FERROVIA CENTRALE UMBRA: L’ULTIMO TRENO. LINEA CHIUSA PER UN ANNO MA SI TEME LO STOP DEFINITIVO
PERUGIA – Quando si dice l’ultimo treno, a volte è un modo di dire. In questo caso no. Il 12 settembre alle 19,40 è partita da Terni l’ultima corsa del treno della Ferrovia Centrale Umbra, che raggiunge Perugia e finisce a Sansepolcro, in Toscana. Per un anno la linea rimarrà chiusa per lavori di ammodernamento. Nel frattempo i treni saranno sostituiti da pullman che faranno scalo nelle varie stazioni. Chiusura temporanea dunque, così dicono in Regione e anche i dirigenti della Fcu. Ma non tutti ci credono e temono che anche la linea c he attraversa l’Umbria faccia la fine di altre ferrovie secondarie. Anche sui tempi, al di là delle rassicurazioni dei vertici regionali, non esiste una agenda precisa e sicura. E questo alimenta i dubbi.
Nel frattempo i treni saranno sostituiti da pullman che faranno scalo nelle varie stazioni. La sera del 12, a Ponte San Giovanni a fianco dei binari i 5 Stelle tuonano contro le incapacità e gli sprechi delle amministrazioni di sinistra, mentre i passeggeri appaiono frastornati. Un capotreno spiega che “questa storia è successa all’improvviso e ha lasciato tutti senza parole”.
Nel tratto Città di Castello- Sansepolcro una compagnia teatrale ha messo in scena uno spettacolo, proprio per sottolineare il disagio e il disappunto per una chiusura decisa un po’ frettolosamente e senza troppe discussioni.
Si teme che la Fcu, appena passata sotto l’egida Rfi, non riapra mai, non solo perché in Italia le opere pubbliche si sa quando cominciano, non quando finiscono, ma anche perché i viaggiatori, per lo più pendolari, durante lo stop si sposteranno su altre modalità di trasporto, con conseguente danno di immagine e quindi difficoltà nel ripartire.
Secondo il segretario regionale della Cgil, Vincenzo Sgalla “è palese –che la ormai decennale mancanza di una strategia sul trasporto pubblico in Umbria abbia portato all’attuale situazione di degrado in cui versa la ferrovia regionale, che viene chiusa per oggettivi pericoli per la sicurezza di viaggiatori e lavoratori. L’assessore – Sgalla – nella conferenza i cui ha spiegato la chiusura ha annunciato che la ferrovia, dopo la messa in sicurezza, ripartirà. Un annuncio importante, che va però completato con i tempi di questa operazione e con la garanzia che Rfi, che subentrerà nella gestione della linea, li rispetterà. Le infrastrutture sono uno dei capitoli fondamentali di un progetto di sviluppo per la nostra regione – conclude Sgalla – che dovrebbe evitare di navigare a vista o, peggio, rischiare di deragliare alla prima curva”.
Il consigliere regionale di minoranza Claudio Ricci (ex sindaco di Assisi) sostiene nvece che “la chiusura della FCU Ferrovia Centrale Umbra, se ci sarà, rappresenterà la plastica ed evidente conclusione dell’esperienza amministrativa dell’attuale governo regionale” Che dunque dovrebbe dimettersi in blocco “doverosamente”. “La FCU – spiega Ricci – è stata per molti Umbri molto più che una ferrovia e le stazioni molto più che un luogo da cui partire, anche dai piccoli paesi, per andare a scuola o al lavoro. La FCU è stata un simbolo, sinanche rituale, se penso alle famiglie, legate al mondo agricolo nella pianura Umbra, che segnavano i momenti della giornata con il passaggio del treno”. Ecco, adesso il treno non passa più. Per 12 mesi almeno. Poi si vedrà. Intanto quel fischio diventato familiare, no segnerà più i momenti della giornata. Cosa già successa con le sirene delle fabbriche e delle fornaci…
I tempi cambiano, i treni passano… Speriamo che quelli della Fcu (anzi ex Fcu, perché se la linea riaprirà sarà gestita, come dicevamo da Rfi) tornino a passare. Ma del doman non v’è certezza…
FCU, Perugia, Rfi, Sanspolcro, TERNI
