VASTO INCENDIO SULLA COLLINA DE LE COSTE NEI PRESSI DI MOIANO. DANNI INGENTI, CANADAIR IN AZIONE
CITTA’ DELLA PIEVE – Un incendio di vaste proporzioni sta interessando da alcune ore la collina de Le Coste, in territorio del Comune di Città della Pieve, ma praticamemnte sul confine con Chiusi e Castiglione del Lago. Le fiamme hanno attaccato alcuni campi di stoppie e il bosco per diversi ettari, arrivando a lambire alcuni poderi e la Villa della Tenuta Le Coste. Trattandosi di una zona alla confuenza di tre comuni, due province e due Regioni, è stata attivata la procedura prevista per gli incendi nelle aree di confine, con il coinvolgimento, nelle operazioni di spegnimento, dei Vigili del Fuoco e delle strutture di protezione civile sia del versante umbro che del versante toscano, con squadre arrivate da Chiusi, dal Monte Cetona, dai vari paesi del Trasimeno e da Perugia. Ad almeno 4 ore dall’inizio del rogo, sono ancora in azione un elicottero e un Canadair che attinge al Trasimeno e sgancia bombe d’acqua da 6 tonnellate.
Le fiamme hanno causato l’esplosione di alcuni residuati della seconda guerra mondiale rimasti inesplosi nel bosco. Alcune abitazioni sono state evacuate, una persona intossicata dal fumo è finita in ospedale. Il vento piuttosto forte ha favorito il propagarsi dell’incendio, spingendo le fiamme verso nord, in direzione di Castiglione del Lago e verso alcuni nuclei abitati. Incerte le cause che le hanno scatenate, ma l’ipotesi di un’azione dolosa o quantomeno improvvida è la più accreditata. In questo momento l’obiettivo principale è fermare il fuoco ed evitare che possa causare danni alle abitazioni e alle persone. Il bosco della tenuta Le Coste che è anche struttura turistico-ricettiva appare largamente compromesso. Un disatro insomma. L’ennesimo, in questa estate rovente.
CASTIGLIONE DEL LAGO, chiusi, citta della pieve, Le Coste
Mi preme rettificare quanto affermato on line da ” Umbria24 News ”,La Nazione” e ”Tuttoggi.info” solamente per notizia storica disattesa al riguardo di quanto si è manifestato con le esplosioni di ordigni. Il chè non cambia nulla nell’attualità,ma per le notizie storiche invece è cosa diversa. Ed è cosa diversa in quanto in località ”Le Coste”-proprio nel bosco che è bruciato- esisteva un mastodontico deposito di munizioni di ogni genere,che la Wermacht fece saltare durante la ritirata,per non farlo cadere in mano agli alleati. Quindi è erroneo e fuorviante dal punto di vista storico dire che tale deposito fosse stato bombardato da artiglieria di terra od aerea alleata,come è stato detto.Oggi, quando talvolta a rischio di diventare logorroico insisto che i media danno notizia dei fatti prendendo le notizie da veline, come si vede basta una di queste veline per produrre una ”fake news” a catena dalla quale la realtà storica viene falsata. In questo caso per gli effetti che ha avuto il fuoco che ha divorato il bosco nulla cambia nei riguardi delle esplosioni. Personalmente ho ricevuto tale notizia proprio dai miei zii Solismo Sacco e sua moglie Palmira Fanelli, che durante il passaggio del fronte si trovavano in punto alto di osservazione del Monte Pausillo e che con un cannocchiale che ancora oggi posseggo,osservavano di notte quello spettacolo di deflagrazioni che avveniva nella collina di fronte in lontananza.Certamente quelle deflagrazioni spargevano le cataste di munizioni tutte all’intorno nel bosco e nel successivo dopoguerra fra queste era sicuro che si trovassero anche munizioni inesplose,che poi evidentemente sono state seppellite dalle intemperie e dal tempo dentro il bosco stesso.Poco dopo il passaggio del fronte,da parte della nuova autorità costituita sotto il controllo degli alleati,fu indetta da parte dei Comuni con la collaborazione del CLN,l’attività di ricerca,di bonifica ed anche di raccolta di dette munizioni, soprattutto di quelle esplose,che furono cedute alle strutture militari governative del nuovo esercito.Ci fu un tempo negli anni ’50 -ma ancora oggi più raramente- nei cimiteri civili dei paesi del castiglionese ed anche di Moiano, che si osservavano accanto alle tombe dei defunti i bossoli in rame delle granate inesplose e svuotate dalle polveri,usate dalla gente per mettere i fiori per i defunti.
La stessa storia della deflagrazione a causa dell’incendio delle Coste è avvenuta nei boschi cosiddetti del ”Fornello” lungo la strada che da Palazzolo di Moiano porta a Piegaro. Il fuoco divampato un po’ di anni fa,fece esplodere munizioni che i tedeschi in ritirata non ebbero il tempo di far saltare per la ritirata strategica a cui furono costretti dall’azione partigiana nella ” Valle dei tre Molini”. Anche nella zona di Chiusi Stazione,-cosa che oggi in pochi conoscono- le intemperie nel tempo dell’immediato dopoguerra hanno seppellito nel fango palustre intere cataste di bombe a mano inesplose e di altre munizioni più piccole,forse anche mine, precisamente nel triangolo del campi che vede come vertici all’incirca il ponte della Chianetta, il bivio del Pobandino, ed il fosso del Montelungo;un area dove oggi mi sembra che non vi sia alcuna costruzione e sottoposta più che altro anche ad allagamenti.Lo dico con una certa sicurezza poichè quando ero piccolo, abitando al di là del passaggio a livello, nella mitica Trattoria Porsenna, mio padre si raccomandava in maniera quasi spasmodica e stressante di non andare mai a giuocare in quell’area, poichè i rischi della presenza di ordigni erano molto alti, e così sono cresciuto con tale notizia nella memoria.