanno comandato e diretto la società sarebbe crollato chiaramente il sistema da loro costruito. Le ricordo che negli stemmi araldici di molte case reali dell’Europa che hanno contrassegnato e fatto la politica per secoli che ha animato il governo del popolo suddito, ci è stato da sempre scritto: ” Per volontà di Dio”.Ha capito di cosa si parla e di quale sostanza gli uomini si sono autoinvestiti con la complicità attigua e onnipresente delle Chiese? Verso la plebaglia incolta poteva passare di tutto, perchè dietro questo concetto venivano compiute le più inumane delle sopraffazioni, spiegate al popolino come la volontà del padre eterno. E’ chiaro che questi oggi negli ultimi 3 secoli vedendosi ridotto il terreno non mollino l’osso, anzi, ogni cosa che contribuisca a confondere le menti vada bene, ed è chiaro che i vertici si debbano aggiornare perchè se non lo facessero ne sarebbero travolti.Si ricordi che coloro che gli andavano contro li bruciavano sulla pubblica piazza. Da questi, non tanto dalle persone perchè persone, ma da persone che rappresentano quell’istituzione sopravvissuta al crollo di imperi per 2000 anni, le ragioni ”morali”personalmente non le accetto.Quindi l’umiltà mi va bene se fosse una umiltà di nome ma anche di fatto da parte di chi comanda ma dovrebbero essere loro i primi a rappresentarla ed a influenzare i governi col loro potere che è immenso, a fare il contrario di quello che fanno. Perchè va bene tuonare contro le guerre ma stare zitti e condannare solo a parole quando le guerre vengono fatte dagli stati dove sono anche loro e perdipiù che flirtano col potere, come sempre hanno fatto, anche sotto il Comunismo.Perchè non mobilitano le masse loro contro la guerra? Ascoltano solo le parole del papa quando tuona dalla finestra contro la guerra ma quando entrano in cabina dove si misurano sul terreno politico e delle volontà si comportano nel dare sostegno ai loro governi che portano la guerra in casa di altri.Questo succede soprattutto anche in Italia .Se lo chieda il perchè esista nelle loro menti l’ammortizzamento di sostanza politica finalizzato a tale sostegno e che origini abbia.Allora forse l’umiltà apparirà solo una bella intenzione che faccia sì che vengano attuate col minimo di scossoni le politiche che il sistema ha messo in atto. Il 90% della gente si comporta in tal modo. Questo è il potere vero delle menti e del sistema: creare delle condizioni per l’accettazione imbelle di qualsiasi cosa. Ma alla fine io credo che abbiano fatto maloe i loro conti perchè tale condizione porta alla morte, piano piano ma altrettanto sicuramente di tutto il genere umano.E’ a questi che occorre ribellarsi e far gettare loro la maschera, perchè è solo una maschera quella che hanno indossato, fatta bene, costruita bene, ma solo una maschera.E’ la maschera dell’agnello ma sotto la maschera c’è il lupo. Ed allora chiedere umiltà al lupo diventa difficile, quasi impossibile, occore costringerlo ad essere umile, occorre che cambi DNA.Ed è la cosa più difficile, quasi una utopia.Ma se vogliamo sopravvivere tutti, occorre sforzarsi di farlo tale passo.
L’unica arma o antidoto è la cultura. Aveva ragione Don Milani: l’operaio deve sapere una parola più del padrone se vuole affermare i suoi diritti… E’ tutto lì il nodo della questione. In questo senso mi è sembrata significativa e illuminante l’iniziativa della Fiom a Montone.Per questo l’ho rilanciata, sperando che possa essere replicata anche da altre parti… Purtroppo nella politica attuale (da qualunque parte si guardi) di cultura se ne vede e se ne “respira” poca. E se anche la parte che si oppone al potere costituito (e consociativo) e si candida a sostituire le caste corrotte e ormai marce, sbaglia i congiuntivi e confonde un blog privato gestito in maniera autocratica e personalistica con un partito c’è poco da sperare… O meglio, tu ci speri. Io no.
Caro Marco, se rispondi perchè a mia volta ti risponda e faccia corpo la quantità di interventi perchè da questa ti arrivi un po’ di pubblicità in più ti posso anche rispondere non ho problemi, ma la tua ultima idea sul paragone che hai fatto mi sembra proprio inopportuna e non all’altezza della situazione. Con tutto quello che passa nei partiti al governo noti che qualche dirigente grillino di primo piano sbagli i congiuntivi parlando oppure sbagli il Nicaragua col Venezuela? Ma siamo a questo ? Anche la TV ha insistito sui telegiornali per 5 giorni su tale fatto- secondo me- ti rispondo subito che tutto questo è un buon segno e lo sai perchè ? Perchè se questi sono gli argomenti da anteporre ad una sostanza di ragionamento sulla politica dei partiti vuol dire che al di la di quel muro oltrte ai furbetti del quartierino abituati alla propaganda politica ed all’attaccarsi a tutto, perchè credono che siano quelle le cose che contino, c’è solo una marea di milioni che il sistema ha fatto formare con la zucca piena di votame….e purtroppo il tuo ragionamento gli dà spago a tutto questo. ”Tu se fossi dei 5 stelle saresti preoccupato?” – ne hai fatto un titolo – io dico l’esatto contrario a quanto affermi, e sarei preoccupato se fossi il PD su quante zucche vuote siano al suo seguito con il voto. Oh, intendiamoci bene, qualche zucca piena c’è in quel partito, ma quella è piena perchè lo sà bene a chi porta l’acqua. Ma per fortuna come diceva un mio collega direttore di banca quando qualcuno doveva rientrare nello sconfinamento e veniva chiamato a ricoprire lo scoperto di conto; il suo primo approccio col cliente era: ” l’acqua è poca, anzi scarseggia e la papera non galleggia”. Ecco, ho fatto il disegno del punto nel quale quel partito creato a tavolino si trova di fronte all’Italia. E tu mi parli di congiuntivi….