Con i ” se” e con i ” ma” non si fa la storia” questo è certo e palese, ma una domanda tagliata con l’accetta la si potrebbe anche fare ed è una domanda la cui risposta dovrebbe poter permanere nella testa della gente per diverso tempo , soprattutto di quella gente che protesta per il taglio di detti servizi e le paure che logicamente ne conseguono: siccome si parla di soldi e solo di soldi che permettano l’esecuzione dei servizi come dovrebbe esistere in una nazione civile, tali soldi dati con il contagocce dai parametri europei e che agiscono alla fin fine sul principio dei ”vasi comunicanti” non sono questi l’impedimento reale che ha prodotto tale situazione? Cosa ne consegue come riflessione da tale domanda tagliata con l’eccetta? Era meglio prima oppure dopo l’avvento dell’euro? Chi ne ha guadagnato dall’inesistente inflazione i ricchi o la gente che ha bisogno? Quando lo Stato stampava moneta e si poteva permettere anche limiti inflazionistici arrivati al 15-17% annui tali servizi funzionavano? La risposta è :sì funzionavano perchè la linfa scorreva nelle vene ed alla fine veniva sempre regolata con le decisioni prese dall’italia.Beh, il problema chiaramente non è solo questo e le conseguenze non sono solo quelle che vediamo ma ce ne stanno anche altre. Questo lo dico perchè oggi la tendenza è quella di indorare l’Euro come salvatore dell’italia. Scusate l’espressione non proprio urbana ma siamo più” morti di fame” adesso oppure ieri ? Perchè teoricamente si può dire tutto ed il contrario di tutto. ma i fatti sono fatti e sono oggettivi e non smentibili.La risposta ai lettori.
Carlo, qui si parla di uno stop temporaneo – per 12 mesi – del servizio ferroviario della Fcu per lavori di ammodernamento e adeguamento della linea. Con investimento già stanziato. Che c’entra l’Euro? La preoccupazione riguarda la ripresa del servizio dopo un anno di stop, con i passeggeri che si saranno attrezzati diversamente… Non è un “taglio” per mancanza di fondi. E al momento neanche per scelta politica…
Mi rispondi alla domanda sul perchè non sia stato deciso e fatto prima di arrivare all’insicurezza strutturale della linea e/o del materiale rotante? Sono altre questioni queste? E certo che un progetto parte se si delibera che debbano venire stanziati i fondi vorrei vedere il contrario, ma ti ricordo che le disposizioni di legge hanno la forza attuativa solo se i fondi vengano accantonati e restino lì a disposizione per la realizzazione delle opere previste.Quanti di tali lavori hanno visto la fine dopo che si sia stanziata la somma? Mi permetteresti di essere un momento scettico non tanto sulla loro effettuazione ma su quella tendenza a riunire le linee secondarie e terziarie e metterle in connessione diretta con le linee di percorrenza veloce come l’alta velocità di cui parlavamo ? Ci crederò quando le vedrò totalmente ed organicamente realizzate.Cosa che può senz’altro essere fatta per carità ma è bene avere gli occhi aperti perchè si dicono tante cose, poi domani succede quello che è già successo specialmente al sud italia con le grandi opere sociali come strade, dighe, acquedotti. Eppure le somme c’erano e figuravano nero su bianco e con i documenti già firmati.Ne riparliamo fra 12 mesi….non ho fiducia in questa politica che ci amministra, forse l’avrai capito….
Quello che dici è già scritto nell’articolo.
Manc’ po’ ca…, l’Euro centra eccome od almeno questo euro così organizzato! Mi sembra che analizzando la cosa a parecchi dia fastidio che si pari di ”massmi sistemi” e di farci entrare anche in un discorso minimale altre connessioni che ne stanno a monte e più importanti che hanno prodotto la conseguenza del discorso minimale. Od è tanto difficile capirlo perchè si guarda solo alla pazienza dei lettori a leggere ed a capire cioò di cui si parla? Oggi viviamo in quiesto mondo sopracitato purtroppo e sai quanti mi hanno detto scrivi di meno perchè la gente non legge….la gente non legge finchè non si arriva a toccargli il proprio o quello che considera il proprio, poi quando le condizioni arrivano per le quali gli venga toccato, s’incazzano e formano una massa reattiva che è destinata ad essere utilizzata. Per cosa credi che si parli di ” sistema ” per giocarlo al totocalcio ? Glissano tutti o quasi Marco, ma sono in malafede stanne certo.