…e certamente che l’unico antidoto è la cultura,ma deve essere una cultura progressiva il cui raggiungimento debba partire da pari opportunità che la comunità possa mettere al servizio delle persone.Perchè se non parte da queste, sacrifica una quantità innumerevole di potenzialità riposte naturalmente nelle persone che non vengono valorizzate e che non si possono nè potranno esprimersi.Ma-e credo che tu ne convenga- non è la cultura del consumismo, del sentirsi le valvole di sfogo personali rivolte solo esclusivamente al raggiungimento di traguardi economici personali. Tutto il mondo o quasi insegue tale condizione, principalmente lo fanno i poveri perchè trovano la panacea dei loro desideri al raggiungimento di livelli di consumo che ti fanno vedere ogni sera alla TV , in ogni momento dove il superfluo diventa il necessario, e questo adesso non comprende solo il nostro mondo a tecnologia avanzata ma anche il terzo mondo, il cui modello di vita è lo scimmiottamento del nostro.E’ l’inversione della cultura quella, ed è proprio quello un prodotto sottoculturale sul quale poggia questo sistema, perchè si regge sulla produzione di beni e nello stesso tempo ti stimola ad averne bisogno, tralasciando quelli fondamentali che sono quelli della salute, della vita sana, della conoscenza e della cultura critica, ed anche della cultura politica. Chi non le possiede queste, per una quantità di ragioni, anche se ha un conto corrente da capogiro ed è rincorso dalle banche che se lo vogliono contendere, è un povero, spesso al di sotto di altri come lui che sono poveri economicamente e che hanno solo la forza di lavoro nelle braccia ,ma che hanno compiuto o stanno compiendo una vita di sacrifici ed hanno capito ed assunto dentro di loro la forza di lottare per poter cambiare. Di questo la gente oggi ha bisogno, non certo degli spettacoli che ci riserva la nostra politica eletta spesso purtroppo col voto di quei poveri.Ed i partiti, la cosiddetta sedicente sinistra negli ultimi 25 anni per questi non ha fatto nulla ed a sentir parlare i loro leaders dicono tutti che il nemico peggiore sia il populismo.Ma sono
loro la fonte maggiore delle condizioni sulle quali poggia quel populismo che dicono di voler combattere.Chi ha un minimo di coscenza su questo ne resta fuori oppure li combatte perchè sono diventati proprio loro il maggior veicolo che fa perdurare l’ingiustizia nella misura in cui usano i media e li gestiscono per far perdurare il sistema che hanno creato.Altro che i congiuntivi sbagliati o l’opacità di guide societarie dei movimenti….per quest’ultima condizione ci sono i poteri forti che arrivano anche a condizionare la vita di intere regioni ed anche di Stati e che fanno anch’essi parte interamente spesso come espressione naturale del sistema in cui si trovano ad esistere ed a condizionarne la vita.
sì, ma al di là di tutto non è una bella cosa leggere Dante al Consiglio di fabbrica? E magari una prossima volta leggere Machiavelli o Calvino? P.S. io ti rispondo per amicizia e se mai per chiarire delle cose, non perché spero che tu mi risponda a tua volta e quindi possano aumentare le visualizzazioni e la pubblicità. Anzi ho l’impressione che i nostri “dibattiti” li leggiamo solo io e te e pochissimi altri. Se non altro per una questione di lunghezza. Il popolo del web ha altri parametri. Visualizzazioni e pubblicità crescono per altre strade, te lo assicuro.
Si sono d’accordo anche se credo che ogni iniziativa possa avere una propria collocazione temporale e logistica.Tu mi dirai che se fosse fatta al di fuori del consiglio di fabbrica non parteciperebbe nessuno e forse il limite culturale è anche questo certamente ma occorre far capire alla gente quali siano le finalità del sistema dove siamo immersi.Dopodichè uno si regola come crede,Se vuole partecipa, apprezza, riflette ma se giudica la cosa non idonea a produrre certi frutti non partecipa e critica.
Negli anni ’60 durante il potere sovietico in Russia una parte dell’orario di lavoto cpon intervalli a turnazione delle maestranze era dedicato alla ricreazione ed al giuoco degli scacchi.Era una forma che consentiva alle persone di relazionare e la fabbrica era il luogo di discussione, di ritrovo oltre a quello primario di lavoro.Io credo che questa cosa tutta errata non fosse e neanche permettesse il ”lassismo” della classe operaia di fronte al lavoro ed ogni iniziativa era idonea a far si che il concetto dell’alienazione fosse mitigato oppure scomparisse del tutto.certo, l’operaio che avvitava il bullone in Occidente era alienato come quello che lo avvitava in URSS e che faceva la stessa funzione, ma certe iniziative facevano comprendere come un sistema contemplasse forme liberatorie importanti della vita relazionale e produttiva.oggi in occidente certe cose sono impensabili, anzi è il lavoro a dover sopportare le forme più compressive perchè è rimasto solo quello che possa essere compresso col ricatto economico pena la chiusura od il licenziamento fper far profitto.solo da questo si può capire che il sistema è inumano e considera l’uomo come una merce. Ma queste cose sono state già dette 150 anni fa ma per la maggior parte delle persone-compresi anche molte classi subalterne a cui è stato fatto vedere che solo questa realtà è possibile ed altre non ce ne sono-la memoria non esiste.Pagano prezzi incredibili alla loro libertà ed al loro status economico ma la critica non esiste, esiste solo l’accettazione e la sottomissione anche se non la vorrebbero, ma il ragionamento nin termini socialie macroeconomici non fa parte del loro bagaglio culturale.Esiste solo la relazione personale che abbia valore, spesso anche col datore di lavoro.Così il mondo non si cambia e siamo destinati tutti ad essere sottomessi alle logiche di coloro che hanno sempre frenato i cambiamenti chiamandosi surrettiziamente dalla parte di chi lavora. A me un mondo così non mi è mai piaciuto ed ho creduto sempre che ci fosse stata la possibilità di cambiarlo.Ma negli ultimi 30 anni ho assistito come tutti hanno assistito che la tanto vituperata ”lotta di classe” non l’hanno fatta gli operai contro i padroni ma i padroni contro gli operai.E tale possibilità è stata raggiunta perchè ci sono stati partiti politici permeati da tali logiche e che hanno buttato all’aria un patrimonio non solo di lotte ma anche di conoscenza e cultura. La dimostrazione di questo è la figura tipo di un operaio 30-40 anni fa con il quale ci potevi parlare di tutto, di ogni cosa e quell’operaio ti poteva rispondere su tutto. Andiamo a parlare con un operaio di 30-40 anni oggi poi vediamo cosa ti risponde e cosa legge.Al massimo ti risponde sulle gabole del calcio o sulla ferrari. Questo è il mondo costruito da quei partiti che hanno gestito la politica da 30 anni a questa parte e che vorrebbero farti anche la morale dicendo che dentro loro hanno la democrazia perchè fanno le primarie.Hai capito a che punto è giunta la politica e chi da dentro questa chi difenda chi ? Guarda a proposito di queste ultime a chi abbiano permesso di votare Renzi come Segretario.Ma quegli operai di cui si parlava fra le righe sopracitate e che votano hanno la consapevolezza di come venga usato quel voto e per quali politiche oppure sono io ad essere fuori di testa? Ed allora a coloro che si appellano al fatto delle Srl ( che è diventato un mantra )e che vorrebbero dire che non esiste democrazia rispondo che meglio quel percorso che sa riunire tutto un popolo contro un sistema che giorno dopo giorno è diventato inumano e beffardo.forse c’è più speranza di cambiare le cose in quel modo che da dentro un solco reputato democratico e che avvolge di fumo le teste di chi si rotola nel bisogno e che non sà trovare la strada e di chi crede che quella sia sinistra.Bisognerebbe far ragionare queste persone e mostrare loro che qualche decennio fa le speranze di cambiamento progressivo esistevano ma che a quel puntyo nella storia d’Italia è spuntata una cosa che si chiamava terrorismo, utilizzato e pagato dalle logiche dei ”pupari” della politica, delle massonerie, e delle banche.Tutti insieme
hanno prodotto colui che ancor oggi dopo 25-30 annni stà per ritornare al governo della nazione con quasi il 40% dei consensi.Se non ci fosse stato chi gli ha spianato la strada fingendosi nemico e campando di rendita su questo fatto questo non sarebbe successo e ”Sua impunità” sarebbe a giocare a scacchi col sole….ma il sistema questo è, e per cambiarlo i discorsi non ci vogliono, ci vogliono i voti. è l’unica cosa che temono e che si apprestano a far funzionare le leggi ed il parlamento a loro protezione. E per favore basta di chiamare in campo le ” Srl” adducendo questo come critica politica ,perchè a questi punti in cui siamo è tutto sapone scivoloso spalmato sul retro di chi ha bisogno e che è finalizzato domani a togliere l’anima a qualsiasi cosa si opponga a questi manovratori della politica.Questo ha creato il mondo che si regge sulla finanza e quando la finanza non lo può più reggere si arriva anche alla guerra che riperpetua ciò che da 2000 anni e più esiste.Questa è la cruda ed esatta verità e non perchè lo dica io che sono il sig. nessuno ma perchè il mondo è scivolato in una condizione di non ritorno. E’ una realtà oggettiva.